Bcc Monte Pruno: oltre l’asticella … tra conferme, emozioni e successi

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Nella vita di una Banca, soprattutto quelle di Credito Cooperativo, ci sono sempre ubicazioni, confini, paletti ben definiti e predeterminati; insomma c’è sempre una sorta di asticella oltre la quale è difficile, se non impossibile, andare. La Bcc Monte Pruno, invece, in un sol balzo è andata oltre quell’asticella; quasi come quel “salto in alto” dello straordinario George Horine (atleta californiano) che nel 1912 a New York scavalcò, per primo al mondo, l’asticella posta a mt. 2.02 con uno stile che all’epoca fu definito “western roll” ovvero “rullo californiano”. La similitudine per qualcuno potrà suonare anche improponibile ma a me (ed è quello che conta !!) la Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino la mattina del 3 novembre scorso è apparsa come un vero e proprio “rullo compressore” che spazza via ogni resistenza, ogni invidia, ogni titubanza con forza e determinazione senza mai essere sopra le righe della compostezza nell’ambito della giusta e sana competizione e senza mai mostrare, oltre la forza e la fermezza, i caratteri della superiorità e dell’arroganza. Del resto l’intero staff che governa la Bcc ha mutuato, pari pari, le caratteristiche umane, caratteriali e professionali del suo leader indiscusso Michele Albanese. Ebbene la mattinata del 3 novembre 2014 passerà, probabilmente, alla storia della Bcc Monte Pruno come il giorno del passaggio dell’asticella, passaggio che consente l’avvio di un percorso ancora difficoltoso per la conquista di un mercato molto diverso da quello in cui è stata abituata a muoversi fino ad oggi. Cominciando questa nuova via non dalla periferia di una regione (che, per vicinanza di confini e equivalenza di interessi ed entrature, può essere anche facilmente accessibile) ma dal cuore pulsante della regione stessa, cioè dalla città capoluogo di regione “Potenza” è certamente una dimostrazione di sicurezza e di efficienza manageriale. Proprio a Potenza, una città che, per molti versi, non è più la cenerentola d’Italia e che dopo la tragedia del terremoto dell’80 ha saputo risollevarsi per ripartire su solide basi politiche, sociali, economiche e imprenditoriali che l’hanno spinta tra le prime in assoluto del Paese. Ecco perché la sfida della leader-schip della Bcc Monte Pruno va oltre l’asticella della semplice inaugurazione di una nuova sede in una provincia e in una regione diversa. Quella mattina mi sono divertito a fotografare moltissimi momenti di quella “celebrazione” e sfogliando e rivedendo con attenzione al computer tutte quelle immagini ne ho scoperto una che, in particolare, rimanda ai lettori l’esatta dimensione del direttore generale e della stessa banca che spesso ho definito “dal volto umano”. Chi fa il giornalista sa benissimo che le foto parlano e raccontano da sole, come se fossero veri pezzi scritti ed elaborati a tavolino, non a caso esiste un “premio Pulitzer” per la foto più significativa dell’anno. Si tratta di una foto (in alto sotto il titolo)  scattata senza neppure guardare nell’obiettivo, la ressa dei veri fotografi e l’inesperienza non mi consentivano di abbassare le braccia; guardatela anche voi attentamente. E’ stata scattata qualche secondo dopo il taglio del nastro che Michele Albanese aveva lasciato alla presidente Anna Miscia e mostra chiaramente l’emozione e la commozione ch sta per travolgere il direttore generale; è stato soltanto un attimo, fortunatamente e casualmente ripreso, che Michele Albanese ha saputo trattenere e respingere, ma è stato un attimo significativo nella vita di un uomo che ha tagliato tanti nastri, che ha aperto tante filiali ma che fino al 3 novembre scorso non aveva ancora provato a superare la famosa asticella e, soprattutto, non aveva ancora concretizzato il suo sogno segreto dello “sbarco sulle rive del Basento” nella città capoluogo di regione più alto d’Italia.  