ROMANZO QUIRINALE (2): assalto al Colle da parte del centro destra ?

 

Aldo Bianchini

La storica scalinata che da Via della Dataria porta sul colle più importante della capitale

SALERNO – In questo ultimo tratto di strada verso l’inizio delle votazioni per la elezione del nuovo/a Presidente della Repubblica si sente spesso pronunciare la frase “assalto al Colle” da parte dei politici della “galassia del centro-sinistra” per stigmatizzare l’atteggiamento strategico che il centro-destra ha messo in campo per scalare, a loro modo di vedere, la lunga scalinata che da Via Della Dataria porta proprio in Piazza del Quirinale.

Sarà vero che siamo di fronte ad un assalto al colle ? Sotto certi aspetti, se si ragiona in maniera libera e non condizionata dagli umori dei partiti, bisogna riconoscere che è proprio così: il centro destra sta dando l’assalto al Colle.

E perché ?, questo lo si può capire, anche se non giustificare, solo se si tiene presente che il Colle negli ultimi decenni (almeno da Pertini in poi, eravamo nel 1978) la Presidenza della Repubblica ha sempre avuto una colorazione di centro-sinistra; e questa connotazione si è stabilizzata al punto tale da apparire come una specie di “Fort Apache”; e se c’è un “Fort” non può che esserci un assalto per cercare di cambiare la situazione che rischia di diventare egemonica se non proprio da “monopolio consolidato”.

Ma la cosa che più intricante e sconcertante è un altro aspetto del “Romanzo Quirinale”, cioè quella dichiarazione ormai diffusa (anche se inconsistente ed irreale nei contenuti) che vuole accreditare come Presidente una figura “di alto profilo istituzionale con ampio consenso e di unità e coesione nazionale”.

E dov’è ? da libero pensatore mi chiedo, se negli ultimi trent’anni ci siamo tutti impegnati a dividere il mondo politico in un bipolarismo dissennato, nell’ambito del quale ogni virgola viene subito colorata per appartenenza politica, come si fa a trovare una figura tanto decantata dai partiti.

Nel nostro Paese non c’è più niente e nessuno che, dopi aver assunto anche uno squallido incarico periferico, possa dire di essere al di fuori e al di sopra di una forzata connotazione politica, quando anche i portieri dei palazzi (che adesso stanno scomparendo) vengono nominati da una maggioranza di condomini che si contrappone schiacciandola ad una minoranza.

Un modo democratico di prendere in giro la comunità nazionale ?, credo proprio di si, perché ci hanno abituati ad ascoltare roboanti dichiarazioni ma ci hanno anche insegnato a non prenderle sul serio. E’ tutta in questa apparente contraddizione la soluzione per la sopravvivenza di una politica nazionale che balbetta e non riesce a far vedere bianco ciò che è bianco e nero ciò che è nero.

Come andrà a finire ?, difficile ovviamente dirlo con sicurezza.

Probabilmente quella lunga scalinata che da Via della Dataria porta nella Piazza del Quirinale la salirà per l’ennesima volta un uomo di centro-sinistra; meglio ancora se super Mario che potrebbe accontentare anche Berlusconi. Ma nessuno venga poi a dire che è stato eletto un uomo “di alto profilo istituzionale con ampio consenso e di unità e coesione nazionale”.

E la famiglia Letta ?

 

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