Decreto riaperture :il Garante della Privacy mette in discussione le criticità per i pass vaccinali è necessario un intervento urgente del Governo a tutela dei diritti e delle libertà delle persone.

 

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

Roma, 24 aprile 2021. Il Garante della Privacy ha inviato un avvertimento formale al Governo per i pass vaccinali ,il decreto riaperture, secondo il Garante della Privacy, ai sensi del regolamento UE , presenta criticità tali da inficiare, se non  modificato, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia. Il decreto riaperture approvato dal governo Draghi  non garantirebbe una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, essendo gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali. In contrasto con quanto previsto dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, il decreto riaperture non definisce con precisione le finalità per il trattamento dei dati sulla salute degli italiani, lasciando spazio a molteplici e imprevedibili utilizzi futuri, in potenziale disallineamento anche con analoghe iniziative europee.Non viene specificato chi debba essere il titolare del trattamento dei dati, in violazione del principio di trasparenza, rendendo così difficile l’esercizio dei diritti degli interessati nell’eventualità di informazioni non corrette contenute nelle certificazioni verdi. Secondo il Garante per la Privacy ,Ci sarebbe   un utilizzo eccessivo di dati sui certificati da esibire in caso di controllo, in violazione del principio di minimizzazione. Per garantire  la validità temporale della certificazione, sarebbe stato sufficiente prevedere un modulo che riportasse la sola data di scadenza del green pass, invece che utilizzare modelli differenti per chi si è precedentemente ammalato di Covid  o ha effettuato la vaccinazione. Il sistema attualmente proposto, soprattutto nella fase transitoria, rischia, tra l’altro, di contenere dati inesatti o non aggiornati con gravi effetti sulla libertà di spostamento individuale. Non sono  previsti tempi di conservazione dei dati né misure adeguate per garantire la loro integrità e riservatezza. In pratica il Governo non ha chiesto il parere preventivo  al Garante della Privacy sul decreto riaperture, in contrasto con quanto previsto dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, per le “certificazioni verdi”, i cosiddetti pass vaccinali. La norma prevede un utilizzo eccessivo di dati sui certificati da esibire in caso di controllo. Il Garante ha formalmente avvertito il Governo che le criticità  inficiano , se non opportunamente modificate, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia. E’ necessario,quindi, un intervento urgente del Governo a tutela dei diritti e delle libertà delle persone. Il cosiddetto “decreto riaperture” non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali. Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito tutti i ministeri e gli altri soggetti coinvolti. Il provvedimento è stato inviato anche al Presidente del Consiglio dei ministri Prof. Mario Draghi, per le valutazioni di competenza.

 

L’Autorità Garante per la Privaccy  ha fferto al Governo la propria collaborazione per affrontare e superare le criticità rilevate.

 

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