FALVELLA: ammucchiata intorno al tavolo celeste o riunione identitaria ?

 

Aldo Bianchini

Monumento per Carlo Falvella in Via Velia a Salerno

SALERNO – NO, non è stata un’ammucchiata nè una riunione identitaria ma semplicemente un momento di alta democrazia vera, questa è la risposta immediata alla domanda contenuta nel titolo di questo articolo che celebra, come per gli anni passati, il ricordo del giovane Carlo Falvella stupidamente assassinato in Via Velia la sera del 7 luglio 1972 per mano di anarchici (del tipo di Giovanni Marini e Francesco Mastrogiovanni) in perenne dissidio con loro stessi e con tutto il resto del mondo. Carlo Falvella rappresentava, invece, la destra radicale che in quegli anni torbidi non esitava ad andare allo scontro fisico con tutta la sinistra.

Ieri, 7 luglio 2019, si è autoriconvocato lassù tra le nubi il fantasioso “tavolo celeste” intorno al quale sono seduti in tanti, tutti direttamente protagonisti o testimoni di quel fatto di sangue:

  • Intorno alla scrivania d’onore hanno preso posto i tre veri protagonisti della vicenda: Carlo Falvella con fare dominante e con la consapevolezza di essere il migliore, Francesco Mastrogiovanni sempre irascibile – rivoluzionario e recalcitrante, e Giovanni Marini, l’assassino materiale,  con lo sguardo abbassato e con fare dimesso (come nel suo costume).
  • Intorno al tavolo lungo e a mezza luna, posto di fronte alla scrivania d’onore, nelle posizioni strategiche dal punto di vista culturale e politico hanno preso posto: Guido Rossa, Vittorio Bachelet, Nino Colucci e Tommaso Biamonte; in posizione un po’ defilata i due ex brigatisti rossi Annalaura BraghettiBruno Seghetti che dal 2017 sono stati ammessi al tavolo anche se soltanto in via sperimentale e senza diritto di voto; ben lontano da Mastrogiovanni il mitico ex sindaco pescatore Angelo Vassallo (anche lui senza diritto di voto) che, per colpa di quel TSO troppo rapidamente ordinato a carico del maestro anarchico, dal 2018 ha avuto solo il permesso di sedersi al tavolo senza diritto alla parola e senza diritto al voto.

Manca soltanto Carlo per l’avvio dei lavori; e quando tutti sono seduti eccolo arrivare, alto – petto in fuori – capelli al vento – giovane – bellissimo; ha con se una cartella di documenti che annuncia una discussione serrata. Quest’anno c’è tanta carne al fuoco che davvero la riunione promette scintille.

Non appena Carlo si è seduto tutti si alzano in piedi e con lo sguardo rivolto verso il basso osservano la cerimonia di commemorazione che si sta svolgendo in Via Velia alla presenza di alcune autorità e, questa volta, con poca gente ma sempre con la stessa ripetitiva ritualità; forse colpa del caldo, chissà. Nessuno dei presenti commenta, per loro parlano gli sguardi di compassione.

Carlo Falvella, assassinato il 7 luglio 1972 in Via velia a Salerno

Da circa un anno laggiù – esordisce Carlo Falvella – non si capisce più nulla tra sovranismo, imperialismo e migranti che le elezioni europee hanno ancor più esacerbato. Ma di questo parleremo più avanti. In questo momento mi preme precisare la posizione al tavolo dei brigatisti Braghetti e Seghetti e del sindaco pescatore Vassallo. Per i primi due ho deciso di concedere anche il diritto di voto, per Vassallo non è ancora il momento. Dovranno essere chiariti ancora alcuni contorni del delitto che non hanno niente a che vedere con i sogni dei suoi familiari. Chi è d’accordo alzi la mano”.

Otto le mani che rapidamente si alzano verso il cielo che è sempre più su; la nona, quella di Vassallo, esita un pochino ma subito dopo si solleva anch’essa; la concessione del voto ai brigatisti passa con una votazione all’unanimità quindi, il primo atto di una pacificazione tra la destra, la sinistra e, addirittura, la componente rivoluzionaria storica delle Brigate Rosse.

on. Tommaso Biamonte, deputato PCI

Sale in cattedra l’on. Tommaso Biamonte (PCI) che esordisce dicendo: “Non capisco come si possa ancora discutere sul blocco dei migranti non aventi diritto di asilo, ha ragione il governatore De Luca che io ho sponsorizzato più volte quando grida che i parlamentari PD saliti sulla nave hanno arrecato ancora più danno al partito; e soprattutto non capisco come si possa consentire ad una cittadina tedesca di prendersi gioco di uno stato sovrano come l’Italia grazie alla complicità, non concordata, di una esponente della magistratura …”; viene bloccato da Carlo il discorso di Tommaso perché porterebbe ai massimi livelli di tensione la discussione pacifica che si è attivata intorno al tavolo celeste.

on. Nino Colucci - deputato MSI e AN

Si, ma dobbiamo però dire – è l’on. Nino Colucci che parla – che laggiù qualcosa di grosso è accaduto l’anno scorso con le elezioni di marzo e con una destra forte e una sinistra in caduta libera e con nel bel mezzo un movimento pentastellato che piano piano sta perdendo il suo peso specifico; dobbiamo riconoscere alla destra il diritto inalienabile di governare il Paese. L’anno scorso il presidente Mattarella ha sbagliato alla grande quando non ha dato alla destra la possibilità di trovare i numeri per una maggioranza”.

Vittorio Bachelet - giurista, docente università Sapienza di Roma, assassinato dalle BR

Un attimo di silenzio rotto dall’intervento di Vittorio Bachelet (giurista, politologo e docente universitario) che con serafica serenità dichiara: “Quello che dice Nino è vero; però è anche vero che la nostra è una repubblica parlamentare e se in parlamento nessuna forza, o coalizione di forze, raggiunge la maggioranza sicura viene da se che il bravo costituzionalista Sergio non  abbia dato l’incarico ad un rappresentante della destra. Andiamoci piano con i giudizi affrettati, correremmo anche noi il rischio di metterla in rissa continua come fanno quei poveri cristi laggiù, su quella Terra che abbiamo tanto amato”.

Guido Rossa tace; per lui è già un sacrificio rimanere in silenzio e seduto allo stesso tavolo dei suoi carnefici; ma nel nome della pacificazione e della democrazia ha accettato anche questo e mantenendo comunque la barra dritta sussurra:

Guido Rossa, operaio comunista ucciso dalle Brigate Rosse

Possiamo discutere anche all’infinito ma il problema è sempre quello, noi italiani ci dividiamo  troppo sui temi di carattere generale facendo prevalere le giuste diversità di vedute interne e non ci rapportiamo alle esigenze internazionali nella maniera giusta. Per me ha fatto bene Mattarella così come sta facendo bene Salvini nella gestione, forse gridata o forzata, dell’enorme flusso dei migranti, ma legittima e razionale. La legge è legge ed andrebbe sempre rispettata”.

Si sollevano altre mani, ma le stesse vengono bloccate dalla voce stentorea e ferma di Carlo Falvella: “Oggi è domenica e come ogni domenica devo portare, come facevo sulla Terra, una rossa rossa alla mia mamma che, vedete, è sistemata là in fondo. Per tutte le altre discussioni ci sarà tempo, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. I nostri incontri non sono né ammucchiate e neppure identitari, apparteniamo ad una realtà che consente di guardare ben oltre il proprio naso. Ne riparleremo l’anno prossimo”.

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