VESCOVI: il vizietto della politica e gli inutili anatemi … anche a Teggiano !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Prima di iniziare il mio discorso faccio una premessa che ritengo doverosa nei confronti di chi mi legge: “Non mi piace la salita in politica dei Vescovi”, soprattutto quando evidenziano lo spiccato <<vizietto>> di far politica. Questo come concetto particolare che non  esclude quello di carattere più generale che attiene al compito stesso della Chiesa Cattolica di propagandare il <<verbo di Dio>> attraverso la spiegazione capillare dei <<dieci comandamenti>>. Ovviamente qualcuno adesso obietterà che anche i dieci comandamenti, se presi singolarmente, non sono altro che una sovra-dimensionata pagina politica da impartire ai fedeli con la <<santa benedizione>> nel corso di omelie più o meno stucchevoli. Capisco anche, ma non condivido, quando ognuno dei componenti il clero (dai semplici sacerdoti fino ai Vescovi o Cardinali) tracima dai suoi compiti pastorali per impartire lezioni di politica. Sarebbe sufficiente rimanere nei profondi solchi dei dieci comandamenti per poter spaziare in ogni ambito sociale senza invadere il terreno altrui. Gesù non lo avrebbe mai fatto e non lo fece (se ben ricordo !!). Non lo fa neppure il Papa, questo Papa, Francesco per essere più precisi, che dopo gli stravolgimenti teoretici e politici propugnati dai suoi predecessori (Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Paolo VI) sta cercando di riportare la Chiesa Cattolico nel suo alveo originario spendendosi in lezioni, anche durissime, discendenti tutte dai citati <<dieci comandamenti>>. Quando parla, ad esempio di corruzione (e ne ha parlato !!), lo fa rimanendo sempre nel suo terreno dove si sente anche più coperto ed al riparo da scossoni esterni che possono inficiare la missione della chiesa che Lui rappresenta ai più alti livelli. La massima ed ultima espressione del Vescovo in politica è stata quella che aveva assunto il mitico cardinale Tarcisio Bertone che (dichiarazione di Don Mazzi, sic !!) occuperebbe in Vaticano un super attico che sembra quasi un ipermercato, tanto è stato lo sfavillio del suo potere terreno. Questa, sincerità per sincerità, non è la Chiesa che mi piace e che, credo, non piaccia a moltissimi fedeli; ecco perché “Francesco” miete successi su successi. In effetti sta arando un campo incolto per coltivare <<la vigna del Signore>>. Sulla scorta di queste mie convinzioni ho letto con attenzione un articolo pubblicato su “Il Mattino” del 13 maggio 2014 dal titolo: <<Il Vescovo: “Basta dittatura di vecchi politici, largo ai giovani”>>; un articolo che racchiude alcuni brani raccolti nell’ambito di un’omelia pronunciata a margine della celebrazione della cresima a Padula da parte del Vescovo di Teggiano. La prima cosa che mi è venuta da pensare è stata quella che il Vescovo di Teggiano Policastro, S.E. Mons. Antonio De Luca, questo intervento a gamba tesa su inermi avversari se lo poteva anche risparmiare; insomma è stato come sparare sulla croce rossa. Non è compito suo, soprattutto in un periodo preelettorale come questo, indicare la via per la risoluzione politica dei tanti problemi che assillano il Vallo di Diano. Invitare la pletora di fedeli dall’altare di una Chiesa a ribellarsi alla <<dittatura di vecchi politici>> per fare largo ai giovani non solo è un passaggio decisamente antistorico e scorretto dal punto di vista etico,  ma è anche un passaggio fuorviante in quanto non indica alcuna pratica soluzione del problema, perché il problema c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Un sacerdote, soprattutto se Vescovo, non dovrebbe mai sparare sulla croce-rossa; parlar male della politica è la cosa più facile ma anche più inutile e mistificante. Di cero si raccolgono facili applausi sul fatto che  purtroppo in questo momento è lo sport preferito da tutti anche perché questi <<quattro sfessati>> (come dice Vincenzo De Luca !!) della politica nostrana non sanno neppure come difendersi da attacchi così speciosi ed inutili. Nel Vallo di Diano, come altrove, tutto è politica; e allora dovremmo allargare il discorso alle Banche di Credito Cooperativo governate da trent’anni sempre dalle stesse persone, ai sacerdoti che restano al governo delle parrocchie per intere generazioni anche se spesso vengono contrastati, agli ordini professionali che non cambiano mai pur mutando -a volte- le cariche sociali, per finire ad ogni altra branca della vita sociale ed associativa. In fondo non c’era certamente bisogno che un nuovo arrivato, come lo è il Vescovo, ponesse l’accento su un problema vecchio come la stessa storia del Vallo, oltretutto non credo che nei due anni di permanenza a Teggiano S.E. Mons. De Luca possa aver accumulato un bagaglio di conoscenze, di fatti e misfatti vecchi e nuovi, tale da porlo nella posizione di poter bacchettare la categoria più debole – inerme ed indifesa, cioè quella dei politici. Non mi meraviglierei, e mi dispiace dirlo, che anche Lui parla per de relato !! Del resto  quando è arrivato ad amministrare queste terre pose subito l’accento sul rinnovamento del clero, ma allo stato dei fatti ha fatto ben poco pur avendo mosso certamente qualche pedina poco importante rimanendo distante dai problemi veri che attanagliano la Diocesi per via di una <<eccessiva longevità parrocchiale>> di alcuni sacerdoti che hanno determinato e determinano anche loro e per certi versi <<lo sfascio della Chiesa>>. Dico questo (per parafrasare le parole del Vescovo) non perché i predetti parroci non si impegnino in quel che fanno, forse si impegnano troppo ed anche male. Dall’altro lato i giovani sacerdoti (quei pochi inseriti nel sistema della Chiesa !!, perché non si può negare che la Chiesa ha un sistema -leggasi don Nunzio Scarano-) non hanno la forza necessaria e non hanno maturato l’esperienza giusta per rigenerare la Chiesa di Francesco. Un po’ come i giovani assurti anche a compiti ministeriali, per volere del presunto rottamatore  Matteo Renzi, che sembrano macchinette parlanti che non tirano nemmeno il fiato prima di completare il discorso che hanno imparato a memoria nelle università teoretiche dalle quali sono stati partoriti come <<piccoli mostri viventi>>. Ma poi, in fin dei conti, il Vescovo di Teggiano che cosa vuole se in questo territorio da oltre trent’anni la gente vota sempre per gli stessi suoi rappresentanti; eppure i giovani non sono mai mancati e non mancano nelle liste dei candidati come si può facilmente controllare rileggendo le liste elettorali per le prossime consultazioni amministrative. Del resto gli stessi Tommaso Pellegrino e Attilio Romano, pur se giovani, hanno profonde radici ben piantate nel passato prossimo della politica valdianese e non solo, tanto per rimanere nell’ambito locale che non si discosta molto da quello provinciale, regionale e nazionale. Poi, Eccellenza, l’età non conta; ciò che fa la storia è il modo di agire per il bene del prossimo. Da qualche tempo “Il Mattino”, come in questa occasione, grazie al suo ottimo corrispondente Pasquale Sorrentino, propone spunti di meditazione e di dibattito; peccato, però, che non riesce mai a dare un seguito concreto agli spunti, passando dalla cronaca all’approfondimento per coinvolgere quanta più gente possibile in un discorso che è certamente costruttivo anche dal punto di vista commerciale (leggasi vendite delle copie !!). Addirittura, nella fattispecie, siamo all’assurdo che il corrispondente da Polla della testata giornalistica più prestigiosa della Campania riesce a creare un <<caso giornalistico>> e che il giornale sotterra velocemente non riuscendo a comprendere che da questi intelligenti spunti dei corrispondenti deve far  lievitare dibattiti importanti su cui dare quotidianamente battaglia.  Sarebbe stato interessante, appunto,  sapere chi tra i vari personaggi, indirettamente chiamati in causa dal Vescovo, anche se non citati espressamente, sarebbe riuscito a trovare la forza ed il carattere di rispondere per le rime al Pastore di anime che vorrebbe trasformarsi in maestro di giovani politici. Ma tutto sommato credo che nessuno risponderà al Vescovo, per farlo dovremmo avere una classe politica lontana da ogni compromesso e meno codarda rispetto ad un intervento a gamba tesa del massimo esponente della Chiesa valdianese. Un’ultima cosa la voglio dire con estrema franchezza e riguarda l’esempio che un <<Uomo di Chiesa>> dovrebbe sempre offrire all’esterno; se per il Vescovo di Teggiano esiste nel Vallo <<una dittatura di vecchi politici>> cominciasse a dare il buon esempio rimanendo un po’ di più nella <<sua Chiesa>> sottraendosi alla dittatura evitando di tagliare nastri e torte inaugurali con quegli stessi uomini che lui definisce <<dittatori della politica>>.  Del resto oggi, si proprio oggi domenica 25 maggio, in molti paesi del Vallo la popolazione sta andando alle urne; quale migliore occasione per rinnovare. Ma Eccellenza, mi creda, tutti sono animati dal buon proposito di cambiare tutto per non cambiare niente. Infine una considerazione di carattere personale: mi spiace davvero che il Vescovo mi abbia quasi costretto a difendere i politici nostrani; per me è stato un sacrificio, abituato come sono a bacchettarli di continuo.

