LE DONAZIONI CHE LAVANO LE COSCIENZE

Avv. Giovanni Falci

SALERNO – Si assiste in questi giorni ad un continuo invito a fare donazioni a contribuire con offerte alla risoluzione dell’emergenza.

Ciò secondo me avviene perché si intende dare un po’ di conforto all’afflizione e, non disponendo di tanti mezzi, si ricorre a donare o a far donare denaro.

Come dire: dato che non possiamo fare nulla per il dolore, facciamo almeno qualcosa per la miseria.

Il dolore si sentirà un po’ più alleggerito, e così tutte le persone afflitte proveranno un po’ di sollievo alle loro sofferenze.

Io credo, però che nessuno potrà sentirsi assolto e che il denaro donato non può bastare a tranquillizzare le coscienze.

Esistono debiti inestinguibili.

Quelle donazioni milionarie dei grandi capitalisti, provengono da accumuli fatti con manodopera in Albania o in altre parti del mondo in cui lo sfruttamento del prossimo e dell’operaio in particolare, anche bambino, è la regola.

Provengono da quei gruppi che hanno chiuso in Italia provocando la disoccupazione di migliaia di operai per produrre sulla pelle di persone senza diritti. Quei soldi non sono una donazione, sono un risarcimento e, per di più, solo parziale e in minima parte.

Quale è lo spirito con cui si dona 1.000.000 di euro per l’emergenza? Secondo me è quello di volersi sentire puri; ma la purezza è un soggetto difficile.

La purezza non può essere concentrata in una azione sebbene umanitaria: la purezza deve essere mantenuta attraverso un modo di agire costante.

Puoi essere una bella persona, un puro, quando doni e poi nello stesso momento sei un accanito sfruttatore di esseri umani?

Sfrutti perché vuoi realizzare profitti maggiori di quelli che ricaveresti se applicassi e riconoscessi i giusti compensi, i giusti diritti agli operai.

Sfrutti per il superfluo.

Si tratta di stabilire allora se tutti i mezzi sono buoni.

Sui fini, in genere, siamo tutti d’accordo, sui mezzi abbiamo opinioni differenti.

Tutti coltiviamo, infatti, una passione disinteressata per la impossibile felicità umana; c’è però chi pensa che per realizzarla tutti i mezzi siano buoni e c’è chi non lo pensa affatto. Io sono tra questi ultimi.

Mi si obietterà che la mia è una visione distaccata dalla realtà perché sappiamo tutti che la salvezza degli uomini è probabilmente impossibile.

Io, però, penso che questo non sia un valido motivo per smettere di cercarla anche perché non è lecito definirla impossibile prima di aver fatto quanto andava fatto per dimostrare che lo è.

Oggi, forse, ci viene offerta l’occasione. Privi di ricchezza e di un patrimonio materiale da raggiungere come fine della nostra esistenza (chiusi in casa ad aspettare), ci troviamo in una condizione di “libertà” grazie alla quale possiamo concentrarci sulla “verità”.

La furberia, la violenza sono mezzi che vengono sperimentati da secoli; sono state tutte esperienze amare.

Ora resta da tentare solo la strada di un’onestà senza illusioni.

Se gli uomini vorranno porre a servizio del bene, non una donazione con bonifico bancario, ma la stessa caparbietà e la stessa energia che altri pongono a servizio del male, si potrà forse raggiungere, anche se per poco tempo, il successo del bene sul male.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *