A sei anni dalla morte di Umberto Eco il Festival della Comunicazione celebra a Camogli il suo padre nobile con una pubblicazione speciale: “Tu, Lei, la memoria e l’insulto”.

da Pietro Cusati

Le riflessioni proposte da Umberto Eco nel  testo”Tu, Lei, la memoria e l’insulto” ,  partono dall’invadenza del Tu e dalla scomparsa del Lei nelle prassi di comunicazione quotidiana, per arrivare a discutere dell’affievolirsi della profondità temporale e, in ultima istanza, della perdita del senso e del valore della memoria. Con affondi e approfondimenti dedicati allo scrivere in bella grafia contrapposto all’uso degli smartphone, o alle spregevoli pratiche  dell’insulto che si accompagnano al preferire le attività di chat sul web . Il  Festival della Comunicazione a Camogli torna per la nona edizione, dedicata al tema Libertà, dall’8 all’11 settembre 2022, Eco viene ricordato con questo originale e inedito podcaconcepito per custodire e diffondere parte della sua inestimabile eredità attraverso un frammento del suo pensiero.  L’iniziativa si inserisce all’interno di un filone di contenuti speciali che il Festival della Comunicazione ha voluto dedicare al tema della memoria e alla figura di Umberto Eco: “Contro la perdita della memoria” con Gianrico Carofiglio e Danco Singer uscito a gennaio in occasione del novantesimo anniversario della nascita di Eco, “Educare all’odio” con Valentina Pisanty in occasione della Giornata della Memoria 2022, e “Che cos’è un genocidio” con Marcello Flores per il Giorno del Ricordo 2022.    Semiologo, filosofo, accademico, bibliofilo, saggista e romanziere, straordinariamente capace di istruire, educare e ispirare, Umberto Eco ,nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932, avrebbe compiuto novant’anni  quest’anno, sei  anni fa morì a Milano a 84 anni . Nel 1980 pubblicò il bestseller mondiale Il nome della rosa, vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega.”I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Il Web non ha inventato gli imbecilli, ma ha dato loro, semplicemente, lo stesso pubblico che hanno i premi Nobel. Fu Eco a svelare come la Tv promosse il trionfo dello “scemo del villaggio”, quando disse allo spettatore: tranquillo, se Mike Bongiorno può condurre un quiz, tu sei un dio. Poi andò oltre, e con i programmi trash disse: se il mondo è quello che ti facciamo vedere, allora tu sei migliore. I media non creano, ma coltivano e promuovono e gratificano l’imbecillità: perché fa vendere e fa votare. Umberto Eco ha regalato ai  lettori un nuovo modo di leggere il mondo, utilizzando le parole con la cura e l’attenzione che l’hanno reso uno degli intellettuali italiani più apprezzati di tutti i tempi. Il Web è uno spazio conflittuale,gli imbecilli prendevano la parola anche prima, nei bar, nei capannelli di piazza. Il  Web ha soltanto esteso i decibel delle loro stentoree affermazioni. Semplicemente, al bar o in piazza spesso l’imbecille “veniva messo a tacere dagli astanti.

 

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