Addio a un grande Italiano, il giornalista e scrittore Piero Angela,aveva 93 anni, intellettuale raffinato,il maestro della divulgazione scientifica.

 

 

da Pietro Cusati

Martedì 16 agosto 2022,la camera ardente in Campidoglio,Piero Angela,scomparso a 93 anni,ha espresso la volontà di essere salutato da amici ed estimatori con una cerimonia laica,si terranno sempre in Campidoglio i funerali laici. ‘’ Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”. Piero Angela ,malgrado una lunga malattia è riuscito a portare a termine tutte le sue trasmissioni e i progetti,persino un disco di jazz al pianoforte , sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.“Ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente’’. Lo ha scritto in un messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Buon viaggio papà”, ha scritto Alberto Angela sul profilo social, annunciando la scomparsa del padre.

Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva iniziò  la sua carriera giornalistica alla Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e conduttore del tg.La sua  popolarità è legata ai  programmi di divulgazione scientifica, da Quark a Superquark , con i quali ha fondato per la televisione italiana una solida tradizione documentaristica. “L’Italia è profondamente grata a Piero Angela, ha detto il Presidente del Consiglio dei Ministri  Mario Draghi . È stato maestro della divulgazione scientifica, capace di entrare nelle case di generazioni di italiani con intelligenza, garbo, simpatia. Le sue trasmissioni e i suoi saggi hanno reso la scienza e il metodo scientifico chiari e fruibili da tutti. Il suo impegno civile contro le pseudoscienze è stato un presidio fondamentale per il bene comune, ha reso l’Italia un Paese migliore. Piero Angela è stato un grande italiano, capace di unire il Paese come pochi. Ai suoi cari, le condoglianze del Governo e mie personali”. Il  percorso professionale di Piero Angela , oltre a rimanere scolpito nella memoria di tutti quelli che lo hanno conosciuto  televisivamente e per i tanti libri, resterà nella memoria di chi lo ha conosciuto privatamente. Il giornalista Bruno Vespa ,  lo ha conosciuto  molto bene, visto che Piero Angela era già un personaggio importante nel 1968, anno dell’ingresso in Rai del conduttore di Porta a porta. ‘’E’ stata per me da subito una persona importante, perchè quando ho vinto il concorso Rai del 1968 e sono entrato al Telegiornale,  lui era già un giornalista televisivo affermato tanto che quando ci fu il terremoto di Gibellina (cittadina del Trapanese flagellata, assieme ad altri comuni siciliani, dal terremoto che nel 1968 devastò la valle del Belice, ndr)  nacque il Telegiornale delle ore 13:30 condotto da lui e da Andrea Barbato. Siamo rimasti poi sempre in contatto, siamo stati amici, anche per un amico che avevamo in comune, Piero Gratton, che è stato il grafico che ha disegnato il lupetto della Roma, oltre che il “2” del Tg2, diretto proprio da Andrea Barbato. Ricordo che Piero Angela e Piero Gratton facevano dei viaggi incredibili, che per altro io ho molto invidiato, perchè non sarei mai stato in grado di fare. Viaggi ai confini del mondo. Poi ho sempre cercato di imparare la serietà professionale, lo scrupolo e la semplicità di esposizione di Piero Angela.’’ Piero Angela ha scritto anche diversi libri, sempre di carattere divulgativo: Nel cosmo alla ricerca della vita (1980); La macchina per pensare (1983); Oceani (1991); La sfida del secolo (2006); Perché dobbiamo fare più figli (con L. Pinna, 2008); A cosa serve la politica? (2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (con A. Barbero, 2012); Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma (2014); Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015); Gli occhi della Gioconda (2016). Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

 

 

 

 

One thought on “Addio a un grande Italiano, il giornalista e scrittore Piero Angela,aveva 93 anni, intellettuale raffinato,il maestro della divulgazione scientifica.

