Inaugurazione dell’ anno giudiziario sull’andamento della giustizia in Italia: il Primo Presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio esorta a riformare subito la giustizia penale e civile.

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma,29 gennaio 2021. Il 2020 è stato un anno difficile per tutto il paese. La pandemia ha indotto l’Esecutivo e il Legislatore ad adottare misure che hanno inciso profondamente anche sull’andamento dell’attività giurisdizionale. Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,del Ministro della Giustizia,del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, della Presidente del Senato e del Presidente  Camera dei deputati , del Vice Presidente del CSM, e di altre alte autorità civili ,militari e religiose, si è tenuta l’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Cassazione,durata come prevista del protocollo un’ora, domani sarà il turno delle 26 Corti di appello presenti sul territorio. L’amministrazione della giustizia , come ogni settore della vita nel 2020 è stata segnata dalla pandemia. Ciò ha comportato il sostanziale rallentamento  dell’attività giudiziaria e una faticosa e difficile ripresa. Quest’anno la relazione durante la cerimonia d’Inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 è stata tenuta dal Primo Presidente della Cassazione, Pietro Curzio,nominato il 15 luglio 2020.Il Prom Presidente di origine Pugliese è  nato infatti il 5 marzo 1953 a Bari, città in cui ha studiato frequentando la facoltà di Giurisprudenza. Si è laureato nel 1975, discutendo una tesi sul contratto collettivo di lavoro, relatore il Prof. Gino Giugni. È entrato in magistratura nel 1978,nel 2007 accede alla Corte di Cassazione. È stato componente del “Comitato scientifico” del Consiglio Superiore della Magistratura, curando anche i rapporti internazionali con la rete per la formazione dei magistrati europei. Ha collaborato stabilmente, in qualità di consulente, con la Scuola Superiore della Magistratura, sin dalla sua costituzione.Ha insegnato in varie università e fa parte del comitato di redazione di alcune riviste scientifiche. Presiede da trent’anni la Sezione di Bari del Centro Nazionale studi di diritto del lavoro “Domenico Napoletano”.È autore di circa cento saggi in materia di diritto del lavoro, diritto processuale civile, diritto costituzionale, diritto penale e ordinamento giudiziario.Ha creato e dirige la collana “Biblioteca di cultura giuridica” per i tipi dell’Editore Cacucci (Bari).La crisi pandemica ha permesso l’acquisizione di nuove competenze gestionali e ha fatto maturare un’accresciuta consapevolezza dell’importanza del coinvolgimento di tutti gli attori del mondo giustizia e dell’utilizzo della tecnologia per incrementare la qualità e quantità del lavoro giudiziario. Il Primo Presidente della Cassazione nell’apertura dell’anno giudiziario a proposito del  Recovery Fund, sulle spalle dei giovani,ha citato le parole dell’ex governatore della Bce Mario Draghi ,per cui “privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”. A tal fine per Curzio, “dobbiamo rimetterci al lavoro” ciascuno “in adempimento dei propri doveri”.”La pandemia  ha ulteriormente mostrato l’inadeguatezza del sistema, la gracilità e la vetustà di molti suo gangli, e pone in modo deciso la necessità di un cambiamento profondo e incisivo prima di tutto culturale. Per fare fronte alla crisi si è scelto di impegnare risorse economiche in misura impensabile fino a un anno fa. Ma per ottenere dall’Europa i relativi finanziamenti è necessario tracciare un quadro di riforme, prima tra tutte della giustizia, che dia idonee garanzie di conseguire gli obiettivi prefissati”.”Nell’anno appena trascorso, in assenza di quella stanza di compensazione che è la scuola e di attività esterne, si è riscontrato un silenzioso aumento dei maltrattamenti in famiglia verso minori e più in generale l’incremento di situazioni concernenti minori maltrattati o abbandonati”. Servizi di mediazione familiare sono stati attivati per fare fronte “all’esplosione della aggressività in famiglia legata alla pandemia”.”Ci auguriamo che il 2021 sia l’anno della ‘svolta italiana’ all’interno della svolta europea, che il piano prospetta, e che il progetto si trasformi in un processo operativo articolato ed efficace”. In particolare  su “digitalizzazione, semplificazione, nuove risorse umane e strumentali, ufficio del processo”.”Si