Giancarlo Siani: è giornalista professionista

 

Dr. Pietro Cusati

NAPOLI – Un tesserino da giornalista professionista “alla memoria” per Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985 quando aveva appena compiuto 26 anni.
Napoli 28 giugno 2020 .Una decisione che mira a valorizzare ulteriormente il grande impegno professionale di Giancarlo Siani il cui lavoro è da tempo un simbolo per i giornalisti Italiani. Un simbolo per l’informazione corretta, pulita e libera da qualsiasi condizionamento. Giancarlo Siani fu assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985 quando aveva appena compiuto 26 anni.
La consegna del tesserino, da parte dei Presidenti dell’ordine nazionale dei giornalisti e della Campania, Carlo Verna e Ottavio Lucarelli, avverrà a settembre prossimo nelle mani dei familiari durante le “Giornate” in memoria di Giancarlo Siani. “Consegnare a Giancarlo 35 anni dopo la sua barbara uccisione il tesserino di giornalista professionista è un gesto altamente simbolico, che mi commuove e mi fa pensare- Ha detto Paolo Siani, il fratello di Giancarlo,
Mi commuove perché penso che lui quel tesserino lo desiderasse davvero.
Mi fa pensare perché l’ordine dei giornalisti sceglie da che parte stare. E ha scelto la parte più difficile, quella che non va in Tv, che non urla ma che cerca le notizie, anche quelle più scomode. Per questo desidero ringraziare il presidente nazionale Carlo Verna e quello regionale Ottavio Lucarelli.Quel tesserino bordeaux lo dedicheremo a tutti quei ragazzi che vogliono fare i giornalisti in territori difficili e a tutti quei giornalisti che, benché minacciati dalle mafie, continuano a fare il loro dovere e a informarci per la nostra libertà. In fondo questo è il modo migliore per ricordare il sacrificio di Giancarlo.” La sera del 23 settembre 1985 viene fermato da mani nemiche, Giancarlo Siani viene ucciso sotto casa mentre è ancora al volante della sua Mehari. Da pochi giorni ha compiuto 26 anni e da pochi giorni ha ultimato un volume-dossier dal titolo Torre Annunziata un anno dopo la strage, già composto da una tipografia, sugli affari camorristici di Torre Annunziata, che, dopo la sua morte, non è stato più ritrovato. Giancarlo  aveva voglia di cambiare il mondo, di rendere più serena la vita degli emarginati,  amava lottare perché la società potesse mutare in meglio. Lo ha fatto, da aspirante giornalista professionista, con profondo attaccamento al mestiere, con la gioia che anima i giovani onesti e con la forza del suo sorriso. L’Ordine dei giornalisti della Campania ha istituito l’Osservatorio etico sulle minacce ai giornalisti. Lo compongono il Magistrato Aldo De Chiara, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e l’Avv. Mimmo Falco, Presidente del Corecom e vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania. L’Osservatorio etico  a garanzia della corretta informazione sui  giornalisti realmente minacciati dalle mafie. Un Osservatorio a tutela dell’informazione e della pubblica opinione.La libertà di stampa rappresenta un presidio fondante della nostra democrazia, che va preservato e difeso in tutti i territori. «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.’’ L’articolo 21  della  costituzione italiana ha un  significato profondo in uno stato democratico. Gli episodi di intimidazione e di minaccia ai giornalisti italiani hanno un trend in crescita rispetto agli anni precedenti: fino al 16 giugno 2020, si contano già 83 casi.‘’Sulle minacce e le intimidazioni nei confronti dei giornalisti coinvolgeremo le prefetture con tavoli di analisi del fenomeno a cui parteciperanno l’ordine professionale e le associazioni di categoria, da convocare, in tempi brevi, anche da remoto. La libertà di stampa rappresenta un presidio fondante della nostra democrazia, che va preservato e difeso in tutti i territori”. E’ quanto ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, a margine della riunione del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, che ha presieduto al Viminale.

Il ministro dell’Interno ha ribadito che “gli episodi di intimidazione e minaccia verso i giornalisti sono oggetto di costante attenzione, ai fini della tempestiva adozione dei necessari interventi e delle più idonee misure di tutela ed, in tal senso, ha ricordato la direttiva ai prefetti del 24 gennaio scorso, con cui è stato avviato un monitoraggio strutturato semestrale per conoscere e analizzare i fattori e gli scenari di rischio in sede locale, nonché le iniziative assunte e le misure adottate a livello territoriale.In base ai dati ad oggi disponibili, al 16 giugno 2020, si contano 83 episodi, con un trend di crescita rispetto agli anni 2018 e 2019, dove si sono registrati, rispettivamente, 73 e 87 atti intimidatori. Gli episodi sono riconducibili a matrici e motivazioni di diversa natura, inquadrabili in macro aree di riferimento: atti provenienti da ambienti della criminalità organizzata (10 episodi nel 2020), atti riconducibili a motivazioni socio-politiche (37 episodi nel 2020) ed atti provenienti da altri contesti (36 episodi nel 2020). Nel 2018 e 2019 circa un quarto delle intimidazioni è pervenuta via social network (24% per il 2018 e 23,5% per il 2019), mentre per il periodo considerato dell’anno in corso il dato è notevolmente aumentato, attestandosi al 43%. Dal punto di vista della collocazione territoriale, 70 episodi sul totale complessivo hanno interessato le regioni Lazio, Campania, Sicilia, Calabria e Lombardia.

 

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