VASSALLO: non è stato ucciso dalla camorra … lo dicono il sindaco e il fratello


Aldo Bianchini

SALERNO – Da “Il Mattino” del 16 e 17 settembre scorso la notizia è esplosa in tutto il Paese perché diffusa dal sindaco di Pollica (Stefano Pisani) e dal fratello del sindaco pescatore (Dario Vassallo). In verità la notizia si divide in due tronconi ben precisi; il primo, quello di Pisani, afferma che Angelo Vassallo non fu ucciso dai clan; il secondo lancia l’ipotesi della camorra dei colletti bianchi come possibile mandante del delitto. Oltretutto il primo, Stefano Pisani, attacca anche Dario Vassallo e stufo dice: “Basta fango, Vassallo faccia i nomi di chi sa e tace”. Accuse durissime, ipotesi altrettanto forti e devastanti; il tutto va nella direzione dal sottoscritto sempre immaginata, avanzata e scritta: “Vassallo fu vittima di un delitto d’impeto ben lontano dalla camorra e dallo spaccio di stupefacenti”. L’ho detto e scritto in tutte le salse, l’ho ripetuto dinanzi al pm Rosa Volpe in un lungo interrogatorio come persona informata dei fatti. Il numero dei proiettili esplosi non rispecchia un’azione camorristica preordinata e premeditata; da qui la convinzione del delitto d‘impeto messo a segno da qualcuno che conosceva benissimo il sindaco pescatore e che con lo stesso, forse, stava parlando quella sera maledetta. Immagino la scena, l’assassino in piedi e Vassallo seduto in macchina, poi il gesto di fare una telefonata che probabilmente scatenò l’ira funesta dell’amico-nemico che scaricò l’intero caricatore della sua pistola sul malcapitato. Per questi motivi si brancola nel buio assoluto; un delitto ovviamente mai confessato a nessuno, neppure ai suoi familiari più cari; niente di niente. L’assassino, poi, anche palesemente spaventato lascia la scena del crimine e va via; non ha toccato l’autovettura di Vassallo, non ci sono impronte, non getta via nemmeno la pistola che avrà gelosamente custodita chissà dove in un luogo lontanissimo da Pollica. Probabilmente ritorna anche in piazza e sicuramente corre anche lui sul luogo dell’agguato insieme a tantissima altra gente. Tutto spontaneo e naturale; un copione che non aveva studiato perché mai previsto, ma improvvisato al momento senza alcun tentennamento; un copione che poi ha rifinito nelle settimane e nei mesi successivi rimanendo sempre nell’ombra. Quando già nel primo articolo che scrissi la mattina del 7 settembre 2010 avanzai queste ipotesi suggestive fui quasi aggredito perché ero andato alla ricerca di possibili ramificazioni delittuose anche nel mondo degli anarchici; scatenai le ire di Peppe Tarallo (già presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) che mi inviò un lungo commento durissimo contro la mia persona e le ipotesi che stavo cercando di portare avanti. Ma le indagini, purtroppo, presero un’altra piega e vennero indirizzate purtroppo verso il mondo della camorra per via della presenza in loco del piccolo spacciatore Humberto Damiano “il brasiliano” che pochi giorni dopo il delitto Vassallo partì per il sud America in forza di un biglietto aereo che aveva acquistato alcuni mesi prima ed in un momento assolutamente lecito. Non ho mai capito perché le indagini furono avocate dalla Procura Antimafia, probabilmente perché c’era il sospetto delle infiltrazioni camorristiche o perché la Procura di Vallo se ne voleva liberare ritenendo il caso di difficilissima risoluzione, o anche perché dall’alto così fu deciso. Eppure nella Procura di Vallo operavano un procuratore capo ed un sostituto (Giancarlo Grippo e Alfredo Greco) che conoscevano benissimo il sindaco pescatore ed anche i luoghi in cui egli si muoveva ed operava in favore della sua comunità. Ma forse su tutti e su tutto si impose la volontà politica superiore; la sinistra aveva estrema necessità di un eroe e fece di tutto per far crescere a dismisura l’immagine e l’azione contro l’illegalità del sindaco Vassallo, fino a renderlo un simbolo dell’Italia intera; un novello Joe Petrosino capace di smascherare gli affari illeciti con indagini molto personali. E le indagini, di conseguenza, si sono perse nel sommerso mondo della politica che come un iceberg fa riemergere soltanto una punta. Nel prossimo articolo cercherò di analizzare il momento politico dell’epoca e le conseguenti reazioni alle mie supposizioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *