Il PUC che vorrei: la parola ai cittadini.

 

Antonio Citera

SANZA – La storia ci racconta, ci propone, ci descrive le gesta di chi prima di noi ha avuto la forza, il coraggio di fare scelte decise che nel bene o nel male hanno tracciato il percorso di interi popoli. Oggi come ieri, le scelte e le responsabilità hanno lo stesso valore, si decide, il presente, il futuro, si pianifica quello che i nostri figli erediteranno. Uno Stato, una Regione o un piccolo Comune, hanno le stesse responsabilità istituzionali di fronte ai cittadini, hanno lo stesso obbligo , quello di far sventolare la bandiera della Democrazia, agire solo e per conto di chi abita i luoghi, di chi usufruisce dei servizi, del Popolo, sovrano della Nazione, unico e solo protagonista della terra che vive e non. In questo scenario “ Utopico”, la realtà spesso ci dimostra il contrario ossia, poteri assoluti e forme di autoritarismo  che agiscono solo ed esclusivamente per forgiare il benessere dei pochi a dispetto  di cittadini che spesso ignari, confondono le parole con i fatti. Uno scenario diffuso,  un’oscurità accecante,  illuminata  da qualcuno che realmente, nell’amministrare la cosa pubblica cerca di applicare quel principio sopra descritto, affidare le scelte strategiche al consenso e alla saggezza di chi conosce veramente i territori, di chi li vive, di chi opera in essi, i “cittadini”. E’ quello che sta succedendo a Sanza, comune di 2700 abitanti, amministrato da una compagine umile guidata dal sindaco Francesco De Mieri che sta portando avanti non la solita politica “chiusa” tra le mura della famosa stanza dei bottoni ma, con decisa e caparbia attività, sta applicando quel principio democratico che è raro percepire altrove. Lo sta facendo chiamando a se i cittadini, lo sta facendo chiedendo agli stessi un parere, un’ opinione, una proposta, lo sta facendo nel momento giusto con i metodi giusti, lasciando al popolo il potere più importante, quello  della “Partecipazione” alle scelte che la pubblica amministrazione  prenderà nel territorio e sul territorio con la stesura del nuovo PUC ( Piano Urbanistico Comunale ), lo strumento di programmazione e di progettazione più importante  per Sanza, che traccerà i solchi per il futuro, che delineerà le linee guida per i prossimi decenni, che dovrà attenuare quelle lacune che spesso, molto spesso non hanno permesso quel progresso da sempre annunciato. Un gesto “ storico” quello dell’Amministrazione,  aperta alle proposte, aperta a un futuro diverso, aperta ad affermare un nuovo modo di essere e soprattutto di amministrare. L’esempio concreto lo abbiamo toccato con mano  qualche giorno fa nell’Aula Consiliare, si discuteva di PUC, si discuteva di presente e di futuro, un faccia a faccia tra addetti ai lavori e cittadini, si è parlato di territorio, di nuove  soluzioni, di programmazione e di vuoti da colmare ma, soprattutto, a farlo sono state le persone comuni  che hanno messo sul tavolo le vere problematiche da risolvere, i reali “buchi neri”, lo hanno fatto percependo  finalmente  quella responsabilità affidatagli . Una nuova era dunque.  Ci saranno nuovi incontri ma, nel frattempo  cosa aspettiamo? carpe diem diceva qualcuno, le porte del Comune sono aperte a tutti, osservazioni, considerazioni e proposte per creare i presupposti di una nuova dimensione per il nostro piccolo ma, grande Paese.

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