San Matteo “Decriptato”

 

da Antonio Cortese  (giornalista)

Il direttore del Quotidiano di Salerno, tra esperienza e tradizione ha dato il “la” sulle immancabili questioni che ogni anno si fanno per la festa patronale. Mi permetto sullo stesso tema di ricordare l’ipotesi che la doppia statua sia stata abbandonata storicamente nella cripta quando una delle due copie in realtà era situata nell’Abside superiore. A seguito dei lavori nei secoli scorsi, quando quello che era il duomo con il maggior numero di tasselli di mosaico al mondo, interamente rivestito, dopo terremoti e depredazioni barbariche la copia originale fu riposta anch’essa nella cripta a riparo dai transennamenti di protezione e restauro di allora. Poiché con la perdita dei mosaici il duomo è rimasto un cantiere per secoli interi, si creò di poi la versione fasulla, questa in vero, della “doppia faccia”, ma non è, o meglio era, così. Il rifacimento della cripta così come la possiamo ammirare ora infatti è di stile molto più recente della cripta originaria che appunto a seguito delle sventure strutturali fungeva da deposito, prima ancora come ossario e altre funzioni. Quindi riportando San Matteo dopo secoli di dimenticanze e distrazioni nella sua vera sede, poiché da lustri attende di liberarsi del suo alter ego alle spalle, si farebbero meno chiacchiere di processione e ci si libererebbe da un appellativo che pregiudica un evangelista; non so se é chiaro. Essere affibbiati ancora in giro da parte di antichi conquistatori di questa maliziosità è una bestemmia al patrono; che poi qualche “amico” faccia la maschera è un fatto umano e naturale, ma non è o dovrebbe essere caratteristica del posto.

 

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