Caimangate/50: la portualità di Annunziata

                                           

                                             Aldo Bianchini

SALERNO – Avere una visione a 360° in materia di portualità e di quanto sta accadendo in Italia, in Europa e nel Mondo non è cosa da poco e nemmeno da tutti. Per essere esperti in un settore così difficile e mutante come quello della portualità bisogna davvero seguire, passo dopo passo, gli sviluppi delle grandi scelte strategiche che stanno avvenendo sul pianeta Terra, scelte che potrebbero davvero cambiare la storia dei trasporti marittimi da secoli fondati sulla centralità del Mar Mediterraneo rispetto a tutti i mari del Mondo. In materia le idee del presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, sono chiarissime ed assolutamente condivisibili. Secondo Annunziata il Mare Nostrum (che è stato la culla della civiltà in funzione del fatto che sulle sue acque fin dalla preistoria si sono sviluppati i commerci e le conoscenze !!) dal nostro Paese non è mai stato sfruttato in tutte le sue potenzialità. L’Italia è immersa nel Mediterraneo e per questo è stata la culla di tante civiltà. Dopo la seconda rivoluzione industriale (fine ottocento) e soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale si è privilegiato, sul territorio italiano, il trasporto su gomma in danno di quello su ferro e sul mare, di quello aereo meglio non parlarne. Abbiamo goduto del beneficio della nostra posizione geografica strategica e continuiamo a godere di quei benefici. Ma fino a quando ? Il canale di Suez incomincia ad andare stretto alle grandi navi che imbarcano fino a 15mila container, e non soltanto per le stazze ma anche per la gabella che ogni nave deve pagare (circa 300mila dollari a passaggio). Le grandi compagnie, quindi, si stanno attrezzando al fine di creare un nuovo ciclo delle vie del mare baipassando e circumnavigando l’Africa per aprire nuove strade vero i mercati dell’Oceania anche in considerazione del fatto che quanto prima potranno usufruire della nuova via del mare attraverso il canale di Panama. Difatti nelle nuove strategie commerciali Panama assumerà un ruolo fondamentale tra l’Atlantico e il Pacifico ed a tal fine immensi lavori sono già iniziati per allargare il canale e consentire passaggi più celeri ed a navi molto più grosse. Dunque, sostiene Annunziata, il canale di Suez potrebbe perdere nel giro di qualche anno la sua centralità rispetto alle rotte mercantili/commerciali. E se Suez perde la sua centralità tutto il Mediterraneo sarà costretto a rivedere il suo ruolo antico e quasi intoccabile di <<bacino storico per tutti i mercati marittimi mondiali>>. Ne viene da se, dice sempre Annunziata (e io condivido in pieno !!), che tutta la portualità italiana ed anche quella europea devono ritagliarsi un ruolo nuovo e diverso. Non sarà più sufficiente suddividere la portualità italiana in cinque grandi macro-aree; possono andare bene adesso perché dobbiamo combattere con l’invasività del resto dell’Europa, ma saranno inutili domani se lo scenario mondiale risulterà così profondamente modificato. Ed allora cosa serve ? Andrea Annunziata è chiaro ed esplicito nel dire che occorre, per fare l’esempio della Campania, pensare subito ad un unico <<grande porto commerciale>> da realizzare nel salernitano per via dei maggiori spazi in grado di accogliere le grandissime navi da trasporto e consentire, però, ai porti così come sono adesso (Salerno, Napoli, ecc.) una specializzazione molto qualificata per la crocieristica e il diportismo che sono, poi, la vera essenza del turismo che in mille e mille altri modi può essere implementato e migliorato. Insomma una sorta di revisione generale per rilanciare davvero l’economia, lo sviluppo e la crescita assicurando anche migliaia di nuovi posti di lavoro. Altro che beghe e storie spicciole di bassa cultura politica. Per questo discorso che può apparire fantasioso solo per chi non mastica di portualità bisogna prepararsi per tempo e preparare anche il territorio ad una nuova cultura dell’accoglienza per quanto attiene i flussi crocieristici e diportistici. Sarà necessario preparare le aree retro portuali commerciali nei cosiddetti contenitori dismessi che sono già quasi pronti e crearne altri nuovi, con un riammagliamento stradale (solo così vanno bene anche i tunnel di Porta Ovest !!) su gomma e su ferro e implementare l’aeroporto di Pontecagnano sul quale si sono consumate soltanto battaglie politiche senza senso, dirette solo alla conservazione di posti di potere. Da anni non riusciamo a potenziare l’aeroscalo con  l’allungamento della pista sulla quale si stanno infrangendo tutti i sogni salernitani di avere un aeroporto degno di questo nome. Negli ultimi vent’anni, sostiene Andrea Annunziata, si è perso tempo inutile in futili discussioni. Io aggiungerei che al tempo inutilmente perso in futili discussioni va aggiunto anche l’insipienza di chi doveva decidere e non l’ha fatto anche per quanto attiene la delocalizzazione dell’attuale sito portuale. Se fosse già stato deciso, in altri tempi ed in altri luoghi, ora ci troveremmo anni luce davanti al resto della Campania ed in grado di dettare legge rispetto agli altri che sarebbero così costretti ad accodarsi alle scelte salernitane. Peccato che così non è stato. Perché qui, amici lettori, ci siamo fossilizzati sulle piazze e sulle fontane (che non funzionano !!) e sui grattacieli urbani ed abbiamo completamente dimenticato le grandi scelte strategiche che andavano fatte e che, comunque, faremmo ancora in tempo a compiere, purchè si abbandoni l’ossessione delle decisioni e delle scelte monocratiche, apodittiche e dittatoriali. Gli uomini per compiere le scelte per il futuro ci sono, e Annunziata è senza dubbio uno di questi; adesso spetta a noi riappropriarci del nostro destino, senza se e senza ma.

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