Antonio Rienzo: storia di un uomo perbene e … il commento di Filomena Chiappardo

Aldo Bianchini

avv. Antonio Rienzo - Padula

SALERNO / PADULA – Non è facile parlare di una persona che non c’è più. Solitamente ci si rifugia in commenti stereotipati, quasi sempre benevoli e rigorosamente istituzionali, diretti anche a soggetti che in vita non abbiamo apprezzato o addirittura non abbiamo neanche stimato.

Però … era una brava persona !!” è questo il commento più ricorrente; un commento che a me non è mai piaciuto anche perché appare chiaramente riduttivo per una persona che perbene lo è stata davvero e per tutta la vita.

Ecco la prima cosa che mi verrebbe da dire, come dico, per ricordare l’avvocato Antonio Rienzo di Padula è: era una persona assolutamente perbene, per nascita e per costume personale.

E mentre mi accingevo a scrivere questo che non è un semplice necrologio, piuttosto la storia di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia ed alla professione di avvocato (ereditata dal padre Settimio) mi sono posto il problema di cosa scrivere e di come presentare e ricordare l’uomo Antonio Rienzo.

Ho conosciuto Antonio Rienzo a cavallo degli anni 70-80 quando non solo faceva l’avvocato nel foro del tribunale di Sala Consilina ma era stato chiamato ad esercitare anche il compito di “vice pretore onorario” presso quel tribunale in cui spesso andavo per motivi lavorativi al fine di svolgere con lui le “inchieste pretorili” sulle cause e circostanze che determinavano gli infortuni sul lavoro.

Per lavoro, quindi, nacque un rapporto di conoscenza e di stima reciproca che è continuato fino all’estate 2019 quando ho avuto modo di incontrare “Antonio” in alcuni appuntamenti pubblici che Lui non disdegnava mai di onorare e non soltanto perché il figlio Settimio è da tempo impegnato in politica.

Seppi, poi, delle sue non perfette condizioni fisiche e la cosa mi turbò non poco.

Ma chi è stato Antonio Rienzo, avvocato per professione e uomo perbene per dono naturale ?

Sono riuscito a ritrovare tra le tante carte, che posseggo per esigenze giornalistiche, alcune copie (recuperate grazie all’opera di Domenico Priore) del giornale periodico indipendente “VETTE  NOSTRE” edito a Sala Consilina negli anni ’50 e diretto nella fase più importante della sua breve storia da Michele Baratta.

Ebbene nel numero del 4 ottobre 1952 ho trovato un articolo dal titolo “Figure contro luce” dedicato al profilo dell’uomo e del professionista Settimio Rienzo, avvocato molto noto in quell’epoca lontana dalla realtà dei nostri giorni.

Ho letto e riletto quell’articolo firmato da tale “KIM” (pseudonimo di un avvocato suo collega) e la minuziosa descrizione del personaggio Settimio Rienzo mi è apparsa subito come pienamente sovrapponibile a quella del figlio Antonio.

  • “”“Serio, metodico, compassato, è di una calma esasperata, è il posa-piano per eccellenza, il <non mi muovo per antonomasia>. Se qualcosa è contro il suo pensiero è evidentemente sbagliata. Sbagliata la sentenza, sbagliata la dottrina, sbagliato anche il codice. E il più delle volte ha ragione, perché il codice, a dire il vero ha, fra tante disposizioni buone, un mucchio ragguardevole di inconcludenze. E quelle della dottrina poi si contano a vagonate. Studio accusato delle causa, assiduità diligente con cui le segue, trattazione esauriente e precisa … Ma è calmo, troppo calmo … Buon Dio, come si fa ad essere così calmi in una vita tumultuosa, in un mondo esagitata, in un’epoca caratterizzata dagli apparecchi a reazione e dalle atomiche … Quella sua tranquillità appartiene al passato, ai tempi del landau, del fiore all’occhiello …”””.

 

Foto di una gita sul Monte Romito del 2016 - Filomena Chiappardo con maglietta verde vicina all'avv. Antonio Rienzo; subito dopo "don Giuseppe Radesca" (vicario generale del Vescovo di Teggiano/Policastro e sacerdote molto noto ed apprezzato in tutto il Vallo di Diano per l'esercizio della sua missione religiosa)

In questi giorni sono stati scritti commenti e ricordi di tutti i tipi, ma tutti di tipo istituzionale e scontati nelle cose da dire per ricordare un uomo perbene; niente di più.

L’unica che è andata fuori dal coro, stanco e ripetitivo, è stata Filomena Chiappardo, giovane assessore alla cultura del Comune di Padula, che ha scelto una linea personale, quasi confidenziale per ricordare l’uomo al quale si rivolgeva con il “VOI” in segno di rispetto. Un commento che mi ha colpito non poco.

Non è facile, credetemi, che un giovane impegnato in politica, soprattutto se donna, riconosca la bontà e la saggezza di un anziano personaggio; ed anche in questo Filomena Chiappardo è andata oltre nel rendere omaggio al compianto Antonio Rienzo in quanto con chiarezza ed umiltà ha ammesso di averlo sempre ritenuto un uomo che, al di là delle colorazioni e delle convinzioni politiche, è stato in grado di trasmetterle una vera e sana passione  per la politica con consigli, suggerimenti e continuo costegno.

 

“”Mi sono sempre rivolta all’Avvocato Rienzo con il “Voi” per un senso di stima e rispetto profondo. Guardando tra le foto, ne ho trovate varie insieme a Voi, Avvocato, ma ho scelto questa perchè ritrae un gruppo di persone spensierate in un luogo molto caro ai padulesi, il Monte Romito. Eravamo appena arrivati dopo il pellegrinaggio a piedi e ci intrattenemmo per il pranzo tra risate e ricordi della vita politica di Padula che avete vissuto da protagonista, ricordi di quegli anni di cui spesso mi parla anche mio padre con un pò di nostalgia. Vi ringrazio perchè avete sempre mostrato una grande fiducia in me. Tante volte mi avete ascoltata e incoraggiata. Avete rappresentato un uomo delle Istituzioni serio, disponibile, gentile, legatissimo alla sua comunità. La Biblioteca Comunale custodirà per sempre un vostro ricordo, tantissimi e preziosi volumi di diritto che saranno a disposizione di chiunque vorrà consultarli. Grazie per i consigli che mi avete dato. Grazie per la passione politica che ci avete trasmesso. Buon viaggio, Avvocato Rienzo!””.

 

Anche la foto (gentilmente concessa dalla Chiappardo) dimostra visivamente la grande sensibilità dell’avvocato nel dedicarsi, quasi come una chioccia, alla crescita politica di una giovane ragazza avvicinatasi da poco alla politica attiva, dopo anni e anni di delicata dedizione alla crescita ed al rilancio di un monumento nazionale e mondiale come la Certosa di San Lorenzo di Padula. E quella ragazza, senza titubanza, ha cercato di restituire al suo mentore tutto quello che era giusto restituirgli.

 

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