Sanzioni di cinque milioni a Intesa Sanpaolo RBM Salute e di un milione a Previmedical S.p.A ,per pratiche commerciali scorrette, per condotte ostruzionistiche che condizionano il consumatore medio, in relazione all’esercizio di diritti contrattuali.

 

dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma ,31 luglio 2021 L’Associazione Altroconsumo ,IVASS e  migliaia di consumatori hanno segnalato all’ANTITRUST ,ritardi nell’erogazione delle prestazioni, ritiri di autorizzazioni già rilasciate, difficoltà a contattare l’assistenza clienti, arbitrarie limitazioni nella prassi liquidativa.Secondo quanto comunicato dalla società Intesa Sanpaolo RBM, tra gennaio 2018 e ottobre 2020 la società ha ricevuto 10.102 reclami, la cui stragrande maggioranza attiene ai profili evidenziati nella comunicazione di avvio del procedimento. Molti reclami provengono da aderenti al fondo sanitario MètaSalute, che da solo raccoglie oltre un terzo del numero di assicurati ISP RBM.Secondo l’Antitrust il comportamento di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A. e di Previmedical integra una pratica commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, comma 2, 24 e 25, comma 1, lett. d), del Codice del Consumo, perché le società hanno reso onerosa e difficile per i consumatori la fruizione delle prestazioni assicurative.L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comminato una sanzione di 5 milioni di euro nei confronti di Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A., compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria, e di 1 milione di euro nei confronti di Previmedical – Servizi per Sanità Integrativa S.p.A., provider di servizi cui è stata affidata la gestione e la liquidazione delle pratiche di sinistro.Intesa Sanpaolo RBM Salute S.p.A., già RBM Assicurazione Salute S.p.A., ISP RBM, è una compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria con una rilevante posizione di mercato in tale ramo per raccolta premi e per numero di assicurati, in larga parte riconducibile alle convenzioni assicurative stipulate con aziende, finalizzate a offrire al proprio personale forme di assistenza sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Secondo il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020, ha incassato premi di competenza lordi per circa 495,3 milioni di euro e ha realizzato un utile d’esercizio di circa 61 milioni di euro. 2.  Previmedical – Servizi per Sanità Integrativa S.p.A. o “il Provider”,  ai sensi dell’art. 18, comma 1, lettera b), del Codice del Consumo. Previmedical è il Provider di servizi al quale ISP RBM ha esternalizzato la gestione dei sinistri, che opera come Third Part Administrator (“TPA”), fornendo la gestione dei servizi amministrativi, liquidativi, informatici e consulenziali a favore di fondi, casse e compagnie assicurative operanti nei settori della sanità integrativa, dell’assistenza, degli infortuni, dell’invalidità e della non autosufficienza. Coordina il network di strutture sanitarie e gestisce i sinistri di ISP RBM sulla base di un contratto di outsourcing. Secondo il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020, ha conseguito un fatturato di circa 31,4 milioni di euro e un utile d’esercizio di circa 483.000 euro.  Dagli elementi raccolti dall’Antitrust nell’istruttoria, risulta che gli assicurati hanno dovuto fronteggiare respingimenti di richieste con motivazioni pretestuose, ritardi nelle risposte e nella gestione delle prestazioni dirette, ritiri di autorizzazioni già rilasciate, arbitrarie limitazioni introdotte nella prassi liquidativa, difficoltà a contattare l’assistenza clienti, che si è rivelata poco efficace. Durante l’ispezione l’Autorità ha rinvenuto delle mail dei dipendenti da cui si evince come alcuni dati percentuali di ritardo comunicati ai fondi sanitari (0,47%) non fossero corrispondenti al vero (in realtà la percentuale effettiva era pari al 15%).Dalla documentazione acquisita dall’Antitrust risultano disagi per gli assicurati dovuti a richieste pretestuose di integrazione delle domande di rimborso , nonostante tutta la documentazione fosse già in possesso della società, nonché all’applicazione di regole diverse per ogni risarcimento a parità di prestazione.È stata anche riscontrata l’adozione di procedure dilatorie per autorizzare prestazioni che prevedono cicli di più sedute, come nel caso delle terapie oncologiche, per cui i consumatori, anche quelli che necessitavano di cure urgenti, perché colpiti da gravi patologie, erano costretti ad inviare una specifica richiesta per ciascuna seduta del ciclo. Con particolare riferimento agli aderenti al fondo sanitario MètaSalute, è risultato che i tempi effettivi di rilascio del voucher per l’erogazione dei servizi fossero ben superiori a quelli previsti contrattualmente.

 

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