Sconcerto a Napoli: studenti privati del loro abbonamento

Dr. Vincenzo Mele

Con un inquietante comunicato diffuso sui social network nelle prime ore di Lunedì 23 Novembre, l’ANM (Azienda Napoletana Mobilità), facendo seguito alle disposizioni del Consorzio Unico Campania, ha reso noto che la validità dell’abbonamento gratuito per gli studenti è sospesa fino alla ripresa delle lezioni e che coloro che lo presenteranno come titolo di viaggio saranno considerati trasgressori e puniti con sanzioni economiche.
Si tratta dell’ennesimo dietrofront del Consorzio e dell’Azienda, solo l’ultima di una serie di mosse sconclusionate o persino azzardate che penalizzano principalmente gli studenti universitari e le loro famiglie. Anche se le lezioni sono sospese per la scuola secondaria, molte biblioteche risultano ancora aperte ed in piena attività. Così uno studente universitario che stia preparando un esame o la tesi di laurea risulta penalizzato da quest’ultima grossolana decisione. Mentre molte città europee, tra cui ad esempio Londra e Vienna, hanno tutelato gli studenti, non solo impiegando nuove ed avanguardistiche tecnologie per offrire un servizio di trasporti sicuro anche durante la pandemia, ma anche riducendo significativamente i costi del servizio, Napoli sceglie di penalizzare chiunque voglia arricchire o completare la propria istruzione.
Semplicemente con un paio di righe, lo stereotipo di una città alla rovescia riceve nuove conferme: il deliberato sprezzo delle regole è talmente radicato in quest’area geografica che anche le istituzioni decidono di penalizzare gli incolpevoli studenti universitari, da sempre categoria negletta, invece di colpire la vera causa del buco di bilancio del Consorzio, gli individui che da sempre si rifiutano di pagare il biglietto e che, con il loro disprezzo per il bene comune, hanno devastato il servizio pubblico. Una città che millanta la bellezza di una stazione infischiandosene della scarsa qualità del servizio a cui dovrebbe essere adibita, aderisce in pieno al classico ed inconsistente culto del bello, il falso mito che ogni giorno priva questo territorio di qualsivoglia speranza di un futuro migliore.

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