Incontro al Teatro Verdi con Glauco Mari

 

Giovanna Naddeo

 SALERNO – Anche quest’anno riparte la stagione teatrale del Teatro Verdi di Salerno, che da anni registra un numero sempre più crescente di abbonamenti annuali. Non solo; con essa ripartono anche Dietro le quinte, i celebri incontri del venerdì pomeriggio durante i quali il pubblico salernitano ha l’occasione di conoscere il cast o persino i protagonisti dello spettacolo previsti in cartellone.

Tanti gli attori attesi sul palcoscenico del Teatro Municipale: da Stefano Accorsi a Christian De Sica, da Massimo Ranieri a Vittoria Puccini, da Roberto Herlitzka a Vinicio Marchioni.

Grandissima partecipazione del pubblico salernitano, adulti e ragazzi, il 7 novembre scorso al primo Dietro le quinte della stagione 2014/2015 insieme a un grande maestro del teatro italiano, e non solo: Glauco Mari.

L’ormai ottantenne regista e attore di fama internazionale firma la regia e l’adattamento teatrale di Una pura formalità,  tratto dall’omonimo film di Giuseppe Tornatore.

Il lungometraggio, girato nel ’94, fu accolto con riservo dalla critica mentre oggi è considerato un piccolo capolavoro. Nella versione teatrale Roberto Sturno, altro grande artista del teatro italiano,  interpreta  lo scrittore Onoff, mentre Mari ricopre il ruolo del Commissario. Insieme ricreeranno quell’intensità, quel ritmo illuminato da colpi di scena, che daranno vita a una razionale e commossa visione della vita.  Pur con la tipica atmosfera da thriller, Una pura formalità si mostra al pubblico come un viaggio alla scoperta di se stessi.

Come afferma lo stesso regista: “Questo spettacolo nasce dal desiderio di aiutare gli altri a conoscere se stessi, a ritrovare la loro vera natura. Ed è proprio questa, in generale, la vera funzione e il vero obiettivo del teatro. Gli attori si truccano e attraverso la finzione teatrale parlano della realtà. Raccontiamo le favole di Fedor Dostoevskij, di Luigi Pirandello, Samuel Beckett e nel contempo parliamo della vita di tutti noi, delle nostre brutture, speranze e gioie. Questa affabulazione trasmette alla gente ricchezza, emozioni, sensazioni. È chiaro, il teatro non può lanciare dei punti esclamativi, delle verità, solo degli interrogativi, delle inquietudini. Se il pubblico in sala torna a casa con dei dubbi su cui riflettere, allora il lavoro dell’attore ha avuto un’utilità.”

Diversi gli argomenti trattati nel corso dell’incontro: dalla genesi dello spettacolo alla valenza del teatro oggigiorno, dalla lunga e prospera carriera di Mari a teatro e al cinema  sino alla sua esperienza lavorativa con i grandi registri e maestri, tra cui Eduardo De Filippo e Nanni Moretti.

Al termine dell’incontro Mari ha ringraziato tutti, in particolar modo i giovani, la vera speranza del Paese, con i quali si è trattenuto anche per scattare qualche foto.

Mari ha concluso l’incontro in questo modo: “Spesso, quando sono in scena, intuisco cosa farà l’attore davanti a me: va lungo, prende fiato, si ferma. Invece poi mi sorprende e fa una corsa. La pazzia significa andare contro le regole. La pazzia è il grottesco. Io penso che il vero modo di rappresentare la vita sia il grottesco: non è né dramma né comica, ma l’impasto tra la lacrima e lo sberleffo.”

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