  1. Il discorso di Alberto Angela: «Mi ha insegnato a non aver paura della morte». Essendo stato Piero Angela un agnostico, non erano previsti i funerali cattolici, ma una semplice commemorazione con un bellissimo discorso di Alberto Angela, che ha ricordato il padre, i suoi ultimi momenti, la sua filosofia di vita. Un discorso toccante, durato una decina di minuti e conclusosi con la commozione di Alberto, ma soprattutto un discorso illuminante, che ben fotografa colui che è stato in vita una persona straordinaria e che lascia un’eredità immensa, non solo a livello culturale. Il discorso di Alberto Angela : ‘’ Grazie, grazie per essere venuti. Ringrazio voi che siete qui, ringrazio chi è a casa e partecipa, chi è fuori e aspetta di venire. Ringrazio anche i media, la stampa, la TV. Da collega vi dico avete fatto un lavoro molto corretto, di tatto e molto professionale. Chiaramente non è facile per me questo discorso. Di solito sono abituato ad andare molto a braccio, però in questa situazione mi capirete. È un discorso difficile, penso innanzitutto che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci. Però accade, e quindi vorrei partire perché mi sento anche fra persone amiche, collaboratori, persone che ho incontrato, persone che magari non ho incontrato ma che conoscono il nostro lavoro e devo dire che vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà, quel comunicato che tutti avete letto. È stata l’ultima cosa fisicamente che ha detto; ha detto poi altre cose a noi familiari, ma l’ultimo discorso è stato quello che avete letto. Con poche forze, mia sorella e io lo abbiamo raccolto e lo abbiamo trascritto, e se voi lo guardate è un discorso non ufficiale, è come qualcuno che parla degli amici, è come qualcuno che a fine serata dice “Beh, io adesso vado“, o a fine vacanza sale sulla macchina e dice “Vabbè vado“. C’è molto affetto, molto amore nei confronti di tutti; lui si è rivolto al suo pubblico, a chi lo ha amato e devo dire lui è stato anche una persona – lo dico da figlio, ma anche da collega – che è riuscito a unire, non a dividere, pur mantenendo le sue opinioni, a volte ferree, ma è riuscito a metterle in modo tale per cui tutti erano d’accordo. E questa è una dote che è difficile da trovare.Devo dire il suo stile, il suo tatto lo conoscete tutti, ma la cosa bella che ha colpito noi come famiglia, me come figlio, è stato vedere il ritorno sotto forma di messaggi, sui social, gli articoli. Io adesso dovrò passare i prossimi giorni a ringraziare tutte le persone… abbiate pazienza questi giorni per me sono stati una tempesta, però se ne esce. E devo dire che questi messaggi che arrivavano erano pieni non di dolore, non di sofferenza. Cioè non sensazioni o emozioni. Ma amore, che è un sentimento. Ho notato solo questo. E queste sono cose che mi hanno molto colpito, non solo nella quantità ma nella qualità, perché il sentimento è qualcosa che rimane e che si trasforma nel tempo in valore e i valori sono eterni. E credo che sia il miglior vestito per mio papà, per il viaggio che fa. Quest’affetto, questo amore delle persone, questa eternità, rimane un valore.Ora lui ci ha insegnato tante cose, lo ha fatto con trasmissioni, libri, di tutto, ha usato tutti i media per parlare e divulgare. L’ultimo insegnamento me lo ha fatto non con le parole, ma con l’esempio. Lui mi ha insegnato in questi ultimi giorni a non aver paura della morte: la morte che è la più grande paura di qualunque essere umano lui l’ha attraversata con una serenità che mi ha sconvolto, mi ha veramente colpito. Non l’ho mai visto in mezzo allo sconforto, alla tristezza, al dolore, mai. Io, i nostri familiari. È una persona che ha attraversato quest’ultimo periodo… faccio un esempio che un po’ ci unisce: quando qualche anno fa c’erano i 50 anni dello sbarco sulla Luna, io ho voluto ed insistito che facessimo qualcosa assieme e abbiamo fatto quella puntata sui 50 anni e lui è ritornato nei punti, nei luoghi dove aveva visto il decollo dell’Apollo 11. Una volta mi tirato fuori anche delle foto e dico “Papà, ma non hai delle foto fatte allora?