E lo ha fatto, come sempre, come nel suo carattere di uomo venuto da lontano, di uomo passato attraverso sacrifici, rinunce, forse anche umiliazioni; tutte cose che ne hanno temprato il carattere nell’umiltà e lontano mille miglia dall’arroganza e dalla superiorità. Le stesse doti, come poco prima scrivevo, che sono state passate a tutti i componenti lo staff direttivo, e non solo, della sua banca. Non si è trattato, dunque, di una semplice e compassata inaugurazione ma di una sfida lanciata in un mondo socio-economico-politico stracolmo di frutti maturi che attendono soltanto di essere raccolti, un mondo nuovo che può a sua volta lanciare la Bcc Monte Pruno verso traguardi davvero sorprendenti e tuttora inimmaginabili. Con la prova di forza e capacità professionale di Potenza, addirittura con la sede di fronte ad un’altra banca, credo che la Bcc Monte Pruno abbia definitivamente abbattuto anche i paletti burocratici e i confini territoriali che fino ad oggi hanno, per molti versi, limitato e contenuto l’azione delle banche di credito operativo; tutto questo, bisogna rimarcarlo, grazie alla grande capacità di Michele Albanese di mettere insieme in un’unica squadra persone e identità completamente diverse (a cominciare da se stesso e dal suo look fatto di giacche e pantaloni normali contro giacche ridottissime e pantaloni attillati dei suoi manager, come a dire che il passato può facilmente convivere con il presente) che sotto la sua guida sono state lanciate alla conquista di obiettivi sicuramente esaltanti. E per fare tutto ciò Michele Albanese non ha avuto bisogno di rottamare nessuno, ha salvato la storia ed esaltato il presente verso un futuro molto radioso. Tutta qui la validità e la concretezza del modello organizzativo di Albanese; un modello facile da descrivere ma difficilissimo da attuare; tanto è vero che neppure il rottamatore nazionale c’è riuscito ed ora rischia di essere travolto dalla sua stessa impetuosità. Per  poter chiudere questo mio approfondimento ritengo necessario trascrivere una frase di una mail che un collaboratore ha inviato a Michele Albanese la sera stessa di Potenza a conclusione di una giornata in cui si è verosimilmente concretizzato un sogno, una mail che è stata letta e commentata a Udine nell’ambito di una conferenza, presso la Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia, da Giulio Carè (uno dei migliori formatori della Scuola di Formazione “Accademia” di Roma delle Banche di Credito Cooperativo); ecco la frase: “”Oggi (3 novembre 2014) non solo siamo arrivati a Potenza, oggi è stato realizzato un sogno. Il sogno di arrivare in una città, in un capoluogo di regione. Oggi Potenza ha avuto il primo assaggio della Monte Pruno, un assaggio di stile e qualità. Alle 16:30, nel vostro ufficio, già si pensava al domani. Questo è il segreto del successo: i grandi risultati, da noi, servono a porsi, da subito, obiettivi più ambiziosi da raggiungere, alzando l’asticella sempre di più, senza cullarsi sugli allori, senza pensare che ora il giocattolo girerà per inerzia. La differenza sta nel fatto che il primo a dare questo esempio siete proprio voi…””. Quello stesso collaboratore qualche ora prima, mentre si stava esaurendo il ricevimento organizzato presso il “Grande Albergo”, con garbo e signorilità ad una mia incauta domanda aveva risposto con serena professionalità: “”Incominciamo subito, fra poco, alle 16.30”. Con questi collaboratori e dipendenti innalzare ancora di più l’asticella non è stato e non sarà un rischio per agguantare altri e sempre più importanti successi. Davvero “ad majora”. E il sogno ? Scusatemi !! non potevo tralasciare il sogno evocato dalla suddetta mail; quel sogno iniziato cinquantadue anni fa da un manipolo di “vecchi sognatori” che sicuramente conoscevano le cooperative ma di certo non sapevano nulla delle banche e del mondo della finanza; quel sogno che Michele Albanese (del quale domenica prossima si commemora a Roscigno il ventennale dalla morte con la presentazione del libro scritto da Geppino D’Amico) seppe, per tempo, afferrare tra le nuvole lasciando sulla terra quella giusta e necessaria modernizzazione della cooperativa nel frattempo divenuta banca ed a passare il testimone a suo nipote Michele Albanese che ha saputo completare l’opera ed a concretizzare il sogno in una splendida realtà frutto di un sapiente lavoro di ricucitura tra passato, presente e futuro.

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