San Matteo: pensaci tu !!

Aldo Bianchini

SALERNO – La ricorrenza della festa del patrono della città, San Matteo, è molto sentita in tutta Salerno. La popolazione è abituata da svariati decenni a seguire con partecipazione religiosa ed anche leggermente pagana, riuscendo a coniugare la giusta dose di fede con il sano divertimento. Nel giorno di San Matteo, a memoria d’uomo, sembrava quasi che sulla città e le sue propaggini qualcuno stendesse un velo speciale di pacificazione nel nome e nella celebrazione del Patrono. Da qualche anno, da pochi anni, tutto è diverso, tutto è cambiato; all’improvviso sono emersi insospettabili rancori e mai sopite velleità in ordine alla primogenitura che apparteneva e deve appartenere ancora alla Chiesa. Un vortice dal quale sembra che non si possa più uscire, tanto ad aver indotto la Curia ad esprimere il proprio preoccupato pensiero attraverso il portavoce don Alfonso D’Alessio: “Appare utile precisare che in riferimento ai festeggiamenti del Patrono S. Matteo Apostolo ed Evangelista, S.E. Mons. Luigi Moretti ha richiamato ripetutamente solo l’esigenza di qualificare e rispettare la natura propria delle singole celebrazioni religiose e non di ridurre i festeggiamenti esclusivamente a tali celebrazioni. L’Arcivescovo riconosce l’autonomia e la responsabilità delle Istituzioni a definire le modalità su come contribuire alla qualificazione del profondo legame che esiste non solo tra il Santo e la comunità ecclesiale, ma pure con la comunità civile. Questo risulta del tutto evidente altresì dalle disposizioni della Conferenza Episcopale Campana, che l’Arcidiocesi ha fatto proprie dal 1 gennaio 2014, nelle quali si richiede soltanto che le diverse iniziative siano armonizzate per evitare spiacevoli sovrapposizioni. Cordiali saluti don Alfonso D’Alessio”. Non era mai accaduto che il massimo organo della chiesa salernitana dovesse ricorrere ad una discesa in campo diretta con un messaggio, breve – succinto e compendioso, che racchiude tutto quello che in questi ultimi anni è accaduto. Quanta parte di responsabilità ha l’Amministrazione Comunale per tutto questo ? A mio modo di vedere la responsabilità è notevole perché, al di là del finto ateismo di De Luca e del convinto ateismo di Napoli, ha cercato di dare all’avvenimento celebrativo una specie di momento di esaltazione delle qualità dell’ex sindaco e, stranamente, delle poche qualità dell’attuale sindaco. L’assalto alla diligenza della processione con la contestazione viva e brutale dell’arcivescovo S.E. Mons. Luigi Moretti reo di aver tentato di riportare le celebrazioni nelle giuste e corrette linee guida religiose, le varie contestazioni sull’opportunità dei fuochi artificiali (quando abbiamo una regione che stanzia 9milioni di euro per feste, sagre e sfilate varie), le soste del Santo presso la Caserma della Guardia di Finanza e presso lo scalone del palazzo di città, le giravolte e i caroselli dinanzi ad alcune case di noti malavitosi salernitani, finanche le storiche visite del braccio del Santo in ben identificate località, tutto all’ombra di un disegno occulto che ha richiesto addirittura l’intervento della magistratura; un intervento che si è spento da solo consumandosi nelle secche di una ostentata omertà e nelle pieghe oscure del tempo. Mi ero ripromesso di non scrivere niente quest’anno, dopo essermi impegnato ed anche a fondo negli anni scorsi in difesa di una Curia che sembra sempre di più in balia delle onde; continuo a mantenere ferma questa promessa perché sono stanco della ripetitività degli eventi e della insipienza di chi questi eventi potrebbe e dovrebbe correggerli. Non so cosa accadrà oggi, soprattutto stasera, quando la processione onore e vanto di una intera comunità incomincerà a tracciare il suo percorso tra due ali di folla osannante e presa soltanto dal desiderio di festeggiare il suo Santo e il suo Patrono. San Matteo pensaci tu !! fa che tutto fili liscio e che la gente possa continuare a credere in te che tante volte esclamasti: “Salerno è mia, io la difendo”; ed almeno con il suo spirito la difese strenuamente contro l’invasione devastante di Ariadeno Barbarossa che riempiva di terrore per un lungo periodo le popolazioni occidentali del Mar Mediterraneo. Ma allora il nemico era palese, si vedeva e si poteva combattere; ora il nemico è subdolo, più insidioso, difficilmente individuabile e quindi pericolosamente pericoloso. Ma la mano di San Matteo si distenderà nuovamente sulla città per sedare bellicosità, rancori, vendette, violenze e tutti potranno accorrere sotto le scale del Duomo (prive degli altoparlanti sequestrati dal Comune) per ascoltare la parola del Pastore di oggi.

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