Elezioni Regionali 2020: chi è il candidato alle regionali che ha intascato per due volte il bonus Inps di 600 euro ed è in attesa di quello da 1000 euro, o almeno qual è il suo prototipo nell’immaginario collettivo ? Risponde il sindaco di Auletta Pietro Pessolano.

 

Aldo Bianchini

Napoli - Palazzo Santa Lucia, sede della presidenza della Regione Campania

SALERNO – Era nella normalità delle cose che i precedenti articoli (Elezioni 2020: 1.241 garibaldini per le regionali … tutti cristallini ? e quello titolato “Elezioni Regionali 2020: c’è un candidato che alla chetichella ha chiesto ed ottenuto il bonus di 600 euro ed è in attesa di quello da 1.000 euro ?” pubblicati su questo giornale il 24 e il 27 agosto scorso dovessero provocare un forte dibattito tra i lettori che in via riservata hanno manifestato la loro indignazione per la vicenda raccontata e ripresa nel titolo di oggi; una vicenda che riguarda almeno uno dei 226 candidati per la provincia di Salerno alle Regionali della Campania previste per il 20 e 21 settembre prossimo.

Per dovere deontologico non trascrivo i commenti dei lettori indignati, ma mi permetto di pubblicare il dialogo intercorso tra il sottoscritto ed il sindaco di Auletta Pietro Pessolano in quanto, vista la posizione pubblica e sicuramente trasparente di Pietro, concentra in se diverse domande e tante risposte; per comodità di lettura titolerò con i nomi di battesimo (Pietro e Aldo) le varie battute della conversazione avvenuta via whatsapp subito dopo che Pietro ha letto il mio articolo:

PIETRO: Non capisco, un cittadino che si candida alle regionali non ha le prerogative o i diritti che hanno tutti gli altri ?

ALDO: Certamente sì, ma ci sono motivi di opportunità politica che dovrebbero indurre a rinunciare, soprattutto quando le condizioni economiche del candidato appaiono come più che eccellenti. Nel caso di specie ci sarebbero anche altri gravi motivi che, per il momento, non posso rivelare.

PIETRO: Io non sono possessore di partita Iva. Nel caso fossi stato possessore non capisco perché non dovevo fare la richiesta, rispettando la legge. Poi ognuno conosce le esigenze di casa sua. Quello che appare non è sempre la realtà delle cose. Io ho da dire che la legge è fatta male.

ALDO: E’ fatta malissimo, ma se uno ostenta un tenore di vita altissimo può, secondo te, arraffare anche i 600 euro per due volte nell’attesa di quello da 1.000, vedi che alcuni parlamentari (che comunque non ostentavano ricchezza) sono stati sospesi dal ruolo elettivo cui erano stati chiamati dal popolo.

PIETRO: I parlamentari sono stati sospesi ?

ALDO: Così è stato strombazzato da tutti i mass media che sicuramente non hanno avuto pietà nei loro confronti. Se tu sai cose diverse dovresti denunciarle.

PIETRO: Non capisco, io non ho detto che conosco delle cose. Io metto avanti il principio della democrazia, che significa il rispetto delle regole. Chi sbaglia a fare le regole, se di sbaglio si tratta, deve essere bocciato. Non sono per l’accanimento verso qualche categoria. Potrei dire: quanti miliardari hanno fatto questa maledetta domanda ?  Ma se rientrano nel rispetto delle regole non ho niente da dire. Il principio di democrazia io lo esercito sempre. Vado sempre a votare. Quando perdo rispetto il risultato. Omaggio i vincitori incitandoli a fare le regole. Poi si rivota. Se i cittadini ridanno la fiducia, allora io sono in errore. Per la sana democrazia.

ALDO: Bene, allora rimane ferma la notizia che racconta della sospensione dei parlamentari. Bravo, condivido il principio della democrazia e il rispetto delle regole; in questo caso potrebbero essere state violate entrambe. Per bocciare chi sbaglia a dettare le regole va punito con il corretto esercizio del voto; ma se un candidato sbaglia ancor prima di essere eletto andrebbe cancellato. Nessun accanimento verso nessuno, neppure verso i miliardari. Anche quì caro Pietro, le regole sono state rispettate anche se fatte male. Il problema, però, è diverso in quanto se un presunto ricco scende in politica non deve solo rispettare le regole fatte male ma deve anche evitare che le regole fatte male possano travolgerlo e far cadere la fiducia verso gli elettori che sono sovrani.

PIETRO: Solo una volta non ho accettato il risultato, sono andato nelle sei competenti ed ho pure vinto. La  regola  sbagliata ?  Chi può essere il sovrano Dio di dire che la verità sta dalla sua parte. Sul principio che le regole sono fatte per l’interesse di tutti. Io rispetto le regole. Anche i miliardari pensano di stare nel giusto. Sono regole sovrane, fatte dai rappresentanti del popolo. Poi ci sono persone, come un mio amico imprenditore, che donano somme di denaro anche per la protezione civile; è accaduto nella mia Auletta.

ALDO: Nessun Dio, c’è solo il metro dell’opportunità politica che ognuno deve valutare a fondo prima di fare una cavolata. Il popolo pretende dai suoi rappresentanti non tanto il solo rispetto delle regole, ma soprattutto un comportamento etico sociale irreprensibile.

Pietro Pessolano, sindaco di Auletta

Il sindaco di Auletta ha posto, come fa sempre, tematiche molto interessanti alle quali ho cercato di dare delle risposte; ognuno dei lettori darà le sue.

Sullo sfondo rimane aperta la caccia a quell’unico (almeno per il momento) candidato ad un seggio di “consigliere regionale” che ha intascato due bonus Inps da 600 euro cadauno ed è in attesa di intascare quello da 1.000 euro; i primi due per i mesi di marzo e aprile, il terzo per maggio.

Ricordo che il bonus spetta, per legge, a tutti quei soggetti che per il 2018 hanno percepito un reddito che non supera i 35mila euro; quindi il presunto ricco di questa storia potrebbe anche aver fatto una dichiarazione dei redditi infedele.

Alla prossima.

 

 

 

 

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