Bufera mediatica dopo la decisione di sospendere la partecipazione del Sen. Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia, al programma Titolo V su Rai3. Non è chiaro chi deve chiedere scusa e a chi ?

Dr. Pietro Cusati

(Giurista – Giornalista)

Sen. Nicola Morra, grillino, presidente della Commissione Bicamerale Antimafia

Bufera politica  e soprattutto mediatica ,un caso senza precedenti, dopo l’esclusione  dei vertici della RAI del Sen. Nicola Morra ,Presidente della Commissione Antimafia che ha raggiunto gli studi televisivi e non ha potuto partecipare alla trasmissione Titolo V, il programma condotto da Francesca Romana Elisei e Roberto Vicaretti, per le parole su Jole Santelli. Secondo il  consigliere di Vigilanza della  Rai Michele Anzaldi: ‘’Le parole di Morra sono ingiustificabili, la censura della Rai è gravissima. Invece di mettere Morra di fronte alle sue responsabilità, il servizio pubblico ha abdicato al suo ruolo giornalistico. L’Ordine dei giornalisti ci faccia sapere la sua opinione e la spieghi ai cittadini.

‘’Nicola Morra avrà altre opportunità, sempre attraverso le reti del Servizio Pubblico ed eventualmente nello stesso Titolo V, per esprimere i suoi punti di vista“. La RAI  in una nota  spiega come si sia arrivati allo stop da parte dei vertici  alla partecipazione del Presidente della Commissione Antimafia alla puntata di Titolo V il  programma di Rai3 . “La decisione di sospendere la partecipazione è stata presa  dalla Rai poiché  era in corso un dibattito particolarmente acceso su un argomento molto delicato che coinvolgeva i malati oncologici. Al di là delle singole opinioni, la Rai, come Servizio Pubblico, pur nella consapevolezza della difficoltà di prendere una decisione che sarebbe stata comunque controversa, ha preferito adottare una linea di massima prudenza e tutela ed evitare di alimentare le molte polemiche che si stavano sviluppando su un tema così complesso. La Rai si rammarica con il Presidente della Commissione parlamentare antimafia per le modalità con le quali è stata comunicata la  decisione, sia per il riguardo che sempre va dato agli ospiti dei programmi, sia in particolare se, come in questo caso, rivestono funzioni pubbliche di rilievo”. “Tocca al direttore generale della Rai o a un direttore di rete stabilire ciò che un esponente politico può dire. Credo che quello che è avvenuto a Morra, al di là delle sue discutibilissime opinioni, costituisca un precedente gravissimo per la vita democratica” secondo  il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. ‘’ Censurare la partecipazione di Nicola Morra per una frase infelice, della quale si è ampiamente scusato, è offensivo nei confronti del Presidente della commissione Antimafia e dei cittadini che guardano il  servizio pubblico” afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle Laura Bottici, questore del Senato. ‘’Questo è il Paese dell’ipocrisia e dei sepolcri imbiancati, in cui piuttosto che guardare la luna si osserva il dito che indica la luna, e in cui forse qualcuno, facendo servizio pubblico, reputa che il Presidente di Commissione Antimafia piuttosto che essere severamente esaminato dai giornalisti, che gli possano fare le pulci, come credo sia doveroso fare, debba essere semplicemente escluso dalla partecipazione ad una trasmissione che avrebbe parlato di Calabria e ‘ndrangheta, sapendolo fra l’altro all’ultimo, mentre ero in camerino, ha ricordato Nicola Morra, e mi stavano microfonando, ci sono testimoni che possono asseverare quanto dico. Io mi domando: il servizio pubblico può tranquillamente intervistare il figlio di Totò Riina, Salvatore Buzzi, però il presidente della commissione Antimafia, che avrebbe detto parole disdicevoli, non può essere scartavetrato? Perché io accetto anche di essere scartavetrato dai giornalisti, perché questo è il compito del giornalismo, che deve essere ruvido, severo, ma lo deve essere a trecentosessanta gradi. Credo ci sia una riflessione da farsi sullo stato di salute della democrazia in alcune aziende che un tempo  erano le prime aziende culturali del paese e lo dico sapendo che la mia forza politica è stata chiamata a governare il consiglio d’amministrazione della Rai, facendo delle scelte perché è notorio che il consiglio d’amministrazione è figlio dell’esperienza di governo in cui il M5S è stata forza di governo. E’ molto discutibile il comportamento della  Rai, come Servizio Pubblico, di censurare Il Presidente della Commissione Antimafia adottando un  rimedio peggiore del male,alimentando ancora di più le polemiche. Ovviamente occorre fare una riflessione severa sulla libertà di espressione, la responsabilità del servizio pubblico e il delicato  male del secolo che ha coinvolto  la povera Jole Santelli, aldilà delle singole opinioni, sono parole incaute quelle pronunciate da un parlamentare,  riflessione serena  con la testa e il cuore, lottando per la  verità e la giustizia, senza però derogare al rispetto dei principi della Costituzione repubblicana. Platone ha insegnato che chi commette un’ingiustizia è sempre più infelice di chi la subisce.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *