Gaspare Russo: la mia amicizia con il banchiere e … lo studio di avvocato

Aldo Bianchini

SALERNO –Nello studio dell’avv. Gaspare Russo (notissimo personaggio politico degli anni che vanno dai ’60 ai ’90, già sindaco di Salerno, presidente della Regione Campania, presidente della CCIAA e consigliere nazionale delle FF.SS.) continuiamo a ripercorrere le numerose tappe della sua vita politica e amministrativa per la gestione della cosa pubblica, in un racconto avvincente e suggestivo al tempo stesso, fin da quando molto giovane si avvicinò alla politica.

Presidente, chi era quel suo amico annunciato nel precedente capitolo ?

Si chiamava Vuolo, era originario di Atrani, abitava nel mio stesso quartiere tra Via Sant’Eremita e Villa Colomba, era insegnante come me nell’ Opera Ragazzi Nostri, alla quarta elementare. Il padre era stato emigrante a New York sui dog, del porto. Un giorno mi ha chiesto se potevo accompagnarlo a casa di un collega, che abitava in una villa a Via Pio XI. Aderii senza alcuna difficoltà, per in contrare questo collega.  Quando siamo andati a casa non abbiamo incontrato il collega, ma il padre, una persona amabilissima, direttore della Banca Commercianti e Industriali. Un autentico banchiere, anche perché precedentemente era stato direttore della Banca Commerciale di Salerno. Per farla breve abbiamo trascorso una bella serata, senza mai incontrare il collega, con la giustificazione da parte del padre che essendo impiegato alla Banca Commerciale di Nocera Inferiore, non era ancora rientrato. Confesso la mia ingenuità, non avevo assolutamente capito che il banchiere mi stava sottoponendo ad un esame. Fummo invitati a ritornare la sera successiva, cosa che mi sembrava normale, anche perché non avevo niente da perdere. Solo al secondo incontro ho appreso che il mio amico Vuolo si era laureato, aveva vinto un concorso nella pubblica amministrazione ed era stato assegnato alla sede di Udine. Precedentemente Vuolo andava ogni sera a casa del banchiere per aiutare il figlio scolasticamente. In realtà il banchiere aveva bisogno di un sostituto e si doveva rendere conto dell’idoneità del sostituto. In definitiva non avevo capito assolutamente niente, questo a dimostrazione della mia sempre buona fede e ingenuità. Fui immediatamente assunto, ne nacque un amichevole rapporto trasformatosi in breve tempo in stima ed amicizia. Fu la svolta della mia vita. Il banchiere era ragioniere e la sua aspirazione era che il figlio si laureasse e, quindi, sotto la direzione del padre, c’era bisogno di qualcuno che lo aiutasse. Ovviamente il banchiere fra le prime cose delle quali si informò era quella del mio futuro. Gli spiegai che stavo studiando per partecipare e vincere un concorso nella pubblica amministrazione. Niente di più e niente di meno della vicenda Vuolo. Il banchiere mi spiegò che stavo percorrendo strade sbagliate, perché nella migliore delle ipotesi vinto un

  • concorso dopo alcuni anni sarei stato destinato ad una sede al nord e avrei guadagnato si e no quanto bastava per vivere. Alla mia replica che no n avevo alternative, mi disse: perché non ti metti a fare l’avvocato ? Io replicai di nuovo: e come faccio senza uno studio e tutto ciò che è necessario per fare la professione di avvocato ? Il banchiere un po’ per simpatia, un po’ per interesse, perché si sarebbe trovato o prima o poi senza il supporto per fare lavorare il figlio, che rappresentava la sua suprema aspirazione. Debbo dire subito che assunta questa funzione io non ho mai incontrato il figlio. Per farla breve mi sono ritrovato a iniziare ed esercitare la funzione dell’avvocatura, senza avere alcuna esperienza e uno studio, e un indispensabile appoggio di un altro studio legale, avendo invece i clienti per esercitare la professione, perché in breve tempo il banchiere convocò diversi suoi clienti chiedendo loro di servirsi di me, cosa che questi furono obbligati a fare perché avevano bisogno dell’aiuto bancario. Molte le difficoltà, ma ero allenato ad affrontarle e superarle. Un aiuto efficace mi fu prestato da un mio conoscente, originario della Lucania, di nobile famiglia, che in quel periodo giovanile aveva un’attività legale bene avviata. Un uomo di primissimo ordine che in breve tempo diventò avvocato generale dello Stato, con il quale negli anni successivi ho avuto anche occasione di incrociarmi. In breve tempo superai tutte le difficoltà di carattere legale burocratico e potei organizzare uno studio legale di tutto rispetto. Mi piace ricordare, a questo punto, che come serietà e soprattutto amico assunsi un giovane, Galdi Agostino, che era stato uno dei miei alunni all’Opera Ragazzi Nostri e che è stato con me, seguendomi in tutte le mie vicende professionali politiche per molti decenni, il mio migliore collaboratore ed amico.

Presidente, ma alla fine il figlio del banchiere si è laureato ?

  • Si, è una lunga storia, ma soprattutto si è laureato anche il padre.

Ma come si chiamava il banchiere ?

  • Gustavo Ceccarelli. Vorrei ricordarlo con affetto, anche perché oltre ad essere un ottimo banchiere, nel periodo tra la fine della ricostruzione anni ’50 e il boom edilizio degli anni ’60 è stato fondamentale per molti imprenditori.

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