Un badge per te … giornalista !!

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Ulteriori critiche all’amministrazione comunale sono giunte stamani per l’utilizzo dei badge per i giornalisti che si recano al municipio. Alcuni già nicchiano dichiarando che “tanto non ci vado al Comune”, altri invece cercano di impugnare diritti e garanzie da sempre legittime. La novità introdotta può sembrare assurda ma invece consente maggiore dignità ad entrambe le parti. Si prenota l’appuntamento e l’ufficio prepara tanto di scheda con nome, cognome e azienda, o testata di comunicazione qual si voglia. E’ più facile pensare che le interviste saranno così preparate con scalette ben precise, ordinate, ed è bene che anche gli attori comunali si facciano trovare pronti alle domande: meno fraintendimenti, meno distorsioni nella comunicazione o ai sèguiti di vicende prodotte da consiglieri, assessori e via via secondo la gerarchia istituzionale. Le parti così potranno instaurare per di più un rapporto più professionale, ma soprattutto meno conflittuale o fazioso. Si esce dalle viscide voci di corridoio, soffiate maliziose o inutili quanto rumorose indiscrezioni. Poi non è detto che il badge vìoli i diritti contestati anzi, li concretizza, li attesta a scanso di equivoci: maggiore organizzazione e archiviazione stabilendo ruoli, ingressi e uscite, date e momenti delle interviste o conferenze stampa senza rischi di alteramento toni. Se poi ancora con malizia i media vogliano intendere questo provvedimento come una difesa da svariati attacchi a Fort Knox, vanno bene le parodie, le satire, le ìlari vignette e le “macchiette” forattiniane; ma fuori, nelle strade, nei bar, sulle scrivanie più impensate e dalla penna avvelenata dai calamari appena pescati. Magari anche nello sport cittadino potrà senza polemica alcuna tornare a disquisire il Gigi Amaturo di turno, con sigaro e caffè ai tavolini del bar, dove il badge potrà casomai essere il nome di un frappé o un cockatail, un’etichetta che sponsorizzi due chiacchiere in libertà.

 

 

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