Il monito che non c’è

 

da Antonio Cortese (giornalista)

La Fiera del Crocifisso di Salerno

SALERNO –  Mentre altre citta’ reagiscono nonostante  tutto, non si capisce come mai a Salerno l’allestimento della fiera del Crocifisso, per parlare di quella più storica o tradizionale almeno, che nelle ultime edizioni rallegrava la microeconomia locale, risulta ancora assente. Il Parco del Mercatello, fiore in tutti i sensi all’occhiello della Salerno verde, polmone naturale urbano tra i più grandi delle città che contano, sembra di conseguenza anche ridotto a giardinetto di quartiere, frequentato da pochi abitanti della stessa zona o di quei pochi volenterosi invogliati dai successi olimpionici con scarpette, pantaelastici e magliette della propria squadra del cuore. Dove sono le iniziative di sostegno al commercio dei prodotti agroalimentare o di quelle piccole start-up che sotto un gazebo bianco volantinano da soli i propri ritrovati tecnici e meccanici, dal pelapatate di ultima generazione tutto italiano all’aspirapolvere che non ti aspetti delle aziende nostrane. Il contatto diretto al dettaglio, potenziato proprio a Salerno negli ultimi anni con iniziative di shopping rilassato in serata fino alle prime ore piccole, linfa essenziale di un’ economia così sempre tamponata, ravvivata anche a livello socio comportamentale dei cittadini. O al municipio confondono ancora l’iniziativa con la sagra di paese? Un municipio così prolifico nello spingere, ad esempio i mercatini della fiera di Sant’Anna sul lungomare di Torrione e le altre espressioni che appunto sono innanzitutto culturali, se vogliamo proprio fare i dottori sul pulpito elettorale. Dobbiamo aspettare che la santa interceda o non sia meglio dedicare più scadenze alle nostre icone per sigillarne la caratteristica che ci appartiene?

 

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