Manifesto di Ventotene

Maddalena Mascolo

SALERNO – Come tutte le cose grandi che hanno segnato la storia dei popoli, anche il “manifesto di Ventotene” forse fu immaginato e scritto senza alcuna convinzione che avrebbe avuto nei decenni successivi l’eco e l’effetto che, invece, ha avuto anche per la costituzione di quella che inizialmente è stata soltanto una piccola “CEE – Comunità Economica Europea” per diventare poi la UE – Unione Europea che oggi tutti conosciamo.

Il Manifesto di Ventotène, avente titolo originale Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, è un documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione.

Qualche anno prima, nel 1922, c’era stato un altro tentativo di abbozzare un manifesto; quel precedente si chiamava Pan-Europa ed era stato scritto da Kalergi nel 1922. Auspicava un’unione europea a guida tecnocratica, il Manifesto di Ventotene prefigurava la necessità per l’ideologia europeista di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali, come economia e politica estera. Così come, in parte, è avvenuto.

Anche le donne ebbero una parte rilevante nella pubblicizzazione, inizialmente segreta, del manifesto facendolo conoscere a Roma come a Milano: donne del calibro di Ursula Hirschmann, Ada Rossi ed alcune altre.

Anche a Salerno si è discusso del manifesto di Ventotene, e non poteva essere altrimenti per una città sicuramente europeista anche se decisamente non europea come qualcuno vorrebbe accreditarla; per essere europea di strada ne deve fare ancora tanta soprattutto nei servizi e nelle istituzioni.

Presso l’archivio di stato, in piazza Abate Conforti, lunedì 20 maggio ha avuto luogo il quarto ed ultimo appuntamento del ciclo di incontri sul “Manifesto di Ventotene” organizzato  dal Club di Territorio del TCI, Presidente l’Ing. Felice Bottiglieri. Sono intervenuti il Prof. Massimo Panebianco, il Prof. Alfonso Conte ed il sen. Alfonso Andria. L’iniziativa ha assunto particolare rilievo a pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento Europeo.

La serata è stata impreziosita ed animata dagli interventi del prof. Pino Cantillo e del prof. Agostino Verga; soprattutto l’intervento di quest’ultimo ha dato una scossa movimentista alla discussione che altrimenti sarebbe rimasta impantanata tra le fredde mura dell’archivio di Stato. Il prof. Verga, già docente del Liceo Severi e già assessore comunale della giunta Giordano, ha cercato di sollecitare gli organizzatori ad uscire dalle sontuose ma stanche e desolate stanze istituzionali per calare i racconti sul manifesto soprattutto tra le generazioni giovanili e tra la popolazione in genere.

Bisogna solo sperare che l’appello venga raccolto.

 

 

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