Caimangate/60: Miccio dice no … e Zampino ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Il primo vero <<no>> dell’era deluchiana è arrivato, con molto ritardo, secco e deciso proprio in faccia al sindaco Vincenzo De Luca da chi Lui, forse, non se l’aspettava mai. Ovvero aveva avuto precise avvisaglie ma, come nel suo stile, aveva cercato di scaricare la colpa su altri anche formalizzando denunce contro Italia Nostra e i Figli delle Chiancarelle per <<diffamazione conclamata e danno di immagine della città oltre ad un tentativo di intimidazione nei confronti della Soprintendenza e ad un atto di volgarissima speculazione>> (parole di de Luca !!); denunce anticipate sostanzialmente un paio di mesi fa quando parlò di <<un tentativo di intimidazione nei confronti della Sovrintendenza>> che doveva esprimere il parere paesaggistico sul costruendo <<Crescent>>. Ora arriva l’anticipazione del no da parte della Soprintendenza con provvedimento scritto e firmato dal capo ing. Gennaro Miccio che ha dovuto anche e giustamente tener conto della sprucita polemica che il Comune aveva innescato contro l’architetto Fausto Martino (per dieci anni assessore all’urbanistica con De Luca ed ora dirigente tecnico della Soprintendenza) perché secondo l’assai teorica tesi dello stesso Comune non si doveva correre il rischio di affidare l’istruttoria della pratica a Martino perché palesemente avversario del sindaco e dell’opera in costruzione. Ma di questa squallida vicenda mi occuperò con le prossime due puntate di Caimangate per descrivere tutto quello che è avvenuto tra Eva Avossa (vice sindaco in carica) e Fausto Martino.  Per il momento si tratta di un <<preavviso di provvedimento negativo>> che fissa il termine di dieci giorni per le controdeduzioni del Comune. Un cazzotto in pieno viso per il sindaco se consideriamo che la Soprintendenza per anni aveva pedissequamente approvato ogni richiesta che il Comune inviava, almeno quelle che contavano, fino ad arrivare all’obbrobrioso silenzio-assenso praticato (legittimamente !!) dal precedente soprintendente Giuseppe Zampino per non pronunciarsi già nel 2008 con un poderoso <<no>> contro la mostruosità di un’opera che ancora doveva sorgere e che andava fermata. Prima del <<no>> deciso di Miccio il <<sistema di potere deluchiano>>, basato sull’assoluta fedeltà e obbedienza di chi gli sta intorno, era stato incrinato paurosamente dalla relazione del CTU della Procura, Luigi Boeri, che aveva apertamente parlato di <<appiattimento della Soprintendenza sulle posizioni del Comune di Salerno e della Commissione locale per il paesaggio>>; di questo sistema e di chi sta intorno vi racconterò nelle prossime puntate puntando l’indice su tutte le donne e gli uomini del Sindaco. Per dare un giudizio definitivo dobbiamo comunque aspettare, è anche possibile che il Comune porti prove talmente evidenti circa la fattibilità dell’opera che il preavviso di provvedimento negativo potrebbe anche trasformarsi in una vittoria alla deluchiana maniera. Qualche domanda già adesso, però, dobbiamo tutti porcela. Così com’è il Crescent sembra un mostro, questo è pacifico, che il Comune abbia spinto sull’acceleratore nel cantierizzare l’opera nelle more o dopo il silenzio-assenso di Zampino è altrettanto palese; perché, dunque, in questo benedetto Paese tutti i provvedimenti contro o in favore delle opere pubbliche (ammesso che ci sia qualcosa di pubblico anche nel Crescent !!) devono arrivare con anni e anni di ritardi ?  Insomma è giusto aspettare che un <<sistema di potere>> mostri le prime crepe del cedimento per intervenire ? prima non è possibile ? La responsabilità di quanto accaduto può ricadere tutta su Zampino che ha già responsabilità grosse come una montagna ? Infine perché saremo tutti costretti a tenere e a vedere in piedi un mostro per anni e anni ? Ovvero a questo punto non sarebbe meglio completarlo, al di là delle contestabili responsabilità ?  Mi sembrano cose così semplici che potrebbero essere risolte con la logica del ragionamento invece di incamminarci imbastardendoci in denunce e contro denunce, in ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, alla Procura della Repubblica, ecc. ecc.; così come mi sembrava semplicissimo (ho scritto diversi articoli !!) capire che incapsulare il Fusandola poteva essere una specie di delitto non tanto contro la natura ma addirittura contro la città e i suoi abitanti. Mi chiedo: ma è così difficile capire queste cose ? perché incaponirsi in maniera così ottusa quando <<i lucani>> non sono né testardi e né ottusi. Ora che il primo vero <<no>> è arrivato Vincenzo De  Luca ne prenda atto; non altri, è solo lui che deve prenderne atto, gli altri non contano niente. Ne prenda atto con dignitosa coscienza, senza continuare con le sue apodittiche esternazioni (televisive e non !!) ed ammetta, almeno una volta, di avere sbagliato. La gente capirà perché sa che vuole decidere da solo e che non ascolta nessuno, sa che non ha avuto e non poteva avere consiglieri di vaglia, sa e vede le tante cose buone ha fatto per la città, sa che senza di lui forse lo stato sociale non si sarebbe risollevato dalle secche in cui era finito con tangentopoli, sa che un altro politico di eguale statura non c’è. So benissimo che per De Luca ammettere di avere sbagliato è quasi impossibile ma le cose impossibili per lui sono  congeniali al suo modo di essere. Il solito lettore di giornali (compreso questo !!) incontrato dinanzi l’edicola a Torrione l’altro giorno mi ha detto con tono di sfida: <<Avete visto, Miccio è un eroe e voi siete stato smentito, non è un servo sciocco di De Luca !!>>. Con la solita pacatezza gli ho risposto che Gennaro Miccio è sicuramente un valido professionista ma che altrettanto sicuramente non è un eroe e che nel dire no al mega progetto di De Luca ha fatto soltanto il suo dovere, cosa che non seppe o non volle fare il suo predecessore Zampino che qualcuno adesso dovrebbe velocemente chiamare alle sue responsabilità per il pesante danno d’immagine causato alla città e per tutte le altre conseguenze che l’intera comunità è costretta a pagare. Alla prossima.

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