Jesi Porta Valle: “Faccia Presto”: il grido rivolto al Procuratore e al Prefetto.

 

Antonio Citera

 

JESI PORTA VALLE – L’ennesima petizione popolare. Dopo quella redatta lo scorso dicembre, gli abitanti di Porta Valle ( popoloso quartiere di Jesi ) ci riprovano. L’obiettivo è scritto nella lettera inviata alla Procura e alla Prefettura di Ancona. Ripristinare la legalità e la sicurezza nelle strade del quartiere da anni invaso da extracomunitari senza scrupoli. La petizione firmata da tutto il quartiere è impregnata di esasperazione, le persone sono al limite della sopportazione, chiedono l’intervento dello Stato per ripristinare la sicurezza smarrita. Minacciano auto giustizia. Spaccio di droga, atti osceni, risse continue e quant’altro, una guerriglia urbana che quotidianamente mette in serio pericolo l’incolumità di uomini, donne e bambini residenti a Porta Valle. La petizione, inviata qualche settimana fa sembra abbia sortito l’effetto desiderato infatti, nei giorni scorsi una rappresentanza del quartiere è stata sentita in Commissariato. L’incontro si è concluso con la promessa ( speriamo non da marinaio )  di una risoluzione della vicenda in breve tempo. Gli stessi rappresentanti nelle scorse settimane, hanno più volte sollecitato anche l’amministrazione comunale chiedendo a più riprese un incontro con il sindaco il quale, per impegni non ha mai potuto/voluto parlare con loro.  Di seguito riportiamo il contenuto della petizione:

Raccolta firme ( Porta Valle ) . Tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico. ( FACCIA PRESTO!!! )

Egregio Dottore, con la presente testimoniamo la necessità di essere tutelati dalla “guerriglia” che quotidianamente siamo costretti a condividere. Ci ritroviamo a essere spettatori inermi di uno “sfregio” all’etica e alla morale della convivenza. Bande di teppisti nullafacenti che ubriachi e sotto effetto di stupefacenti si ritrovano davanti a un presunto locale che in teoria dovrebbe somministrare panini e bibite ma, in pratica è un vero è proprio spaccio di super alcolici e “quant’altro”. Il locale sito in via Giacomo Acqua è il punto di ritrovo di etnie di vario stampo e varia tipologia accomunati dalla non educazione e dal non rispetto delle regole nonché, delle norme che dovrebbero far parte di una società civile. Un perpetrarsi continuo di schiamazzi, urla, atti osceni e chi più ne ha ne metta. Strade diventate dei veri e propri ring da combattimento che, specialmente nelle ore serali costringono tutti noi a un coprifuoco forzato. Ci siamo più volte prodigati telefono alla mano a digitare i famigerati numeri di pronto intervento 112, 113, ma le risposte sono state sempre le stesse: “ non possiamo fare niente “ addirittura qualcuno ci ha suggerito di cambiare casa, come a dire “ è gente protetta “. Risposte che date da carabinieri e polizia ci gelano l’animo e ci scoraggiano al punto da dover imprecare la sua azione, in primis perché le compete e poi perché come noi è una persona quindi, capisce bene che vivere in queste condizioni è diventato praticamente impossibile, abbiamo bambini, adolescenti e, il solo pensiero che potrebbero essere coinvolti nelle barbarie sopra descritte ci spezza il cuore. Lo urliamo con tutta la forza che abbiamo dentro, lo imprechiamo e lo esigiamo, “ VOGLIAMO RITORNARE A VIVERE”.  Già a dicembre scorso ci siamo impegnati a raccogliere le firme. Non abbiamo risolto niente se non una breve calma apparente. Un mese di controlli e pattugliamenti asfissianti da parte delle autorità competenti e poi il buio totale.  Sedotti e abbandonati proprio da chi dovrebbe tutelarci, dal sindaco che ha promesso l’installazione di telecamere, dai carabinieri e dalla polizia che a detta loro hanno paura di intervenire, un timore senza giustificazione dettato da una legge che applicata in maniera birichina, ci condanna e ci costringe alle umiliazioni e  alle angherie di extracomunitari impazziti.  Scusateci lo sfogo ma, non reggiamo più all’impatto, stiamo cedendo, LA NOSTRA RABBIA STA PER ESPLODERE , non costringeteci a farci giustizia da soli, sarebbe la cosa più umiliante per chi come noi crede ancora nella legge, nel rispetto delle istituzioni. Siamo persone umili, lavoratori, viviamo alla giornata, ci sacrifichiamo per contribuire al fabbisogno della NAZIONE ma, allo stesso tempo pretendiamo il giusto compenso, quei diritti sacrosanti che la nostra COSTITUZIONE ci garantisce: LIBERTA’, TUTELA, DIGNITA’. Porta Valle ci crede, crede in LEI, sicuramente saprà accogliere la nostra supplica e in breve tempo ci LIBERERA’ da questa schiavitù che ci affligge e mette in serio pericolo la nostra incolumità.

 

 

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