Aldo Bianchini e Marzia Valitutti
SALERNO – E’ dal 2014 che su questo giornale conduco una battaglia giornalistica, come al solito in solitaria, per sensibilizzare i “competenti uffici comunali” (si fa per dire !!) alla corretta gestione della manutenzione degli alberi e del verde.
L’ultima volta in ordine di tempo che ho scritto su questa problematica è stato il 9 febbraio 2020 e, guarda caso, ho scritto proprio dell’albero che ieri mattina è stato spezzato dalla tromba d’aria abbattutasi su Salerno.
Feci un titolo ad effetto “Ambiente: gli alberi della morte” e corredai il tutto con fotografie; sollecitai il Comune ad intervenire; ebbi cura di inviare l’articolo anche a tutti i consiglieri comunali di Salerno, agli assessori ed al sindaco; più rompiscatole di così non è facile. Da quel komento niente è accaduto; qualche settimana dopo mi scrisse il generale Francesco Lupo che, indignato, mi diede ragione e tra l’altro disse: “Ho letto il tuo articolo e come sempre molto preciso nelle informazioni. Da due anni sto combattendo per la situazione degli alberi in Viale degli Svevi a Salerno ma senza risultato. Ho rappresentato il problema all’assessore Caramanno, al funzionario del verde pubblico geom. Cusimato e all’assessore Di Maio; purtroppo sono inascoltato. Forse come dice il poeta “in tutt’altre faccende affaccendati….”. Parole sante quelle del generale, parole che condivido pienamente.
Dunque il generale cita tre nomi: Caramanno e Di Maio (assessori) e il funzionario comunale geom. Cusimato; cosa è stato fatto da febbraio ad oggi, o meglio cosa hanno fatto i tre esponenti del Comune ?
Assolutamente niente, almeno per quanto riguarda i “due alberi della morte”, dei quali uno è caduto insieme ad un altro grosso albero, l’altro è rimasto miracolosamente in piedi; e fortunatamente nessuno è rimasto ferito.
“A chi tocca la manutenzione degli alberi” fu questa la domanda che posi qualche giorno dopo la pubblicazione dell’articolo di febbraio 2020 ad un gruppo di lavoratori (guidati da un tecnico comunale) che erano venuti a Torrione per tagliare due alberi ormai secchi che minacciavano di cadere sul chiosco delle bibite. Il capo di quel gruppo laconicamente rispose: “Vabbè, ma voi scrivete sempre, non è che possiamo correre appresso alle segnalazioni. Comunque vi tranquillizzo; sui due alberi che avete descritto nell’articolo è stata fatta recentemente una perizia da un tecnico esterno ed il risultato è stato positivo. Non ci sono pericoli”.
Prendiamola per buona la dichiarazione del tecnico e addebitiamo tutta la colpa alla tromba d’aria; non vado alla caccia forzata dei responsabili, anche perché fortunatamente non c’è scappato il morto (come era invece accaduto proprio in quei giorni a Cava con la morte del medico oculista Gioacchino Mollo, 64 anni, rimasto schiacciato sotto un albero).
Adesso, però, gli uffici competenti si diano da fare e corrano ai ripari facendo tutto il possibile per manutendere l’atro albero di Torrione (quel salice piangente di Via Orofino che arriva all’altezza del sesto piano del palazzo della farmacia Grimaldi); sbagliare è lecito, ripetere l’errore è diabolico. E qui potrebbe scapparci davvero il morto.