2 thoughts on “VESCOVI: il vizietto della politica e gli inutili anatemi … anche a Teggiano !!

  1. “Prima di iniziare il mio discorso faccio una premessa che ritengo doverosa nei confronti di chi mi legge: “Non mi piace la salita in politica dei Vescovi”
    e che dire del tuo nuovo amico Pierro e dei suoi “legami” demitiani e della sua partecipazione alle primarie del PD?

  2. Accuse gratuite quelle del Vescovo De Luca fatte ben sapendo che nessuno nel Vallo di Diano ha il coraggio o, per meglio dire la forza di reagire. La Chiesa in politica!!! lo sappiamo tutti, la Chiesa ha sempre fatto della politica la colonna portante del suo essere nascondendo ai più il suo impeto di onnipotenza e di onnipresenza. Questa è storia purtroppo!!! tornando al Vescovo De Luca, il consiglio nasce spontaneo, oltre ad occuparsi della politica del Vallo di Diano dovrebbe controllare di più anche le politiche economiche di certi sacerdoti che, nella sua Diocesi pur di sperperare denaro ai fedeli adottano dei veri e propri tariffari facendoli passare per offerte spontanee. ( Si va dai battesimi alle comunioni,dalle cresime ai matrimoni, dai funerali a qualsiasi funzione religiosa che un pastore della Chiesa dovrebbe svolgere come missione divina. Prezzi fissi insomma, dettati spesso da una presunzione che va oltre ogni etica religiosa e umana.

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