Caimangate/56: il potere di annullamento !!

 

Aldo Bianchini

 SALERNO – “Dov’è finito il potere di annullamento ?”, si è chiesto il CTU qualche settimana fa nel contesto di una lunga ed articolata relazione tecnica predisposta dall’ingegnere Luigi Boeri nella sua veste, appunto, di CTU (Consulente Tecnico dell’ Ufficio) inviata alla procura della Repubblica e per essa ai sostituti procuratori che seguono molto da vicino le vicenda urbanistiche e paesaggistiche del costruendo Crescent. L’ingegnere CTU lo ha fatto con un linguaggio assolutamente tecnico, molto ruvido, senza orpelli e con una metodologia operativa da non lasciare scampo a nessuno. Infatti il CTU, in apertura della sua relazione tecnica, pone una domanda importante e significativa per la prosecuzione del suo lavoro di consulente tecnico, difatti scrive: <<Perché il soprintendente dell’epoca non esercitò il potere di annullamento dell’autorizzazione paesaggistica che diede il via alla costruzione dell’imponente opera di Santa Teresa ?>>. Ricordiamo che all’epoca il soprintendente era Giuseppe Zampino che è vero che non esercitò il diritto di annullamento ma si rifugiò nella spocchiosa pratica legale del <<silenzio-assenso>> per un’opera faraonica. Il famoso tecnico ligure, Boeri, azzarda anche delle risposte e mette bene in risalto una sorta di appiattimento della Soprintendenza sulle posizioni del Comune di Salerno e della Commissione locale per il paesaggio. Il termine appiattimento deve far pensare ed anche molto, evidentemente il clima imposto (dal Caimano ?) era tale da non lasciare scampo per soluzioni diverse da quelle volute dal Comune. L’urbanista Boeri se la prende anche con l’attuale CLP (Commissione Locale Paesaggio) che all’epoca si chiamava CECI per il fatto di essere composta, almeno per due quinti dalle stesse persone del 2008 e cioè da Annamaria Renna, Luciano Mauro ai quali, sei anni fa, si accompagnava il dirigente comunale Davide Pelosio (fonte Cronache del Salernitano del 18 maggio 2014); anzi Boeri affonda la lama nella ferita e scrive che: <<la presenza di due dirigenti comunali e di un esperto agronomo oggetto di altri incarichi professionali da parte del Comune rende assai dubbie le caratteristiche di terzietà della Commissione>>. E’ davvero allucinante come un fatto del genere, gravissimo nella sua realizzazione, possa passare inosservato anche alla stessa Procura che, con caparbietà sta indagando sul Crescent; le parole del CTU che vanno comunque prese per quelle che sono, cioè semplici osservazioni critiche di un atteggiamento censurabile, e non possono essere strumentalizzate tout-court contro l’Amministrazione Comunale e, soprattutto, contro il Caimano. Ma è innegabile che in questa benedetta Città c’è un clima irrespirabile di pressioni psicologiche, e non solo, che vengono corredate anche da incarichi professionali e da convenzioni ad hoc; non so come possa fare la stessa Procura a non individuare in queste pratiche almeno una sorta di <<poca linearità procedurale>> senza avere la stretta necessità di arrivare alle considerazioni dall’alto profilo penale che riguardano <<lo scambio tra incarico e successivo consenso indotto>>. Non spetta a me stabilire la sussistenza o meno di un profilo penalmente perseguibile per il fatto che io ti do un incarico (o più incarichi) e tu in cambio mi approvi senza se e senza ma un progetto dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Insomma noi possiamo girare e rigirare intorno all’ostacolo, ma l’osso del problema rimane proprio questo: se non approvi il progetto io non ti do più alcun incarico. Non lo dico io, lo scrive un urbanista di chiara fama che risponde al nome di Luigi Boeri; almeno così io leggo il suo scritto molto pesante ed accusatorio. Certo che la decisione sull’azione penale da intraprendere, o meno, spetta soltanto ai magistrati inquirenti. Una bella gatta da pelare, non c’è che dire, anche perché la relazione tecnica di Boeri è stata inviata, a cura di Italia Nostra e No Crescent alla Soprintenza di Gennaro Miccio che è chiamata a decidere ed esprimere il proprio rinnovato parere sulla gigantesca opera e a cui la CLP ha già inviato nei giorni precedenti le elezioni europee la propria documentazione ovviamente con esito positivo (scrive sempre Cronache !!). Nelle precedenti puntate ho parlato spesso di Giuseppe Zampino ma sempre sulla base di considerazioni logiche, ora si aggiungono fatti e relazioni sull’opera che quell’uomo doveva svolgere a Salerno e non ha svolto. E non c’è nessuno in grado di dirgli di rimanere definitivamente a casa. Davvero cose dell’altro mondo. Addirittura nel 2008 quella “decisione-non decisione” di Zampino fu criticata anche dalla stessa Soprintendenza Regionale, ma anche in questo caso non è accaduto nulla, niente di niente. Fortunatamente ci sono Italia Nostra e No Crescent che vigilano e non intimoriscono come vorrebbe far credere De Luca, vigilano nell’ottica di quello che è il loro compito specifico, altro che storie.

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