segnala in controtendenza rispetto al generale calo delle sopravvenienze, il deciso aumento degli affari di volontaria giurisdizione, in particolare delle amministrazioni di sostegno, verosimilmente riconducibile al progressivo invecchiamento della popolazione, ma, attualmente, anche al preoccupante diffondersi di fragilità e patologie di natura psicologica,a proposito delle persone anziane e deboli, spesso sole, per le quali è necessario nominare un amministratore  di sostegno o un ‘tutore’ giudiziario. La violenza contro le donne:gli uffici di merito segnalano l’accresciuta consapevolezza da parte dei cittadini e delle istituzioni del fenomeno della violenza ai danni delle donne in ambito familiare o domestico e nella società. Se, per un verso, non si segnalano particolari disfunzioni derivanti dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere introdotte dalla recente legge n.69 del 2019 (c.d. codice rosso, in vigore dal 9 agosto 2019), dall’altro lato, si registra un incremento dei reati spia, quali i maltrattamenti in famiglia, lo stalking e le altre violenze ai danni delle donne.Viene da più parti segnalato l’incremento delle denunce di violenze da parte di donne straniere, ritenuto indice della crescente integrazione socialecui consegue un’accresciuta consapevolezza da parte delle vittime della possibilità di ottenere tutela e di affrancarsi da pratiche e costumi dei paesi di origine.Alla fine del 2020 erano in servizio negli uffici giudiziari n. 9.100 magistrati ordinari, oltre a n. 269 magistrati in tirocinio e n. 248 magistrati collocati fuori ruolo, a fronte di un organico complessivo di n. 10.751 posti, per cui residuano n. 1.313 posti vacanti negli uffici giudiziari e n. 534 posti da coprire con nuovi concorsi. Per quanto riguarda la rappresentanza di genere, i magistrati sono equamente distribuiti con una leggera preponderanza di quella femminile  (55%). L’organico complessivo era scoperto per una percentuale del 12,61%,equamente distribuita tra magistrati addetti agli uffici giudicanti (-12,63%)e requirenti (-12,54%).L’anno 2020 era iniziato con la nomina di 251 magistrati ordinari,attualmente in tirocinio, e con l’auspicato svolgimento di un nuovo concorso da celebrare dopo l’approvazione della legge di bilancio 30 dicembre 2018,n. 145 che ha autorizzato il Ministro della Giustizia a bandire i concorsi nel triennio 2019-2022. La pandemia ha di fatto impedito di avviare le procedure concorsuali, sicché non saranno a breve coperte le pur rilevanti scoperture dell’organico di magistratura. In questo quadro si colloca l’apporto dei magistrati onorari. La magistratura onoraria, che presenta una costante decrescita di presenze, è composta da 1.169 giudici di pace (pianta organica n. 3.512), 2.035 giudici onorari di tribunale (organico previsto di n. 2.714), 328 giudici ausiliari di Corte d’appello (organico di n. 400 unità) e 1.722 vice procuratori onorari (a fronte di un organico di n. 2.080), nonché 13 giudici ausiliari di Corte di cassazione addetti alla Sezione tributaria (organico stabilito in  n. 50 unità).Per gli organici del personale amministrativo addetto agli uffici giudiziari si registra una percentuale di scopertura nazionale del 26,19%(43.304 posti in pianta organica contro solo 32.216 presenti), superiore a quella dell’anno precedente, nonostante le recenti immissioni, tra l’altro, di n. 1.927 dipendenti, di cui 807 assistenti giudiziari.L’età media del personale è sempre molto elevata (54 anni). Nonostante le recenti assunzioni di assistenti giudiziari e funzionari, viene da tutti segnalato un quadro che non potrà che aggravarsi con i previsti prossimi pensionamenti del personale attualmente in servizio, con conseguente perdita di qualificate professionalità. Particolare affidamento, pertanto, deve essere riposto nelle previste assunzioni di nuove unità di personale di area IIe III da inquadrare nei ruoli dell’Amministrazione giudiziaria, già in parte avviate alla fine del 2020 e da attuare nel corso del 2021. Tutti gli uffici giudiziari segnalano la carenza del personale amministrativo, che condiziona l’andamento della giurisdizione di merito,soprattutto nel settore penale in cui l’impegno è modulato secondo una defatigante quanto rigorosa tempistica (per la durata delle udienze e l’urgenza degli adempimenti), mentre gli interventi tecnologici segnano ancora il passo rispetto ai risultati ottenuti nel settore civile.

