BILANCIO DI PREVISIONE – CINQUANTA SFUMATURE DI VERITA’

da Alfonso Malangone

(AAli per la Città)

 

 

SALERNO – I Consiglieri di maggioranza hanno votato, ieri, il Bilancio di Previsione e i regolamenti dei diversi tributi che dovranno assicurare l’incremento delle Entrate per almeno 15milioni di euro.

In precedenza, con delibera n. 259 del 21 Luglio, la Giunta aveva modificato la tabella del Servizio Mensa per rimuovere un motivo di contrasto interno relativamente ad una voce davvero significativa per le famiglie più giovani e più deboli. Così, le nuove tariffe partono ora da una quota una-tantum di € 5,00, per ISEE fino a 6.000 euro, e crescono fino a € 5,95 a pasto, oltre ISEE di 24.000. Sono stati confermati, invece, tutti gli aumenti degli altri Servizi a Domanda. L’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi, ha osservato che: “vogliamo evitare la riduzione dei servizi” e, quindi, “abbiamo aumentato il servizio mensa del 48-50%, abbiamo introdotto il pagamento del servizio di trasporto scolastico…perché c’è bisogno di aumentare la copertura” (fonte: Cronache). Così, pur a seguito della riduzione per la Mensa, la previsione di copertura resta pari al 68,8% dei costi rispetto al 56,4% del 2019, ante Covid (fonte: Bilancio). In soldi, sono 2milioni in più che dovranno essere pagati dalle famiglie per riequilibrare ciò che, si continua a dire, non sarebbe squilibrato. Infatti, l’Assessora ha aggiunto che il nostro: “non è pre-dissesto ma un disavanzo importante che richiede uno sforzo importante” (cit.). Infine, ha anche detto, ma è frase trita e ritrita, che: “il disavanzo viene fuori dai tagli dei trasferimenti (statali)” e ha assicurato che con l’adesione al decreto Aiuti: “possiamo avvalerci dell’incremento Irpef e della introduzione dei diritti d’imbarco” (cit.). Bene. Ma non ha chiarito perché mai aumentano, da subito, i costi per i cittadini ‘normali’ mentre l’Irpef aumenterà l’anno prossimo di un solo punto, per crescere, nei successivi, in modo graduale. Se è vero che l’Irpef: “in quanto progressiva non va ad incidere sulle voci per i cittadini delle fasce deboli”, come pure dichiarato, allora ha certamente fatto meglio di noi la Città di Lecce che ha applicato un incremento immediato di quattro punti (fonte: Lecceprima). E, quindi: perché da noi si tutelano coloro che guadagnano 100.000 euro l’anno e si colpiscono quelli che ne guadagnano 15.000”? C’è stato chi ha riferito di una frase pronunciata dall’Assessora in Commissione e, cioè, che avrebbe scelto di non colpire chi ‘potrebbe andare via’, salvo errore. I deboli, evidentemente, non possono farlo e debbono pagare. La Città aspetta ancora una smentita.

Intanto, sotto traccia, sono stati definiti gli importi dovuti per il Canone Unico Patrimoniale con delibera di Giunta n. 222 del 30/06. Si pagherà di più, ad esempio, per l’occupazione suolo. Quanto di più? Chissà. Perché sul sito dell’Ente questa delibera, pur presente, non è consultabile. I cittadini non debbono sapere! Eppure, esiste un Assessore alla Trasparenza! Quindi, le sorprese arriveranno con le lettere. Secondo voci, gli aumenti sarebbero tra il 40 e il 50% rispetto allo scorso anno. I Consiglieri ne sono informati?

Comunque, siamo sempre a livello di previsioni. Sono stati ‘quadrati’ i conti sulla carta, il che non è proprio impossibile. Più complicato è farli ‘quadrare’ dopo. E, questo, non sembra sia stato facile, in passato. Peraltro, quest’anno ci penserà la crisi ad accrescere i problemi, a parte il fatto che le Entrate annuali dovranno realizzarsi solo nei quattro mesi finali. Così, le speranze di non ‘fallire l’obiettivo’ sono riposte sostanzialmente nelle vendite del nostro ‘Patrimonio’, o di quello che resta, da cui si ritiene di poter incamerare fino a 28milioni, entro fine anno, per arrivare a 90 nel triennio (!). Tra i vari cespiti ‘da sacrificare’, spicca l’area cosiddetta Prog. di foce Irno, ex-cementificio, che sarà offerta in vendita al prezzo di € 15.780.000,00. Se questo prezzo fosse congruo, l’acquirente dovrebbe programmare un investimento di almeno 70/80milioni di euro, visto che l’incidenza suolo è normalmente compresa tra il 15 e il 20% del costo complessivo. Forse, sarebbe più facile veder passare un Cammello per la cruna di un ago. Ovviamente, per incentivare gli ‘imprenditori’, è stato necessario ‘lavorare’ sul PUC. E, si è fatto anche questo, Martedì, dimensionandolo su una popolazione di 150.000 abitanti (fonte: PUC, pag. 2). In verità, salvo contare anche altre specie animali, che in questo momento abbondano, i residenti al 30/04 scorso sono ‘solo’ 127.703, in diminuzione rispetto ad inizio anno di ben 402 unità. Del resto, ogni anno, e solo per saldo naturale, si perdono circa 800/900 abitanti. Sarebbe interessante conoscere il piano di incremento della popolazione per arrivare a 150.000, laddove fosse stato predisposto e sottoposto ai Consiglieri. Ma, non c’è traccia, nei resoconti. Ci sarebbe, infine, anche la possibilità di incassare la montagna di Residui Attivi, se fossero crediti vivi. L’Assessora avrebbe dichiarato che essi sono coperti quasi al 100% dal ‘Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità0’ e, quindi, il loro azzeramento sarebbe indolore. L’illustre prof. Amodeo, scomparso da tempo, eccellenza mondiale della Facoltà di Economia e Commercio della Federico II, resterebbe inorridito. Perché il problema non è contabile, è finanziario. I Fondi, pur costituiti, sono privi di contenuto visto che la massa di crediti che avrebbero dovuto ‘coprire’ è stata impegnata, spesa e trasformata in debiti. Ci sono in Bilancio 539,9milioni di debiti complessivi. Se pure si azzerassero tutti i Crediti con i Fondi, con cosa si pagherebbero i debiti? Perché la dott.ssa non lo dice in pubblico, ma solo nella stanza della Commissione? Perché non riconosce che è stata impegnata anche l’anima di questa Città? Il Sindaco di Lecce, forse non laureato in Economia, lo riconobbe nel 2015 affermando: “Questo significa che sono stati dichiarati esigibili crediti che tali non sono…siamo riusciti in questi anni a realizzare un doppio fallimento: aumentare la spesa corrente senza migliorare la qualità dei servizi…per una ragione semplice: abbiamo utilizzato molte risorse non per investirle nella Città ma per aumentare il consenso…(fonte: Leccesette). Avendo conoscenza dei fatti, magari senza scienza, non volle nascondere la verità ai suoi concittadini. Con dignità e senza vergogna.

Da noi, la verità ha cinquanta sfumature. Ma, prima o dopo, verrà alla luce. Anche senza che a qualcuno cresca il naso come a Pinocchio.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 27/07/2022

 

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