Qualità della vita del Sole 24 Ore: il Sud resta al palo

Filippo Ispirato

Puntuale a fine anno arriva la classifica sulla qualità della vita nelle provincie italiane stilata la Sole 24 Ore. Diversi i parametri presi in considerazione nell’analisi del principale quotidiano economico finanziario italiano: servizi, ambiente, asili, affari, lavoro e popolazione.  

Nell’edizione di quest’anno a salire sul podio sono Ravenna, al primo posto, seguita da Trento e Modena; fanalino di coda Agrigento, che perde diverse posizioni rispetto all’anno scorso, in compagnia di Reggio Calabria e Foggia.  

Dalla classifica viene confermato il solito divario tra le province del Centro Nord, che sebbene abbiano avuto forti difficoltà negli ultimi anni, mantengono un certo tenore di vita ed un benessere sostanzialmente invariato, e quelle del Mezzogiorno, che sprofondano sempre più in una recessione permanente e in un circolo vizioso che deprime l’economia ed il benessere dei suoi cittadini.  

Oltre alla distanza tra Nord e Sud, emerge un altro dato molto interessante e meno scontato: la qualità della vita è migliore nei centri medio piccoli che nelle grandi città. Questo probabilmente perché i centri di medie dimensioni non soffrono di tutta una serie di problematiche legate alla sicurezza, maggiormente sentiti nelle metropoli.  

Qual è la situazione nella nostra regione? Ovviamente la Campania non è messa bene in questa classifica, con Salerno stabile, rispetto all’anno precedente, al 93simo posto, Avellino e Benevento rispettivamente 87sima ed 84sima, Napoli al 96simo e Caserta, ultima tra le nostre province, al 104 simo posto.  

Ricordiamo che questa classifica è riferita all’intera provincia e non solo alle città capoluogo. La nostra provincia risente in particolare di una vastità del territorio maggiore rispetto ad altre, aspetto da non sottovalutare, in particolare per quanto riguarda la presenza di vaste aree del territorio, comprese tra il Vallo di Diano, il Cilento e l’Alto Sele che distano sensibilmente da grandi centri e si trovano spesso in territori non pianeggianti che rendono complessi gli spostamenti ed i collegamenti con i centri più importanti della provincia salernitana.  

A parte questa considerazione, che potrebbe modificare solo in parte il dato, la realtà socio economica è difficile e non va sottovalutata: le ricette per migliorare la situazione attuali sono sempre le stesse. Ormai è nota a tutti l’inefficienza e la burocrazia della macchina amministrativa e della pubblica amministrazione, e l’alta inefficienza e l’incapacità spesso di saper utilizzare i fondi europei a disposizione delle regioni meridionali. Solo attraverso un impegno concreto di imprenditori, associazioni di categoria e pubblica amministrazione efficiente sarà possibile modificare la situazione, altrimenti non solo il prossimo anno, ma anche negli anni a venire la situazione sarà sempre la stessa.

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