Violenza sessuale: dalla Cassazione … fino a Uno/Tv


Maddalena Mascolo

SALA C. – E’ in onda in questi giorni sulle frequenze di Uno/Tv, una televisione locale di Sala Consilina, una storia drammatica degna dei grandi net work nazionali. Ancora una volta onore e merito vanno al collega giornalista Pietro Cusati ed a Uno/Tv che attraverso il programma “Angolo Cusati” riesce spesso a scovare e raccontare storie belle, avvincenti ed anche drammatiche. Come quella che riguarda il sig. Gaetano Salvatore, cinquantacinquenne nato e residente in un paese dell’hinterland napoletano, accusato di “violenza sessuale continuata ed aggravata e dell’abuso di relazioni domestiche, nonché di violenza privata aggravata in danno della figlia minore”. Il tribunale di Nola in data 22.07.2009 lo condanna alla pena di 11 anni di reclusione; sentenza confermata dalla Corte di Appello di Napoli in data 30 set. 2011. La triste vicenda inizia nel 2007 quando la moglie (separata) denuncia il malcapitato Gaetano di aver compiuto tutte quelle nefandezze qualche anno prima, quando la figlia aveva non più di sei-sette anni per poi cambiare versione e dichiarare che le violenze erano state perpetrate quando la ragazza aveva 11 anni, ed erano proseguite per alcuni anni. Una marea di contraddizioni e di incertezze che neppure il mitico avvocato Carlo Taormina, difensore del Salvatore nei primi due giudizi, aveva saputo dipanare. Nel frattempo, alla pubblicazione della sentenza di primo grado, il Salvatore è finito in carcere dove è rimasto per ben sedici giorni per poi passare ai domiciliari per oltre sei anni. Poi improvvisamente la Suprema Corte di Cassazione squarcia il buio fitto e nella vita di Gaetano Salvatore si apre uno spiraglio di luce “P.Q.M. annulla la sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Napoli”, questa la decisione della Suprema Corte che indica anche con chiarezza i motivi del rinvio tracciando la via che i giudici del secondo appello avrebbero dovuto seguire. Nelle more del nuovo giudizio accade il miracolo; grazie al criminologo che seguiva da vicino le vicende di Gaetano Salvatore, l’imputato conosce l’avvocato Michele Montuori di Sapri, sconosciuto alle grandi cronache giudiziarie, appartenente al foro di Sala Consilina prima ed ora a quello di Lagonegro, patrocinante in Cassazione da oltre dieci anni; l’avvocato Montuori legge e rilegge gli atti, li studia nei minimi dettagli, notti e notti perse per capire anche i punti e le virgole a cominciare dai lunghi interrogatori. Si rende subito conto del drammatico caso umano, decide di assumere la difesa di Salvatore, lo incontra, i due diventano confidenti e molto spesso l’avvocato va a trovare il suo assistito nel paese d’origine dove vive ancora in casa dei genitori. Capisce la sua fragile psicologia, lo aiuta e lo sorregge nei momenti difficili evitando gesti inconsulti quando l’imputato, ancora ai domiciliari, è in preda alla disperazione. Anni e anni senza lavoro, senza più un centesimo, ma deciso ad andare fino in fondo, anche quando per uno sciopero dell’avvocatura preferisce essere giudicato e nel Tribunale di Napoli si celebra solo l’udienza della sua causa; tutti incominciano a capire il dramma, a leggere con più attenzione, anche i giudici della VII Sezione Penale di Appello di Napoli. E’ stato proprio questo il capolavoro difensivo dell’avvocato Michele Montuori, aver fatto comprendere ai giudici la gravità della situazione creata da menzogne e costellata da tantissime contraddizioni. Finalmente il 26 novembre 2014 arriva la tanto sospirata sentenza: “P.Q.M. letto l’art. y627 c.p.p. decidendo sul rinvio disposto dalla Corte di Cassazione con sentenza del 5.11.2013, in riforma della sentenza emessa il 22.07.2009 dal Tribunale di Nola, appellata da Gaetano Salvatore, assolve l’imputato dai reati ascrittigli ai capi A) e C) della rubrica perché il fatto non sussiste. Revoca le pene accessorie e la statuizioni civili. Conferma nel resto. Dispone la revoca della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g. applicata a Gaetano Salvatore. Fissa in giorni novanta il termine per il deposito delle motivazioni”. Assolto perché il fatto non sussiste, l’imputato non è in aula, non ce l’ha fatta, ma quando glielo dice il suo difensore quasi sviene davanti casa, ancora di più quando poco dopo arrivano i Carabinieri per notificargli la riacquistata piena libertà. Essere accusato di violenza sessuale sulla figlia è stato per Gaetano un dolore immenso e mai più sanabile; la stessa figlia in audizione protetta aveva detto che quando era stata sentita a sommarie informazioni aveva dichiarato che: “Quando il padre andava a prenderla con il fratellino per condurli presso l’abitazione della nonna paterna, il fratello prendeva posto sul sedile anteriore e lei sui sedili posteriori, sulle ginocchia degli amici del padre che, a turno, le si strofinavano addosso e le toccavano le parti intime. Giunti a casa della nonna il padre costringeva la figlia a toccare gli uomini in questione ed a farsi toccare a sua volta”. Oltre sette anni di calvario indescrivibile, più di sei anni agli arresti domiciliari, 16 giorni di detenzione in carcere a Poggioreale, nell’inferno dei vivi, hanno profondamente segnato la vita di Gaetano Salvatore che sta cercando di ricostruirla anche con l’aiuto psicologico e sostanziale del suo grande amico avvocato Michele Montuori che ha dedicato tutta la sua professionalità per la risoluzione di un drammatico caso di cattiva giustizia in un sistema giudiziario che va verso la deriva. Ora si aspetta, con molta fiducia, l’ultima pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che dovrà confermare definitivamente la sentenza della VII Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli che era presieduta, è giusto ricordarlo, dalla dott.ssa Patrizia Cappiello, assistita dai giudici a-latere Sergio Marotta e Maria Rosaria Salzano.

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