Cardioimaging 2017: tra cardiologia e cardiochirurgia

Aldo Bianchini

SALERNO – La due giorni salernitana sulla “cardioimaging” ha riscosso un notevole successo di organizzazione, di partecipazione e di attenzione; dal punto di vista scientifico l’evento è senza dubbio da classificare tra quelli di eccellenza assoluta in campo nazionale.
Non altrettanto si può dire dal punto di vista del rapporto tra la segreteria organizzativa e il mondo dell’informazione (giornalisti, ndr !!); non amo andare a pietire notizie o andare a caccia di qualche dichiarazione spuria, vorrei sempre avere a che fare con un “ufficio stampa” debitamente attrezzato e in grado di fornire delucidazioni, consegnare depliant e cartelle, prenotare interviste e dichiarazioni e distribuire resoconti. A margine della convention di cui sopra non ho visto niente di tutto questo, anzi alla mia insistente richiesta di una cartella per la stampa ho notato incredulità e incertezza. Ma tutto questo non è importante, quello che conta è che la “8ADV.e – eventi & comunicazione” ha organizzato alla grande e con notevole successo la due giorni scientifica salernitana.
Anche la stessa agenda degli interventi è stata predisposta con scrupolosa attenzione all’importanza dei ruoli politici, nel segno del cambiamento dei tempi: difatti al primo posto degli interventi non è stato inserito quello del sindaco della città ma quello del delegato regionale alla sanità. E proprio da questo piccolo particolare voglio partire per descrivere quello che un giornalista può e dovrebbe vedere, anche al di là dell’inesistente assistenza della segreteria organizzativa. Siamo purtroppo abituati alla sterile rappresentazione, sia essa televisiva che scritta, dei titoli delle varie sessioni, dei nomi più o meno altisonanti degli intervenuti e delle interviste senza alcuna considerazione in grado di fornire all’utente lettore e telespettatore un benché minimo di approfondimento.
Le sessioni di studio sono state tutte di grande interesse scientifico ed hanno spaziato, difatti, dagli snodi decisionali nella stenosi aortica ai nuovi anticoagulanti orali, per finire alla XI sessione interattiva di sabato sul problema della “imaging e cardiochirurgia” moderata dall’ottimo prof. Giuseppe Di Benedetto con la collaborazione del suo pupillo dr. Severino Iesu per la chirurgia a cuore battente.
Dunque al di là degli aspetti scientifici, tutti di primo livello, la convention di due giorni ha detto anche altro; innanzitutto è servita per la prima apparizione ufficiale del nuovo direttore generale dell’ AOU, dr. Giuseppe Longo, che ha sostituito il defenestrato Nicola Cantone; e poi per celebrare ufficialmente il ruolo politico-medico del dr. Enrico Coscioni presente soprattutto nella sua qualità di “consigliere delegato alla sanità della Regione Campania”. A chiarire l’importanza strategica del ruolo di Coscioni ci ha pensato Giancarlo Accarino (direttore dipartimento cardio-toraco vascolare AOU Salerno) che in maniera molto esplicita ha spiegato a tutti come la sanità pubblica abbia bisogno della politica e soprattutto di medici che possano rappresentare la politica così come fa Enrico Coscioni. Condivido pienamente la dichiarazione di Accarino innanzitutto perché viene da un uomo sicuramente abbastanza lontano dalla politica e poi perché è necessario affrontare la realtà e capire velocemente che senza la politica non si va da nessuna parte. Sperando, ovviamente, che la politica possa essere sempre costruttiva e mai interessata soltanto alle nomine, alle convenzioni ed alla raccolta di consenso elettorale.
L’intervento di Accarino mi ha riconciliato sia con la politica che con la sanità pubblica troppo spesso bistrattata, anche al di là dei demeriti generali e particolari.
C’entra poco con il convegno ma l’impressione che ho ricavato dalle presenze è che, finalmente, il ruolo di Coscioni (diviso tra il primariato e la politica regionale) stia raccogliendo, mano a mano, ampi consensi tra le maestranze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno; e questo senza dubbio è un fatto positivo. Ora, però, con l’avvento del nuovo direttore generale Giuseppe Longo si apre un problema grosso quanto una montagna perché in molti, per non dire tutti, a margine della due giorni si sarebbero chiesti se, come e quando Longo sottoscriverà la nomina a primario di Coscioni.
Personalmente la penso in maniera diversa ed è quanto ho cercato di trasmettere ai miei interlocutori. Secondo me Longo non firmerà la nomina, quanto meno non la inserirà immediatamente nelle priorità della sua agenda, anche perché non può e non deve ammettere con il suo atto che Nicola Cantone è stato cacciato perché non aveva voluto firmare la nomina già pattuita prima della sua stessa nomina a direttore generale.
Un errore del genere il governatore De Luca non lo perdonerebbe a nessuno, neppure al suo fidato Coscioni, anche perché il tempo lavora soltanto in favore dell’aspirante primario che, come accaduto nei saloni del Grand Hotel, stà dimostrando di essere capace non solo sul piano professionale ma anche su quello relazionale con l’acquisizione lenta e inarrestabile di notevole consenso intorno alla sua figura. In questo specifico momento credo che a Coscioni interessi poco la conquista immediata del primariato in quanto è seriamente impegnato a rilanciare l’attività cardiochirurgia del Ruggi; difatti dopo aver effettuato nel corso del 2017 ben 80 interventi sul cuore si appresta a portare a Salerno una nuova tecnica di intervento cardochirurgico che, a partire, dal prossimo 15 dicembre dovrebbe davvero rappresentare una rivoluzione nella storia della cura delle malattie cardiache. Subito dopo sarà più facile per tutti accettare la sua nomina a primario che rientra nella cose naturali e non intacca il lavoro prodotto da Severino Iesu e dalla sua squadra.
Ritornando alla due giorni di “cardioimaging” salernitana è doverosa, infine, una specifica citazione per il dr. Rodolfo Citro (dirigente medico AOU-OO.RR.) che è stato capace di immaginare prima e di realizzare poi un appuntamento scientifico di assoluta valenza nazionale.

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