“, “Sì, qualcosa ho fatto, a un certo punto ho fatto delle foto degli astronauti che partivano, ma non so bene quale Apollo fosse“. Era l’Apollo 11, c’era Armstrong, Aldrin, eccetera, quindi aveva una quantità di esperienze, una vita riempita, questo è molto importante. E questo sicuramente è stato uno dei motivi per cui alla fine lui se n’è andato soddisfatto, come ci si alza da un tavolo dopo una bellissima cena con gli amici. Ecco questa è un po’ l’idea. Lui, diciamo così, ha attraversato quest’ultimo periodo con una razionalità e con i piedi per terra e, facendo questo esempio, un po’ come se fosse quasi una missione Apollo. Quando ha saputo che ormai era arrivato il suo tempo ha fatto quasi un calcolo, così a spanne, di quello che rimaneva e ha fatto tutte le trasmissioni che state vedendo adesso in onda di Superquark, un altro ciclo che ha preparato, un disco jazz facendo le prove e andando a registrare e tornando indietro. Aveva una forza incredibile, e poi ha fatto discorsi ai familiari, ha fatto il discorso a voi e dopo 24 ore che l’ha fatto se n’è andato. Io non ho mai visto una cosa così, ve lo dico come figlio, ma anche come quasi collega giornalista. Ora questo è stato possibile perché lui aveva un approccio alla vita razionale, scientifico, ma anche pieno di vita. d’amore, di come la vita dovrebbe essere riempita e vissuta.E lui amava ripetere soprattutto negli ultimi tempi un aforisma di Leonardo Da Vinci… perché io, detto tra noi, ho avuto veramente la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa, perché l’ho vissuto come figlio, come collega, come persona normale che si è trovato davanti un una mente eclettica, ma soprattutto qualcuno capace di dare la risposta giusta sempre, in qualunque settore, dagli industriali ai ricercatori; aveva una capacità di sintesi, di analisi e di trovare la risposta giusta in modo pacato che metteva poi tutti d’accordo. E lui amava quest’aforisma di Leonardo Da Vinci che disse: “Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto morire“. Questo lo ripeteva e credo che lui l’abbia interpretata fino alla fine; quello che era importante per lui era proprio avere una vita colma, ed era un suggerimento quello che ci ha dato, “fate come me e sarà più facile arrivare alla fine“.Insomma, voglio dire, è un insegnamento, certamente, riempire la vita, amarla, amare tutte le cose, le passioni. Questo è quello che ha fatto lui. Anche se sembrava, da torinese, molto riservato, ma dentro c’era un fuoco… fuoco che noi abbiamo visto nella conoscenza; ha fatto trasmissioni di tutti i tipi, dall’economia alla medicina, eccetera. Ora lui certo continuerà a mio modo di vedere a vivere. Vivere dove? Ma certo, attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz. Però a mio modo di vedere lui continuerà a vivere in tutti quei ragazzi che hanno la speranza per il futuro, soprattutto che cercano l’eccellenza, con sacrificio, ma vanno avanti. Vivrai tutti i ricercatori che malgrado tutte le difficoltà che incontrano perseguono, cercano di arrivare all’obiettivo, di andare a meta nella ricerca e quindi contribuiscono al nostro bene. Sarà vivo in tutte le persone che cercano di unire, non disunire; le persone che cercano la curiosità e la bellezza della natura, le persone che cercano di assaporare la vita, perché lui era una persona così.Voi lo avete conosciuto in questo modo molto, diciamo, scientifico, ma poi era una persona con un senso dell’umorismo incredibile, chi l’ha conosciuto lo sa.. è una persona capace a un certo punto di mettersi a suonare il pianoforte, e suonare per ore. Era bravo in tutte le cose, persino nel disegno, è riuscito a scolpire cose, era bravo anche nello scolpire. Era veramente una mente che ancora adesso mi sorprende, quindi l’eredità che ci lascia a tutti noi, non solo a me, è importante: non è un’eredità fisica, un’eredità di lavoro, ma di atteggiamento nella vita. Credo che questa sia la cosa più importante che ci ha lasciato e poi, concludo, quello che ci ha detto nel suo ultimo comunicato “Anche voi, fate la vostra parte“… Beh, anch’io cercherò di fare la mia.

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