Appuntamento al molo Beverello

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Ciò che serve davvero: incentivi alle relazioni umane, agli incontri, agli scambi d’opinione e di reciproci consigli. Confortanti, cordiali, gli appuntamenti tra e con persone, nuove conoscenze, nuove opportunità di crescita personale in un momento in cui si parla addirittura di dover salvare il Natale, sono il vero input alla vita socioeconomia di un tessuto sgretolato, “sgualdrappato” dalla crisi. Già ricucire i sani rapporti parentali sarebbe il minimo doveroso e responsabile perché la famiglia é la cellula della società, si sa. Se questa cellula oltre che economicamente viene attaccata e snaturata, il resto non può mai funzionare; d’uopo e al caso un impegno da parte degli organi governativi e amministrativi spingere affinché si escogiti facilmente un incentivo in tal senso, anche perché bonus e superbonus potranno ingrassare momentaneamente i portafogli, ma se non c’è lo scambio interpersonale, gli sforzi sono vani e inutili risultando uno zuccherino pari ai minuscoli diavoletti sul panettone e sugli struffoli. Una normativa che regoli e  sviluppi le modalità di incontro fra esseri umani per scaricare paure e stress, facendo crescere al contempo capacità e conoscenze di autodifese immunitarie e sociali, di vita e salute, in un tempo aiutato dalle assistenze informative del web, applicazioni che collegano al mondo del lavoro o dello smartworking, varrebbe a dire un lumicino iniziale allo smartliving. Altrimenti si rischia un overload teorico che anche a scuola i professori raccomandano sempre di accompagnare alla pratica: cioè non basta solamente leggere ed essere sempre più informati o nemmeno esagerare con la scuola della vita pratica pavoneggiata negli anni novanta  ma che sta dando scarsi risultati. Si è passato da un eccesso all’altro, ma ora abbisogna un’osmosi tra le sfere pratico-teoriche. Coloro che non avevano teoria ma ciniche e rozze conoscenze di successo potranno così apportare doppio contributo sociale a chi sta imparando a camminare anche con le gambe, con la coscienza che se ne  sia appropriato.

 

 

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