CRISCI: tre medici a giudizio per la morte di Antonello

 

Aldo Bianchini

Ingresso della clinica Tortorella di Salerno

SALERNO – Non so cosa avrei fatto o come mi sarei comportato se mi fossi trovato, la mattina del 17 settembre scorso, se mi fossi trovato nei panni di Carmine Napolitano (primario di oncologia della clinica Tortorella), oppure in quelli del suo braccio destro Marco Clemente (i due già coinvolti e poi riabilitati per un’altra incredibile vicenda chirurgica), o peggio ancora nei panni di Massimo Ferrentino che a sorpresa è entrato nella bolgia dei rinvii a giudizio conclamato dal GUP su richiesta del PM del Tribunale di Salerno per la morte del prof. Antonello Crisci (figlio dell’indimenticato prof. Nicola) avvenuta nel dicembre 2019 dopo essere rimasto in coma dal luglio 2018.

Cerco di immaginare la scena ed a caso prendo le sembianze del prof. Napolitano che la mattina di venerdì 17 settembre 2021 esce di casa e prima di dirigersi al lavoro si avvicina all’edicola per acquistare una copia del suo giornale preferito (forse !!); un attimo di smarrimento e il sangue si gela nelle vene; in prima pagina e in bella evidenza un titolo da terrorismo mediatico: “L’inchiesta – Morte di Crisci a processo tre medici: OMICIDIO”.

Il noto oncologo, stimato e riverito in città per la sua professionalità, barcolla, stenta a credere ai suoi occhi, si aveva saputo in maniera edulcorata dal suo avvocato che ci sarebbe stato un rinvio a giudizio ma vedere il suo nome accanto all’accusa di “Omicidio” gli fa perdere finanche l’equilibrio e la freddezza che un chirurgo deve sempre avere in qualsiasi momento e per qualsiasi tipologia di difficoltà. Il titolare della rivendita dei giornali capisce il momento drammatico, lui è abituato ai titoloni dei giornali, esce all’aperto e cerca di confortare prima il medico e di spiegargli, subito dopo, che invece nella pagina interna il titolo è completamente diverso da quello in prima: “La sanità, il processo – Crisci, tre medici a giudizio: è stato omicidio colposo”, e come sottotitolo-occhiello: “C’è anche Napolitano, primario di oncologia della Clinica Tortorella – Il Gup accoglie le ipotesi della Procura … Inadeguata conduzione dell’intervento”.

Un bicchiere d’acqua, qualche parola scambiata anche con una certa rabbia, il rifiuto del giornale che l’edicolante gli sta offrendo; e subito dopo il primario ritorna in se, si riprende e va via verso la solita destinazione mattutina: il lavoro in cui tanto crede, mentre si allontana, però, si gira all’indietro per scrutare l’atteggiamento di due persone che si trovavano davanti all’edicola nel momento del suo parziale imbarazzante terrore di qualche attimo prima. Tutto a posto, i due hanno capito la difficoltà del primario e sono rimasti basiti davanti all’edicolante.

Non conosco nessuno dei tre medici mandati a processo e naturalmente non so se tutto questo è accaduto; la dettagliata descrizione di un evento possibile è soltanto il frutto della mia fantasia, che ad un giornalista non dovrebbe mai fare difetto.

 

Dietro tutto questo rimane, comunque, il dramma di un noto e valente professionista, il prof. Antonello Crisci (ha lavorato per la Procura di Salerno per decenni nella qualità di CTU), che in seguito ad un intervento chirurgico di colecistectomia in laparoscopia (eseguito presso la Tortorella) ed a causa di uno “scorretto inserimento ed utilizzo del trocar” che, secondo le perizie tecniche dell’accusa, avrebbe causato al paziente “una perforazione intestinale da perforazione di un’ansa ileale a seguito della quale si è sviluppata una peritonite non tempestivamente diagnosticata e non adeguatamente trattata tanto da diventare una evoluta sepsi”. Questa ovviamente l’ipotesi formulata dalla pubblica accusa che il GUP ha recepito in toto rinviando a giudizio i tre professionisti-medici della Tortorella per la loro presunta. Insomma “I due chirurghi (Napolitano e Clemente), insieme al medico di guardia (Ferrentino), nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto del 2018, mediante condotte indipendenti tra di loro omettevano di disporre ed eseguire una tac richiesta soltanto alle 8.30 del primo agosto ed effettuata alle 9.10 nonostante le condizioni del paziente ela sintomatologia manifesta evidenziassero già dalle 00.30 della notte segnali riconducibili ad una problematica addominale indicativa di complicanza chirurgica”.

Una serie concatenata e successiva di eventi, poco credibili e difficili da mettere insieme, si sarebbero scatenati sul compianto Crisci destinandolo prima ad un lungo decorso ospedaliero e poi alla morte.

Per saperne di più bisogna aspettare il processo che a mio sindacabile giudizio non riconoscerà neppure il reato di “omicidio colposo”; sullo sfondo rimane quel titolo di prima pagina che invece parla di omicidio.

 

 

 

 

 

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