Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi chiede al Governo il rispetto della sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 23 ottobre 2019,n.27099, che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise energia ‘’impropriamente pagate’’ dalle imprese?

 

Dr. Pietro Cusati

Stati Generali - tavolo di confronto tra Governo e Confindustria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Critiche  da Confindustria alle misure anticrisi messe in campo finora  dal Governo e alla richiesta di riavere indietro le addizionali provinciali non dovute che vengono “trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione?“.La Cassa integrazione perché non ha funzionato? E’ stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane? Si è arrivati a giugno per pagamenti relativi a marzo-aprile 2020 per le prime 9 settimane di ammortizzatori sociali, previsti dal Decreto Legge  n. 18/2020, che  sarebbero dovuti arrivare entro lo scorso 15 aprile 2020.Una scelta sbagliata in fase iniziale di  cui ora si pagano le conseguenze.  ‘’Ora si onorino i debiti verso le imprese “. Così  il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sintetizza le richieste al tavolo  a Villa Pamphili per gli Stati generali. “La Cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per le ulteriori 4 settimaneGravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee” che rinnova al tavolo con il governo le critiche per la farraginosità degli interventi di sostegno.”Chiedo l’immediato rispetto per la sentenza della Corte di Cassazione che impone la restituzione di 3,4 mld di euro di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato .L’esordio del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi agli Stati generali dell’economia è stato  all’insegna dello scontro frontale.  “Abbiamo l’umiltà di ammettere ritardi ed errori“, ha risposto il Premier Giuseppe Conte ma “ non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni“.

Stati generali -. scontro tra Giuseppe Conte (presidente del consiglio) e Carlo Bonomi (presidente di Confindustria)

‘’La predisposizione del governo è nel valutare le prossime misure che bisognerà adottare nell’immediato“.Dare liquidità immediata ai consumatori a fronte dell’emergenza Covid-19, evitare nuovi fardelli sui venditori e risparmiare tempi e costi delle controversie giudiziarie. È sulla base di questi tre elementi che Confindustria propone al Governo una norma per risolvere il nodo dei rimborsi dell’addizionale provinciale sulle accise dell’energia elettrica pagata negli anni 2010 e 2011. Quanto alla richiesta di riavere indietro 3,4 miliardi fatta dal Presidente della Confindustria  Bonomi, la questione è quella dell’addizionale provinciale sull’energia elettrica abrogata dal governo Monti, che l’ha sostituita con un rincaro delle aliquote dell’imposta erariale. La sentenza della Corte di Cassazione del 23 ottobre 2019, n. 27099 ha stabilito l’illegittimità delle accise provinciali sull’energia elettrica pagate per il biennio 2010-2011, poi abolite dal 2012. La sentenza della Corte di Cassazione ha disposto che per ottenere il rimborso dell’addizionale indebitamente pagata il consumatore finale che non sia Soggetto Obbligato  può agire nei confronti del fornitore. Poiché il rapporto tra fornitore e consumatore ha natura civilistica, l’azione di recupero si prescrive nel termine di dieci  anni dal pagamento dell’indebito. In conclusione, si tratterebbe dell’opportunità di recuperare l’importo dell’addizionale provinciale dell’accisa corrisposta sui consumi elettrici del 2010 e 2011 .La sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 23 ottobre 2019,n.27099, di fatto ha stabilito che l’impresa ricorrente che ha avanzato la richiesta di risarcimento dell’accisa indebitamente versata, non avrebbe dovuto chiedere il denaro direttamente all’Agenzia delle Dogane, ma al fornitore di energia. La cosa importante che viene sancita nella sentenza è che il fornitore di energia potrà richiedere a sua volta il rimborso alla Agenzia delle Dogane una volta superati i tre gradi di giudizio. In pratica l’unica via per il fornitore   di avere a sua volta la certezza del risarcimento, è quella di opporsi per vie legali all’azienda e fare ricorso fino alla Cassazione, la quale deve imporre al fornitore di ridare i soldi all’azienda e consentire poi al fornitore di poter chiedere a sua volta risarcimento all’Agenzia delle Dogane. Le sentenze della Corte Cassazione  valgono solo per il singolo caso preposto; ne consegue che ogni azienda dovrebbe ricorrere per vie legali singolarmente. E’ abbastanza evidente che  lo Stato  deve provvedere ad emanare direttive chiare ,precise e puntuali  e non con le sentenze?

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