In Italia troppe vittime della strage silenziosa che non accenna a fermarsi,storie diverse ma accomunate dallo stesso triste epilogo,il drammatico fenomeno delle morti e degli infortuni sul lavoro.

da Piero Cusati

 

 

 

 

 

La strage silenziosa non accenna a fermarsi, la lista è lunga,  storie diverse  ma accomunate dallo stesso triste epilogo, un bollettino di guerra, una vera e propria emergenza. Dietro le statistiche  sono presenti speranze e desideri di uomini e donne le cui vite sono state spezzate precocemente.  Sono in aumento le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’INAIL  nel 2021 rispetto a quelle del 2020 . L’Inail ha registrato un  morto al giorno sul lavoro nei primi tre mesi di quest’anno, persone che svolgevano il proprio lavoro o nel tragitto per andarci. Il mondo dell’edilizia è  il più colpito da questo fenomeno, insieme a quello dell’agricoltura.  Questi dati non sono degni di un paese civile significa che occorrono più risorse umane ed economiche  per la prevenzione degli infortuni e la sicurezza dei processi produttivi .Il lavoro dopo la pandemia deve essere più sicuro e non più pericoloso. Vanno rafforzati gli organismi di controllo e di ispezione e la medicina del lavoro sul territorio. L’Inail tiene  interventi formativi rivolti ai Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza, ai Responsabili dei Servizi di Prevenzione e protezione e ai lavoratori,  ciò che manca è un’adeguata prevenzione, sacrificata spesso sull’altare di guadagni più veloci e facili. Va rafforzata attraverso una più intensa attività di informazione, formazione, ricerca e interventi di sostegno alle imprese e va incentivata la consapevolezza dei rischi, affinché non vengano sottovalutati. Le leggi ci sono, il Testo unico del 2008 . Bisogna investire nella formazione e nei controlli. Perché quando i controlli si fanno i risultati parlano da soli.Secondo Rossana Dettori , Segretaria nazionale ,salute e sicurezza della CGIL : “Bisogna investire nella formazione e nei controlli. Servono fatti che permettano ai lavoratori di essere sicuri di tornare a casa la sera. Nel Piano di ripresa il tema non è nemmeno citato”. Gli enti che dovrebbero fare le verifiche sono sotto organico: l’Ispettorato nazionale ha 4.500 dipendenti a fronte di una pianta organica di 6.500, i dipartimenti di prevenzione delle Asl 2mila contro i 5mila del 2009. All’Inail di ispettori ne sono rimasti solo 246.Vi è la  necessità di sviluppare una cultura della sicurezza,c’è bisogno di  un piano straordinario volto ad evitare gli infortuni e  un apposito fondo per  le imprese che adotteranno prassi socialmente responsabili e che daranno massima attenzione alla tutela e alla sicurezza dei lavoratori.Sensibilizzare le persone per una causa così importante può rappresentare il punto di partenza per raggiungere l’obiettivo di ridurre questa dolorosa piaga della nostra società.La politica deve essere più presente  rispetto al tema, deve riuscire a concretizzare di più per ottenere risultati tangibili per arrivare a ridurre drasticamente l’intollerabile piaga delle morti e degli infortuni sul lavoro. Perché possa diventare sempre più normalità il fatto che chi esce di casa per lavorare e dare un sostegno economico alle proprie famiglie, vi faccia ritorno in piena salute.

 

 

 

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