Sanza. Parte la raccolta firme per uscire dal Parco Nazionale.

 

 

Antonio Citera

SANZA – L’assemblea cittadina si terrà mercoledì 18 febbraio alle ore 20.30 presso l’edificio polifunzionale sito in Piazza XXIV Maggio. Dopo la petizione popolare contro il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli montani che ha avuto l’esito sperato, il Comitato cittadino “Basta Soprusi” riparte all’attacco. A finire sul banco degli imputati questa volta è il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. L’Ente, istituito nel 1991 che circoscrive un’area protetta  di 181.048 ettari sulla terra ferma, e 9000 in mare,  si è prefisso lo scopo di sviluppare il territorio, salvaguardando l’ambiente, la flora, la fauna e, soprattutto creare uno sbocco occupazionale e di sviluppo in  quelle aree che da sempre hanno convissuto con una crisi di identità dettata dalle istituzioni. In venti anni di gestione, tutto ciò non è avvenuto anzi, entrando nello specifico, e scandagliando il territorio palmo dopo palmo, possiamo affermare che  in alcune zone è avvenuto l’esatto contrario.  Un Parco dalla doppia faccia, se da un lato la sua azione ha portato “progresso”, ( vedi zone costiere ) dall’altro come nel caso specifico del comune di Sanza, ( occupata per un ampio raggio dal Parco ) ha creato disagio ai cittadini, i quali recriminano da sempre la non utilità di questo strumento ( così come è stato gestito ) portatore di vincoli, di distruzione ( basta guardare i tanti cinghiali che vivono liberamente senza controllo alcuno ) e non coerente con le premesse che lo hanno visto nascere e crescere, insomma, una sorta di catena al piede per il territorio di Sanza, vincolato  e disagiato .

“Basta prese in giro – ci dicono dal Comitato – sono anni che i vertici dell’Ente ci purgano con promesse e sogni mai realizzati. Il Parco così com’è ci costringe a una burocrazia asfissiante e a un tenore di vita vincolato dalle loro leggi irrazionali. Speravamo nello sviluppo del territorio e invece ci siamo ritrovati circoscritti tra le nostre mura. Invitiamo tutti i cittadini ad aderire alla nostra iniziativa e soprattutto a firmare la petizione popolare. L’unione fa la forza, uniti possiamo lottare per ripristinare quei diritti che spesso ci sono negati ”.

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