Gli uffici giudiziari di merito, per ovviare alla carenza di personale

amministrativo, hanno fatto frequente ricorso alla istituzione di tavoli tecnici

e alla sottoscrizione di protocolli con Enti locali, Ordini forensi e Camere

penali al fine di fornire risposta alle varie problematiche organizzative,

conseguenti anche alla carenza delle risorse umane. Alcuni uffici giudicanti,

anche di livello distrettuale, hanno sottoscritto protocolli, linee guida o

altri analoghi piani organizzativi finalizzati a rendere più efficiente la

gestione dei procedimenti, stabilendo, d’intesa con gli Uffici requirenti e

l’Avvocatura, le priorità di trattazione dei processi che tengono conto delle

indicazioni normative relative agli affari urgenti (art. 132-bis disp. att. cod.

proc. pen.), delle realtà e territoriali, nonché della capacità di definizione dei

singoli. Si tratta di iniziative rilevanti, di notevole impatto e condivise con

tutti gli attori coinvolti che delineano buone prassi volte ad assicurare, pure a

fronte delle drammatiche carenze di risorse umane e finanziarie, l’efficienza

complessiva del servizio nel rispetto del canone costituzionale del giusto

processo e dei criteri di conoscibilità e trasparenza dell’azione giudiziaria.

Sulla base delle segnalazioni che provengono dai distretti, il quadro

nazionale delle risorse materiali si presenta particolarmente deficitario per

quanto riguarda l’edilizia giudiziaria e penitenziaria.

La generalità degli uffici giudiziari presenta significative carenze

strutturali, necessità di interventi di manutenzione straordinaria, anche per

quello che riguarda gli impianti tecnici e di sicurezza, e una complessiva

inadeguatezza degli spazi resa particolarmente evidente dalla necessità di

adottare, a causa della pandemia, misure di distanziamento particolarmente

incisive nell’accesso agli uffici e nella permanenza all’interno di essi di

professionisti e utenti. L’edilizia penitenziaria e le strutture dell’esecuzione penale esterna mostrano da anni gravi deficit di capienza e una significativa vetustà degli edifici che hanno determinato l’ormai endemica problematica del

sovraffollamento carcerario, cui consegue un significativo contenzioso nel

settore risarcitorio ex art. 35-ter l. n. 354/1975 e situazioni di grave crisi,

sfociate, durante la fase più virulenta della pandemia, anche in tumulti e

rivolte, nonché una diffusa difficoltà di gestione del rischio di contagio che

ha spinto il legislatore a intervenire mediante l’adozione in via d’urgenza di

strumenti deflattivi del circuito detentivo .

Si registra un complessivo rallentamento delle sopravvenienze, dovuto

sia ai provvedimenti che hanno direttamente inciso sull’attività giudiziaria,

sia agli interventi normativi che, nei settori più legati all’andamento economico

(sfratti, esecuzioni, procedure concorsuali), hanno previsto la sospensione

delle attività idonee ad accentuare la criticità di alcuni settori. Meritano di

essere, in particolare, segnalati i provvedimenti normativi nel settore degli

sfratti (bloccati fino al 30 aprile 2021), delle procedure concorsuali (ove

l’art. 10 del decreto legge n. 23/2020, dettando “Disposizioni temporanee in

materia di ricorsi e richieste per la dichiarazione di fallimento e dello stato di

insolvenza”, ha stabilito che “Tutti i ricorsi ai sensi degli articoli 15 e 195 del

regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 e 3 del decreto legislativo 8 luglio 1999,

n. 270 depositati nel periodo tra il 9 marzo 2020 ed il 30 giugno 2020 sono

improcedibili), del lavoro (ove è stato disposto il blocco dei licenziamenti).

Nel settore degli affitti commerciali, al mancato pagamento dei canoni si

associa un aumento della escussione delle fideiussioni.

Solo nell’anno 2021 si potrà vedere, attraverso l’analisi del contenzioso,

in quale misura i vari interventi volti ad assicurare sostegno economico

alle attività pregiudicate dall’emergenza saranno stati idonei a scongiurare

o ridurre effettivamente la crisi economica originata dalla pandemia.

Parallelamente, partiranno i nuovi strumenti sulla crisi di impresa, la cui

idoneità verrà subito messa alla prova: è stata differita al 1° settembre 2021

l’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. n.

14 del 2019), che introduce le procedure di allerta, cioè di indicazione dei c.d.

segnalatori di crisi di impresa, sia interne all’organizzazione imprenditoriale

sia esterne ad essa, affidate ai creditori pubblici qualificati, nonché la

“procedura di composizione assistita della crisi”, finalizzate a una più

precoce emersione e più facile risoluzione delle situazioni di crisi aziendale,

nonché ad evitare che sfocino in procedure liquidatorie e a salvaguardare

così i valori aziendali e i livelli occupazionali.

ampia serie di cause, che non presentino la necessità di risoluzione di

problemi giuridici complessi.

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