TEATRO: “si … ma chi si !?”

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini 

VALLO di DIANO – Nei primi giorni del nuovo anno è ripresa l’attività teatrale, molto diffusa, nel Vallo di Diano.

A fare da capofila, come sempre, il teatro “Mario Scarpetta” di Sala Consilina che, dopo diverse rappresentazioni più o meno locali, ritornerà alla grande mercoledì 30 gennaio con l’appuntamento clou della stagione 2018/2019; la presenza di Massimo Ranieri con “Il Gabbiano” di Anton Checov; un appuntamento realizzato grazie alla perspicace azione organizzativa dell’assessore alla cultura del comune salese arch. Gelsomina Lombardi.

L’arrivo nel Vallo di Massimo Ranieri mi richiama alla mente i precedenti articoli che ho dedicato al “teatro valdianese” nei mesi scorsi nel contesto dei quali ho anche delineato una specie di mappa teatrale territoriale suggerendo a Sala Consilina di fare da raccordo tra le numerose iniziative dell’intero territorio in modo da realizzare una scaletta di merito che deve portare le varie compagnie locali, quando lo meritano, ad esibirsi nel teatro Mario Scarpetta che è un gioiello strutturale per il Vallo di Diano, e non  solo. Un teatro, quello di Sala Consilina, che non può essere concesso o svenduto al primo arrivato.

Nel corso degli ultimi mesi ho assistito nel Vallo a diversi spettacoli teatrali e in tutta sincerità devo confessare di essere stato colpito in maniera totalizzante dallo spettacolo musicale “Si … ma chi si !?” andato in scena nel teatro “Totò” di Sassano.

Non ho assistito ad un semplice spettacolo musicale ma ad un vero e proprio “musicall” di americana memoria, a dir poco inconsueto per un territorio di estrema provincia e lontano dai centri nevralgici e culturali dell’arte teatrale che, in Campania, soltanto a Napoli trovano la loro legittima sublimazione.

Il musicall, ideato e scritto, da Alessia Mazzariello (cantante solista di successo che spopola sull’intero territorio con i suoi concerti dall’alto della sua voce potente e talentuosa da vera e propria guest-star), Nicola Linfante (con esperienze artistiche anche all’estero), Totino Melillo (notissimo personaggio che si esibisce anche nelle feste e cerimonie nuziali creando vere sceneggiate molto apprezzate) e Ness (al secolo Fausto D. Marino).

I quattro giovani sono riusciti a portare nello spettacolo le rispettive e diversificate esperienze rifacendo e proponendo al pubblico le loro stesse singole storie, anche se limate ed amalgamate fino al punto da trarne una proposta teatro-musicale degna di ogni rispetto; finanche la voce fuori campo, precisa ed attenta, non manca di colpire l’immaginario collettivo della gente che segue la performance con la massima attenzione dalla prima all’ultima battuta.

I quattro ragazzi non hanno realizzato soltanto uno splendido e godibile musicall, difatti con le loro battute ed anche con le canzoni scelte ad arte e con i brani recitati, lanciano precisi messaggi diretti alle istituzioni locali che dovrebbero raccogliere le proposte, non personali o solo del gruppo, ma tese a sensibilizzare tutto l’ambiente dell’attività teatrale e musicale dell’intero Vallo di Diano.

Le istituzioni, quindi, sono state direttamente chiamate in causa, e non poteva essere diversamente; a loro spetta la classificazione, la scelta, la regimentazione e il lancio verso traguardi più ambizioni di tutta l’attività e il fermento di cui gode l’intero territorio. L’occasione è più unica che rara, i quattro ragazzi di “Si … ma chi si !?” hanno lanciato il loro pressante messaggio; spetta agli altri raccoglierlo.

Del resto tutto è spiegato anche nella denominazione del lavoro teatrale “Si … ma chi si !?” che in altre parole vuole significare, con molta semplicità espressiva, che l’impegno, il lavoro e la professionalità di tanti gruppi si spegne drasticamente e drammaticamente dinanzi alla famosa frase “Si … ma chi si” che molto spesso gli esponenti istituzionali territoriali pronunciano per togliersi dagli impicci e che, invece, dovrebbero promuovere la cultura ed impegnare il denaro pubblico disponibile per la rinascita e il rilancio di un territorio che possiede tante capacità espressive.

Ecco: i giovani ragazzi di cui sto parlando dovrebbero essere ringraziati innanzitutto per la loro eccellente bravura ma anche, se non soprattutto, per il messaggio culturale di carattere generale nella richiesta di aiuto istituzionale ai fini di un radicale cambiamento nella distribuzione dei contributi che, anche a mio parere, non devono mai più assumere la veste del piccolo esborso di denaro atto a tacitare e reprimere aspirazioni e professionalità; il discorso da fare è molto diverso perché Alessia, Nicola, Totino e Ness non hanno sicuramente bisogno di quattro spiccioli, vorrebbero crescere per potersi misurare anche in campo nazionale con i gruppi più rinomati che, a ben vedere, non hanno proprio niente più di loro.

I quattro ragazzi sanno benissimo che la battaglia è molto difficile e che sensibilizzare le istituzioni è come rivolgersi ad un sordo che non vuol sentire, ma hanno la forza e il coraggio che proviene dall’essere giovani, professionali e volenterosi.

Alessia, Nicola, Antonio (Totino), Fausto, Isabella, Donato, Marinetta, Dario, Paolino, Francesco e Isabella, con tutti i vari addetti agli strumenti musicali e tecnologici, andranno sicuramente avanti per proporre altri musicall non ricalcati e neppure copiati ma inediti sotto tutti i punti di vista, come quello già presentato; è qui la loro forza in quanto non interpretano parti già scritte da altri e note al grande pubblico ma propongono opere nuove basate sui loro rispettivi pensieri con grande capacità creativa e professionale.

Ebbene, in questa ottica, il Teatro “Mario Scarpetta” ha il compito di fare da apripista non concedendosi a tutti coloro che lo chiedono, semmai dissacrandolo, ma ergendosi a modello organizzativo teatrale in modo da rappresentare per tutti i gruppi un punto di arrivo locale e di rilancio verso il ghota nazionale dell’arte teatrale e musicale.

Insomma, le tavole del teatro Mario Scarpetta non dovrebbero essere calpestate per una serata e per una esibizione istrionica e senza senso, ma utilizzate come trampolino di lancio dei veri “artisti di provincia”, esattamente come si autodefiniscono i quattro protagonisti del “Si … ma chi si !?”.

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