AFFARI: da Salerno in Egitto … sulle colorate spiagge di Sharm El Scheik

Aldo Bianchini

Una veduta delle spiagge sul Mar Rosso di Scharm el Scheik

SALERNO – “Per quest’anno non cambiare … Stessa spiaggia, stesso mare”, faceva così il ritornello di una nota vecchia canzone di Piero Focaccia di ventitre anni fa.

Sembra, stando alle cronache molto velate, che con il ritornello di Focaccia si siano salutati i sei componenti delle tre coppie di salernitani molto noti a conclusione della splendida vacanza vissuta nell’estate del 2020.

E nella fattispecie non si tratta di una vacanza qualsiasi, caso mai nel lido “mappatella” ma di una vacanza prestigiosa e lussuosa sulle spiagge assolate della mitica Sharm el Scheik in Egitto, al riparo dagli sguardi indiscreti e di pettegolezzi vari.

Per andare avanti con la notizia, perché la notizia c’è e di questo si tratta, io aggiungerei al ritornello di Focaccia anche l’appendice “stessi affari”. Eh ! si, perché a Sharm el Scheik non si va soltanto per una splendida vacanza, si va soprattutto per concludere affari (anche quelli leciti) senza avere intorno il clamore delle cosiddette “sentinelle dell’informazione” che per le note carenze editoriali non possono permettersi il lusso di inviare tecnici e giornalisti fino sulle spiagge della penisola del Sinai che si bagnano nelle chete acque del Mar Rosso.

Precauzioni, già insite nell’essere imprenditore, che a maggior ragione aumentano quando l’oggetto dell’affare può dipendere soltanto dalla politica.

Quindi come prima deduzione, discendente dalla notizia della vacanza, c’è già una certezza: sulla spiaggia del Mar Rosso c’era la politica e l’imprenditoria.

Al centro della discussione conclusa con un accordo c’è una importante area (adesso allo stato di un vero letamaio) da ristrutturare e da riempire con almeno una costruzione per civili abitazioni dal valore ragguardevole proprio perché l’area di che trattasi è sita in un posto nevralgico che dalla tangenziale porta verso il centro della città passando per il quartiere Torrione.

Ovviamente per concludere l’affare sono necessari due elementi: la possibilità economica dell’imprenditore e la disponibilità della politica.

Difatti per quell’area da ristrutturare sarebbe necessario un “cambio di destinazione d’uso” in quanto in epoche diverse è stata oggetto di varie progettazioni, alcune delle quali dovevano interessare direttamente la riqualificazione urbana della città. In un primo momento per la progettazione dettata da Oriol Bohigas con le sue mitiche “aapu” (aree attuazione puntuale urbanistica) che furono velocemente abbandonate per dare al PUC una dimensione più elastica e più a macchia d’olio.

Una scelta della politica che di per se fa capire che necessitava bocciare le idee di Bohigas per dare libero sfogo agli affari in quella che spesso ho definito “la guerra del cemento”.

 

Per oggi è meglio fermarsi qui; non senza aggiungere che sulle spiagge di Scharm el Scheik l’estate scora si è parlato anche di altro: la sistemazione geo-economico-politica di almeno due delle signore sulle tre presenti sulle rive del Mar Rosso.

Tanto tutto è stato concordato con una stretta di mano e bisognerà attendere le prossime elezioni per la pratica attuazione.

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