I vassalli del re di Francia

 

 

di Angelo Giubileo (avvocato – scrittore)

 

È appena nata nel segno della propaganda. Una lista, è ancora presto per chiamarla partito, anche se un’indicazione precisa la reca nel simbolo ed è tale da potrebbe spiegarne le origini. Non chiamatelo “Terzo polo”, dato che i sondaggi più favorevoli non gli attribuiscono più del 6% come limite massimo di consenso al voto del prossimo 25 settembre.

Calenda & Renzi – dopo tanto frastuono generato da un’indistinta e mai concretamente programmata “agenda Draghi”, che avrebbe consegnato il destino della nazione alle consuete “magnifiche sorti e progressive” – hanno stretto un patto per la salvaguardia di loro stessi.

Istrionici dice qualcuno, noi, e non siamo i soli, diciamo piuttosto egocentrici. Al centro di tutto il proprio “io”, come apparso in questi giorni su media, social e smartphone.

Ma vi siete mai chiesto chi sono i compagni di partito di Calenda? Ne avete mai visto uno, che non fosse lui, il compagno di se stesso, come subdolamente ha sottolineato il sedotto e abbandonato Enrico Letta: “può allearsi solo con se stesso”?!

E invece, alla fine, Calenda ha trovato Renzi e, insieme, loro due hanno presentato il simbolo di una lista elettorale – che è lecito pensare scomparirà dal panorama politico subito dopo le elezioni, cosa che è già successa in tante altre occasioni precedenti – con la scritta “renew europe”.

E allora se questo ha un senso, occorre dire che Renew Europe è un gruppo politico liberale, presente al Parlamento europeo e costituitosi il 2 luglio 2019, che fa espressamente riferimento come leader al presidente francese Macron. Lo stesso Calenda è iscritto al partito dal novembre dello scorso anno.

E dunque sembrerebbe, forse, chiara la matrice politica della coppia: europeista, liberale, francese.

E allora, se è vero che oggi tutti si dicono europeisti e liberali, riconoscersi oggi nella matrice e tradizione di una nazione che non sia la nostra stessa di appartenenza significa in realtà molto. Quando anche all’interno della stessa Unione europea, ogni singola nazione ha preso già da tempo a curare essenzialmente i propri interessi, sarebbe infatti curioso e comunque inappropriato che qualcuno pensasse diversamente, oltre che ai propri interessi, anche soprattutto a quelli di un’altra nazione che non sia la propria.

Cosa che, dicevamo in un articolo precedente (Il re di Francia, 27 luglio 2022), è purtroppo puntualmente accaduto, ai danni dell’Italia e a favore della Francia, negli ultimi trent’anni. Sono i fatti a dirlo.

Angelo Giubileo

 

 

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