ALIBERTI: Pasquale Coppola in Procura, “Gli Aliberti mi minacciano!”. La replica “Mai minacciato Coppola”

di Manuel Moliterno

NOCERA INF. – L’ultima novità del processo c.d. “Sarastra”, che vede imputati per il reato di scambio elettorale politico mafioso l’ex Sindaco di Scafati Angelo Pasqualino Aliberti, suo fratello Nello Maurizio Aliberti, la moglie dell’ex Sindaco e attuale consigliere regionale di Forza Italia per la Regione Campania on. Monica Paolino ed altri soggetti, come alcuni esponenti del clan Ridosso-Loreto, riguardano le “spontanee dichiarazioni” rilasciate dall’ex presidente del consiglio comunale di Scafati Pasquale Coppola lo scorso 15 marzo, presentatosi negli uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Salerno davanti al sost. Procuratore dott. Vincenzo Montemurro (sez. DDA), che ha coordinato questa laboriosa indagine e che sta sostenendo la relativa accusa nel dibattimento davanti al Tribunale di Nocera Inferiore, attualmente in corso nell’aula Marcello Torre del citato Tribunale.

Si sottolinea che il citato Pasquale Coppola è convocato per la data di domani 20 Marzo come teste, oltre ad essere iscritto nel registro degli indagati in un procedimento connesso a quello n. 4660/12/21 (ovvero, al procedimento “Sarastra”).

Coppola, nelle sue ultime dichiarazioni, afferma di essere pervenuto a conoscenza di alcuni post pubblicati sul social network “Facebook” da Nello Maurizio Aliberti tramite il suo profilo, in cui poi comparirebbero in calce anche commenti di suo fratello Pasquale Aliberti. A riscontro delle sue dichiarazioni, il Coppola allega anche numerose stampe in bianco e nero di screenshots (la riproduzione fotografica della schermata dello smartphone, ndr) in cui sono riprodotti i citati post su “Facebook”. “In questi post e commenti vengo continuamente additato come soggetto protetto dalla DDA di Salerno e solo per tale ragione ancora non sottoposto a custodia cautelare”. Per dovere di cronara, è opportuno però precisare che nei post di Nello Aliberti mai viene paventato direttamente e concretamente la possibilità che il citato Pasquale Coppola sia oggetto di presunti “favoritismi” o “dolose e volontarie disparità di trattamento” da parte della magistratura inquirente rispetto alla posizione di suo fratello Pasquale Aliberti (che, è opportuno ricordarlo, davvero ha dovuto subire il trauma di una custodia cautelare in carcere iniziata addirittura mesi prima che ci fosse un rinvio a giudizio da parte del Gup presso il Tribunale ordinario di Salerno, anzi, la richiesta della Procura era addirittura di gran lunga anteriore all’atto formale di chiusura delle indagini preliminari da parte del Pubblico Ministero). Nello Aliberti, invero, si limita nei suoi post a rimarcare la differenza del decorso dei procedimenti relativi a suo fratello Pasquale Aliberti e quello relativo a Pasquale Coppola. Inoltre, alquanto paradossalmente, il Coppola confida al magistrato di intravedere “tentativi di intimidazioni, di minacce” in questi post e commenti. Circostanza alquanto strana: anche un fanciullo, leggendo i citati scritti, capirebbe che al massimo è possibile parlare di “satira, critica, sarcasmo, ironia”, ma “minacce in virtù della imminente testimonianza di Coppola”, non sembrano essere rivenuti. Lo stesso Coppola poi continua a citare vicende di presunte intimidazioni subìte durante il sindacato alibertiano, quando egli stesso rivestiva la carica di presidente del consiglio comunale: il proiettile recapitato presso la sua dimora (su cui ha già indagato comunque la DIA di Salerno, e per cui è assolutamente estranea la famiglia Aliberti e soggetti ad essa riconducibili), o presunte intimidazioni subìte dal Coppola da parte del sindaco Aliberti durante la sua azione politica a contrasto, anche a mezzo di “emissari”, come Giancarlo Fele, o a mezzo di ordini di espletamento di controlli edilizi eseguiti dalla Polizia Municipale di Scafati. Cita più volte la vicenda delle convocazioni delle sedute del consiglio comunale per la decadenza del Sindaco nell’autunno del 2015, vicende comunque che a parere di chi scrive risulta superfluo citarle, perchè già ampiamente raccontate nel verbale di denuncia-querela sporta da Pasquale Coppola in data 13/12/2015 presso la Tenenza dei Carabinieri di Scafati, e già in possesso dell’Autorità Giudiziaria salernitana titolare del procedimento “Sarastra”, ma stranamente per l’ennesima volta allegato alle dichiarazioni del 15 Marzo dal Coppola.

