Una scuola che funziona è una scuola che regala un futuro diverso ai futuri uomini e donne di domani.

da CLEMENTINA LEONE

C’era una volta Maria Montessori. Secondo la teoria della nota pedagogista, la scuola deve essere costruita a misura di bambino: le aule e il contesto in cui sono collocate devono offrire stimoli e occasioni per attualizzarne le potenzialità, lo sviluppo cognitivo e relazionale.
Oggi il suo metodo educativo si è evoluto ed è diventato, com’è giusto che sia, 2.0. Perché per tenere il passo della nuova era della conoscenza e delle abituali tipologie comunicative delle giovani generazioni, il futuro deve entrare nelle aule scolastiche: sotto forma di nuove metodologie di insegnamento e nuovi strumenti didattici, tanto quanto attraverso nuove modalità di organizzazione e definizione degli spazi. In che modo? Con interventi individuati attraverso un processo di progettazione partecipata, che coinvolge docenti e studenti stessi.
In questo percorso di cambiamento c’è chi adotta il modello Indire 1+4, chi quello delle Avanguardie Educative e chi attrezza le aule con dispositivi di ultimissima generazione, dai tablet per facilitare la fruizione di testi in formato digitale alle stampanti 3D. In ogni caso, il denominatore comune è quello di rendere la scuola un moltiplicatore di occasioni formative. Tra gli scopi della “scuola innovativa”, infatti, c’è anche quello di educare i ragazzi a vivere con responsabilità e consapevolezza nella società.
Una vera e propria riconfigurazione degli ambienti scolastici e degli strumenti didattici è già in atto in alcuni istituti scolastici come il II Circolo Didattico di Mercato San Severino diretto dall’eccellente dr.ssa Anna Buonoconto, amante dell’arte e della cultura in tutte le sue forme , e da un ottimo corpo docente e non solo. Grazie alla loro bravura, professionalità e maestria, sono riusciti metaforicamente parlando “ad aprire anche una finestra sul mondo per i futuri uomini e donne di domani”. Questo perché,
la scuola non è solo un diritto e un dovere, ma è una vera e propria fortuna, uno strumento che ci deve servire per combattere l’ignoranza. Difatti, dobbiamo comprendere che è importante non rimanere ignoranti e diventare invece degli “esseri pensanti”. Pensare significa far valere le proprie scelte, scelte fatte secondo la propria volontà senza rimanere passivi al volere degli altri”. Per questo motivo, le metodologie usate negli anni si inseriscono nel più ampio panorama di una didattica che persegue oltre allo svolgimento dei programmi anche altri obiettivi formativi, dal benessere emotivo degli alunni e delle alunne ad una didattica realmente inclusiva.

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