“Celiachia e…”

 

Giovanna Senatore

 

Sabato 20 settembre al Gran Hotel Salerno si è tenuto un corso di aggiornamento dal titolo “Celiachia e…” organizzato dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) e destinato a diverse figure del settore sanitario quali medici-chirurghi, dermatologi, pediatri, infermiere nonchè biologi nutrizionisti. Lo scopo del confronto era aggiornare su questa “malattia” e rendere solleciti i professionisti del settore nell’intercettare l’eventuale intolleranza al glutine da manifestazioni o sintomi clinici anche atipici. Responsabile scientifico dell’AIC campana è il dottor Basilio Malamisura che ha dato il via al corso con la sua relazione sull’epidemiologia della celiachia, essa non è solo un problema dei paesi occidentali ma anche di quelli in via di sviluppo. Si è osservato anche che la cosidetta “celiachia tipica” (ossia quella che comporta i classici sintomi

gastrointestinali) è solo la punta di un iceberg visto che esistono una serie di manifestazioni atipiche oltre che una cosidetta “forma silente” ossia senza sintomi. La celiachia non è una malattia ma, piuttosto, una condizione clinica che si manifesta con un’intolleranza permanente al glutine. Tale complesso proteico è presente in alcuni cereali (frumento, orzo, farro) e nei suoi derivati, ha scarse proprietà nutritive, l’unico pregio è il suo potere addensante, viscoso, che facilita la lavorazione degli alimenti. La diagnosi di celiachia ha un suo iter, come ben hanno evidenziato i relatori, prima tappa è il dosaggio degli anticorpi specifici e poi la biopsia intestinale. Attraverso l’esame del sangue vengono dosati gli anticorpi antiendomisio e anti transglutaminasi di classe IgA, la loro positività dovrebbe essere confermata con la biopsia dei villi intestinali che risultano atrofizzati se compromessi dalla celiachia, spesso, quando si è in presenza di evidente sintomatologia, tale esame viene effettuato anche se la sierologia è negativa. E’ chiaro, ormai, che la celiachia si sviluppa solo in soggetti geneticamente predisposti sembra, però, che alcuni fattori ambientali possono favorirla: lo svezzamento, la gravidanza, il consumo eccessivo di prodotti contenenti glutine. Tale condizione clinica, oltre alle manifestazioni intestinali ormai conosciute (diarrea, dolori addominali diffusi, dimagrimento, vomito, astenia), comporta, come ci è stato

esposto dai vari relatori tra cui la dottoressa Carolina Ciacci, i dermatologi, il dottor Antonio Rispo e il dottor Bruno Brunetti, una sintomatologia che tocca diversi distretti del nostro organismo. Ad esempio la celiachia può condizionare lo stato di salute dei denti oppure della pelle (la dermatite erpetiforme, ad esempio, è correlata alla celiachia) o del sistema endocrino (comportando amenorrea, oligospermia, poliabortività) o ancora delle ossa (osteoporosi) ed altro ancora. A conclusione del corso, oltre ad evidenziare che la ricerca scientifica sta lavorando su diversi fronti per trovare una soluzione efficace a questa condizione clinica, è risultato chiaro che, ad oggi, l’unica “cura” possibile resta la dieta priva di glutine a cui bisogna aderire in maniera seria e attenta. La soglia di tolleranza al glutine per un celiaco è molto bassa, basti pensare che una sola pennetta supera tale limite, ecco perchè è fondamentale evitare qualsiasi eccezione, tenendo conto che la completa compliance alla dieta ha come effetto la remissione dei sintomi e dei segni clinici.

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