LUCANI: la festa della donna e il ricordo delle “Storie di donne senza storia”

  

 

Maddalena Mascolo

 

SALERNO – Una sala gremita, un pubblico attentissimo, una organizzazione ai limiti della perfezione, un presidente molto soddisfatto, un giornalista-scrittore stupito per la calda accoglienza ricevuta, gli interventi del pubblico eccellenti per contenuti, tutti singoli elementi che hanno determinato il successo di una serata trascorsa all’insegna della “DONNA”, della sua femminilità e delle sue capacità di imporsi in una società tuttora, e per certi aspetti, ancora un po’ maschilista.

Sto parlando della serata in onore della donna organizzata dall’Associazione Lucana Giustino Fortunato di Salerno, presieduta dall’ottimo prof. Rocco Risolia sostenuto da tantissimi consiglieri e collaboratori; primo fra tutti il vice presidente Pasquale Ferrone che è stato l’autore di una splendida clip visiva che ha inaugurato la serata con immagini, suoni e frasi davvero emozionanti. Ma, ovviamente, non vanno dimenticati il segretario Giovanni Gorgoglione, il tesoriere Nino Vitale, la cerimoniera Liliana Curzio i consiglieri Giulio D’Attorre e Mario Panzella.

Al centro della serata la presentazione del lavoro letterario del giornalista-scrittore Giuseppe D’Amico (detto Geppino) che ha illustrato la sua opera “Storie di donne senza storia” ovvero la “condizione della donna nell’antica Lucania Occidentale” con una serie impressionante di aneddoti, fatti, ricordi e riflessioni sull’essere donna nei secoli dal ‘700 al ‘900 in una realtà prevalentemente rurale dove essere donna significava occupare un ruolo di assoluta e indiscussa subalternità rispetto all’uomo che molto spesso vestiva i panni del padre-padrone in un contesto socio-culturale che era ancora distante anni luce dalla’agognata, ed ancora oggi non pienamente raggiunta, parità di genere.

Partendo da “’a mala nuttata e ‘a figlia femmena” l’autore ha fatto un excursus davvero molto interessante nella realtà femminile dei tempi che furono; sempre l’autore ha messo molto bene in evidenza anche il ruolo delle “donne dei briganti” che ebbero una funzione di promotrici di quella insperata indipendenza affettiva, economica, culturale e politica dagli uomini padri-padroni.

Stupenda la narrazione che riguarda la mitica Enrichetta Di Lorenzo, vero monumento dell’emancipazione femminile, che ebbe il coraggio di lasciare il marito impostole dalle convenzioni dell’epoca e ben tre figli per dedicarsi anima e corpo al suo amatissimo Carlo Pisacane, l’eroe dei “trecento giovani e forti” – patriota convinto, autore del fallito tentativo di rivolta nel regno delle Due Sicilie, ucciso con i suoi eroi tra Sanza e Padula il 2 luglio del 1857. La ribellione contro le opprimenti convenzioni di Enrichetta rappresentò e rappresenta ancora oggi una pietra miliare nella lotta femminile per la conquista di molti diritti repressi. I due si amarono fino al punto che Carlo Pisacane scrisse: “Mai seguire l’esempio altrui: volere è potere. La donna che si concede ad un uomo che non ama è una prostituta; ma è ancora peggio di una prostituta la donna che si concede al marito che non ama”.

Nel libro Geppino D’Amico fa anche un’ampia e dettagliata analisi della tipologia femminile nel corso delle varie epoche passando dalle streghe (masciare !!) ai patti matrimoniali, dalla pena di morte per un bacio violento alla femmena mmaretata che è come a preta fravecata, e tantissimi altri esempi, tutti affascinanti nell’esposizione letterale e di grande impatto, per finire con la conquista del voto avvenuta soltanto alla fine del regime fascista del ‘900.

Dopo la conferenza del giornalista-scrittore si è aperto un lungo ed articolato dibattito sul ruolo della donna; in particolare sono intervenuti Mario Mastrangelo (poeta), Agostino Verga (docente e politico) e Mario Senatore (docente, giornalista, poeta); molto seguiti i loro interventi che hanno prodotto, meglio sarebbe dire provocato, ulteriore interessante dibattito.

Tutto questo nell’ottica di una strategia associativa frutto dell’intenso, professionale e scrupoloso lavoro di preparazione dell’evento profuso dal presidente dell’associazione Rocco Risolia che, come da prassi, ha aperto e chiuso l’interessantissima serata addolcita, infine, dalla splendida torta-mimosa preparata dall’attenta cerimoniera Liliana Curzio (socia storica dell’associazione).

Alla fine una vera e propria valanga di splendide mimose ha invaso la sala per il dovuto omaggio a tutte le donne presenti, ed erano davvero tantissime.

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