MIGRANTI: da Napolinegra e Michele Albanese passando per il mondo dell’economia

Aldo Bianchini

Michele Albanese, direttore generale Banca Monte Pruno

SALERNO – Al tempo in cui si parla, e qualcuno straparla, del fenomeno globale legato ai flussi migratori dall’Africa verso il continente europeo, c’è anche chi, come Vincenzo Sbrizzi (scrittore) pensa giustamente di dover partecipare la sua ansietà a chi è lontano dal problema ma non insensibile allo stesso problema.

Napolinegra”, questo il titolo dell’affascinante e coinvolgente impegno culturale e letterario di Vincenzo Sbrizzi che è stato presentato “sulla piattaforma Google Meets. Il testo, che racconta le storie di 25 migranti che vivono a Napoli, è stato oggetto di un interessante dibattito a cui hanno partecipato esponenti del mondo dell’istruzione e dell’imprenditoria. Moderato dalla docente e giornalista, Ornella Trotta, l’incontro ha visto la partecipazione di Isaia Sales, saggista e storico, autore della prefazione del volume, di Mariano Vitale, docente e Direttore Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, e di Michele Albanese, Direttore Generale Banca Monte Pruno”.

 

 

Ho seguito e letto con attenzione i vari report che si sono susseguiti sull’avvenimento che, come d’uopo in questo periodo, non era in presenza e quindi con i relatori ancora più rilassati e disponibili a seri e sereni approfondimenti; tanto da indurmi a pensare molto in positivo per la presenza contemporanea ma a distanza di autentici personaggi, da Isaia Sales a Mariano Vitale per finire a Michele Albanese, ottimamente coordinati e condotti dalla giornalista Ornella Trotta.

Mi sono, però, subito posto la domanda su cosa ci facesse in quello specifico spaccato culturale dell’incontro un uomo e un banchiere come Michele Albanese che dovrebbe essere l’immagine più plastica dell’uomo arido e avido come, forse, soltanto i banchieri sanno essere.            Difatti di fronte all’ostentata filosofia culturale di Sales che si perde dinanzi al pragmatismo del fare, e di fronte all’ecumenismo interreligioso di Vitale che comunque non risolve l’antico exodus, l’immagine del banchiere poteva scomparire nei flutti dubbiosi di un’economia che a livello globale è da sempre molto lontana dal problema dei migranti.

 

Invece, come spesso ho scritto in passato, è stato proprio in questo consesso autorevole che, ancora una volta, è venuto fuori il personaggio “Michele Albanese” con tutta la sua umiltà correlata ad un eccellente istinto intuitivo che lo induce ad essere presente proprio là dove la sua presenza appare, già in partenza, fuori luogo; e sempre riesce ad emergere dal grigiore generale perché Albanese, non essendo filosofo e neppure religioso, conosce i problemi e sa come risolverli o almeno come avviarli a soluzione. Lui, Michele Albanese, driblando il racconto delle condizioni disumane diretti e indiretti (alludo ai nostri comportamenti) e baipassando gli evidenti steccati tra le diverse culture, ha semplicemente riportato la discussione sulla dimensione umana del fenomeno, ed ha centrato il suo discorso sul contributo che Egli stesso ha dato per la nascita della “Carta degli italiani all’estero” in ragione dell’emozione che le storie delle persone incontrate (in Italia ed all’estero) gli hanno provocato fino a spingerlo a travalicare il suo ruolo di banchiere (lavoro-raccolta-profitto) per scendere in maniera pratica, e forse anche spiccia e sbrigativa, in aiuto di quelli che vengono definiti “i dannati della terra”.

 

E come spesso accade, anche per questo evento vado al di là della semplice notizia per pensare cosa sarebbe stata l’accoglienza in un territorio come quello del Vallo di Diano fosse stata affidata a Michele Albanese ed alla sua banca invece che alla Chiesa ed a comuni privati o diversamente riuniti in cooperative.

Credo che nell’immediato futuro qualcosa dovrà rapidamente cambiare nel mondo dell’accoglienza (troppo inquinato da malfattori e da veri sfruttatori); ed a chi affidare la gestione di questi enormi finanziamenti se non alla banche, o meglio ai gruppi bancari nazionali, di cui ovviamente Michele Albanese fa parte con la sua potente Banca Monte Pruno.

Questa prossima mutazione del fenomeno Albanese, come al solito, l’ha percepita in anticipo e si è già prenotato per poter riaffermare la sovranità della MP non solo nell’ambito territoriale valdianese ma anche in quello regionale ed oltre.

 

 

 

 

 

 

 

 

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