Il Coppola, nelle dichiarazioni spontanee del 15 marzo, rincara ulteriormente la dose, come si evince nel proseguio del relativo verbale riassuntivo, perchè afferma di “essere stato vittima di chiari tentativi di intimidazioni da parte di tutti i componenti della famiglia Aliberti”: dichiara di presunti sguardi minacciosi di cui si sarebbe reso autore Nello Maurizio Aliberti, fratello dell’ex sindaco Aliberti “ogni qual volta lo ha incontrato”, nonchè cita un episodio di cui si sarebbe resa colpevole ed autrice la madre dei fratelli Aliberti, ovvero la sig.ra Rosaria Matrone: in un supermercato, la sig.ra Rosaria Matrone avrebbe tentato di rivolgere uno sputo in faccia al Coppola, “non riuscendoci grazie al suo repentino allontanamento”. Entrambe le vicende, ovvero sia la vicenda degli “sguardi minacciosi” sia del “tentativo di sputo” sono assolutamente negati dalla famiglia Aliberti. In particolare, è opportuno sottolineare che il Coppola per entrambi gli episodi non fornisce una collocazione spazio-temporale, nè una contestualizzazione storica: non afferma in che episodi specifici avrebbe incontrato Nello Maurizio Aliberti, in quali luoghi nè in quali date, seppur approssimativamente, nè una descrizione specifica delle presunte espressioni facciali che lo stesso Nello Aliberti gli rivolgeva. Quanto all’episodio di cui si sarebbe resa autrice la sig.ra Matrone, madre di Aliberti, valgono le medesime considerazioni: non indica in quale supermercato l’avrebbe incontrata, non indica con chi era presente egli stesso o con chi era presente la sig.ra Rosaria Matrone (quindi eventuali persone informate sui fatti), non ne fornisce una collocazione temporale anche solo approssimativa. Sono aspetti che di sicuro gli verrebbero chiesti in aula: perchè non li ha immediatamente chiariti il 15 marzo, se ha detto la verità? O perchè non sporse immediatamente denuncia all’Autorità Giudiziaria, nell’imminenza del fatto? La sig.ra Matrone, in ogni caso, nega che questo episodio si sia realizzato e non esclude che possa procedere penalmente nei confronti di Pasquale Coppola per il reato di calunnia. È opportuno a tal punto sottolineare che, anche a modesto parere dell’Autore del presente articolo che ha avuto l’onore di conoscere di persona la sig.ra Rosaria Matrone, si sta discorrendo di una persona la cui estrazione socio-culturale è ben nota dalla comunità scafatese, che ha trascorso quasi la sua intera esistenza a dedicarsi allo studio, all’insegnamento presso una scuola dell’infanzia e quindi ad istruire alunni in età infantile, e ovviamente contemporaneamente dedicandosi alla sua famiglia, il suo amato marito Nicola Aliberti, oggi docente in pensione, e ai suoi due figli Nello e Pasquale. Oggi, la sig.ra Rosaria Matrone è una donna anziana in pensione che sta trascorrendo un evento particolarmente traumatico e drammatico, ovvero la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto i suoi figli. L’accadimento del tentativo di sputo non collima affatto con il profilo personologico, sociale e culturale della sig.ra Matrone. Nel modo più assoluto, e quindi si rende necessario nel presente articolo esprimere piena solidarietà a persone anziane che sono colte da sofferenze del genere, fino a prova contraria.

