Borsellino: da Sassano … la fedeltà dei carabinieri !!

Aldo Bianchini

SASSANO – Intitolazioni di strade – piazze e ville, solenni discorsi commemorativi, scoprimento di lapidi e busti, ripetizione enfatizzante di frasi particolare che hanno il sapore del “déjà-vu”, conferimento di medaglie ed encomi, tutte cose che ormai vanno assumendo la veste della ritualità e che si sprecano in tutto il Paese. Non è solo così che deve essere ricordato il sacrificio dei due magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I cosiddetti <<giorni della memoria>> devono innanzitutto entrare nell’immaginario collettivo e nella cultura delle nuove generazioni di un Paese civile come il nostro; poi vanno bene anche le cerimonie imbandierate, i discorsi, le intitolazioni e i conferimenti. Non a caso, e non è un caso unico, la dimostrazione è venuta da un nugolo di ignari ragazzi di Sassano che ha continuato in schiamazzanti giochi nonostante a pochi metri da loro si stesse celebrando, nella Villa Comunale che da domenica 20 luglio 2014 è intitolata a Paolo Borsellino, un momento particolare che andava vissuto nel rispettoso silenzio di chi ha offerto la propria vita in cambio della sicurezza di tutti noi. E non alludo soltanto a quei due magistrati ma a quei valorosi carabinieri delle scorte che oggi come allora mettono in gioco la propria esistenza e quella delle loro famiglie per onorare, giorno dopo giorno, quell’antico patto di amicizia che l’Arma ha sigillato duecento anni fa con il popolo italiano. Per capire l’onore dei Carabinieri è stato sufficiente, almeno per me, ascoltare la <<preghiera del carabiniere>> letta in maniera sublime dal tenente colonnello Pasquale De Luca con voce rotta dall’emozione ma ferma e decisa come si conviene ad un carabiniere tutto d’un pezzo. Anche questa volta Sassano e la sua comunità, grazie all’ attivismo del suo sindaco Tommaso Pellegrino, sono andati al di là della semplice commemorazione e/o intitolazione in memoria di Paolo Borsellino; la presenza dei massimi vertici regionali dell’Arma, di molti sindaci del comprensorio, del sottosegretario alla difesa on. Gioacchino Alfano (figlio di carabiniere) e del vescovo Mons. Antonio De Luca hanno conferito alla cerimonia un carattere più educativo e culturale piuttosto che semplice ricordo di un sacrificio. In tutti gli interventi è stato messo in evidenza lo splendido rapporto esistente tra il carabiniere e il cittadino con un valore aggiunto per il carabiniere, valore costituito dal fatto non di poco conto che il carabiniere in genere è sempre e comunque disposto ad offrire la propria vita per la sicurezza del cittadino. E tutta qui la grandezza dell’Arma e della sua fedeltà mai intaccata nei secoli. Il resto è semplice cronaca di un avvenimento tenacemente voluto e che, a cominciare dall’intitolazione della Villa, non ha mancato di suscitare in un recente passato anche dibattiti di una certa asprezza politica. Ma si sa che la scelta dei nomi cui dedicare le opere pubbliche suscita sempre commenti e distinguo; la scelta spetta di diritto all’amministrazione in carica a patto che venga tutelato il diritto dell’opposizione a manifestare il proprio dissenso. Come accade un po’ dovunque, anche qui nel Vallo di Diano e specificamente a Sassano potevano anche esserci altri personaggi cui intitolare la Villa, del resto se ne è parlato per almeno un decennio, anche se la scelta di Paolo Borsellino mi sembra assolutamente in linea con lo spirito di legalità che il sindaco ha scelto di dare fin dal primo minuto alla sua azione politica.  L’ottima fanfara (una delle diverse sezioni in giro per il Paese) ha riportato tutti all’attualità stringente della cerimonia con un concerto molto seguito ed anche applaudito dal numeroso pubblico presente.

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