Come ultima considerazione, si rende necessario sottolineare la circostanza che il Coppola ha allegato alle sue dichiarazioni anche la stampa degli screenshots di un articolo pubblicato dal Sottoscritto Autore sul presente giornale online “ilquotidianodisalerno.it” diretto dal dott. Aldo Bianchini, in data 13/03/2019 e intitolare IL PENTITO PASQUALE LORETO DAVANTI AL PM, “NON SO DI CONTATTI TRA GLI ALIBERTI E I RIDOSSO”, ancora reperibile sulla presente testata corredata da una introduzione a firma del dott. Bianchini pubblicata il giorno seguente 14 marzo, in cui quest’ultimo loda il lavoro del Sottoscritto Autore e che per questo si ringrazia infinitamente. Con immensa sincerità, non si comprende che rilevanza abbia potuto avere la produzione e allegazione dell’articolo citato a firma di Manuel Moliterno, atteso che si trattasse di un articolo in cui il tema principale erano le dichiarazioni davanti al Pubblico Ministero del pentito Pasquale Loreto. Oltretutto, come sempre, l’Autore, al fine di scrivere il proprio articolo, si è basato su fonti ufficiali, ovvero la fonoregistrazione dell’interrogatorio del Loreto reso in data 12/05/2016, come si può evincere dalla lettura dello stesso articolo. Il Coppola viene dall’Autore citato solo alla fine, quando semplicemente si annuncia che si attende la sua testimonianza per l’udienza del 20 Marzo davanti al Tribunale di Nocera Inferiore, e che semplicemente “a parere dei fratelli Aliberti, egli avrebbe replicato il comportamento tenuto all’udienza del 20 febbraio, ovvero assenza giustificata per malattia”. Non sembra che sia stato pubblicato uno scritto diffamatorio, intimidatorio o minaccioso: è stata semplicemente pubblicato un’opinione, un parere, di terze persone, non di certo dell’Autore dell’articolo. A questo punto, sorge addirittura il dubbio che si voglia cercare di comprimere la libertà di stampa, che è costituzionalmente tutelata all’art. 21 Cost., ed il dubbio ottiene concretezza nel momento in cui nelle sue dichiarazioni del 15 marzo il Coppola fornisce addirittura il nome di un’altra giornalista, Francesca Cutino, addetta all’ufficio stampa del consigliere regionale Monica Paolino, lamentando la circostanza che la Cutino nei suoi articoli ha più volte pubblicato stralci dei verbali delle sue passate dichiarazioni rese innanzi all’Autorità Giudiziaria, sottolineandone numerose contraddizioni. Anche la Cutino è protetta dalla libertà  di stampa, e se un soggetto destinatario di scritti giornalistici ritiene che siano state pubblicate inesattezze o falsità, può sicuramente contattare l’Autore dell’articolo e chiedere una rettifica. Perchè il Coppola non lo ha fatto? Ovviamente, fino a prova contraria, sia il Sottoscritto Autore Manuel Moliterno che la giornalista dott.ssa Francesca Cutino hanno sempre scritto e pubblicato ciò che oggettivamente ritenevano risultasse dagli atti ufficiali dell’inchiesta “Sarastra”. La libertà di stampa è una libertà irrinunciabile, ed a tal punto è il Sottoscritto Autore Manuel Moliterno a chiedere e ad invocare tutela da parte della magistratura, estrema detentrice del sacro diritto costituzionale, nonchè umilmente a chiedere la stessa tutela o quanto meno un attestato di solidarietà al proprio direttore che ha conferito fiducia ai suoi articoli, ovvero al dott. Aldo Bianchini.

Domani 20 Marzo avrà luogo l’udienza davanti al Tribunale di Nocera Inferiore, nell’aula Marcello Torre, sotto il supremo sguardo imparziale dell’ottimo collegio giudicante, in particolare del Giudice dott. Raffaele Donnarumma. Coppola, definitivamente, dichiarerà ciò che ritiene opportuno dover dichiarare davanti al Tribunale?

 

 

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