SALERNO – LA RETE DEL GAS E LA CANNA DEL GAS

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – Un freno concreto allo sviluppo delle partecipate pubbliche, dopo l’euforia indotta dalle autonomie riconosciute agli Enti Locali dal Dlgs. 267/2000 (TUEL), è stato imposto dalla L. 175/2016 con il divieto di “costituire, direttamente o indirettamente, società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità Istituzionali”, nonché “di acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società” (art. 4 c. 1 cit.). La disposizione, rispettata o meno in passato, diviene oggi vincolante per il nostro Ente a seguito dell’adesione al decreto Aiuti che dispone la verifica funzionale delle partecipazioni non definibili ‘in house’, perché con produzioni rivolte al mercato, gestite per il tramite della Sistemi Salerno-Holding Reti e Servizi SpA. Tra esse, la Sistemi Salerno-Reti gas SpA sembra realmente da ‘esaminare’, salvo errore, proprio per la particolarità della sua attività di distribuzione del gas in Città e in altri 18 Comuni della Provincia ed esterni ad essa, come Montesarchio (Bn), Missanello e Calvello (Pz), Solofra e Contrada (Av) (fonte: Bilancio). Una domanda è spontanea: “quale interesse può avere la Comunità nella gestione di una ‘impresa pura’ con finalità di reddito”? O, meglio: “quali vantaggi sono apportati ai cittadini dai 18milioni investiti nel suo Capitale”? Sono solo domande, non accuse, frutto anche di un fondato timore per il momento di crisi del settore dell’energia e per le dimensioni ‘di nicchia’ di Reti Gas in un mercato gestito da colossi. Già diversi anni fa, l’Ente fu costretto ad intervenire a sostegno di una partecipata contro le azioni di recupero dell’Agenzia delle Entrate. Non è il caso di parlarne, adesso, ma è utile ricordarlo a beneficio di una puntuale riflessione sulle origini degli attuali squilibri del Bilancio Comunale.

Un evento rivelatore della natura di Reti Gas è rappresentato dall’operazione di aumento del capitale a € 31.883.654 effettuata nel 2017 con una società del gruppo Cons.Coop di Forlì, la Aquamet SpA, Ad essa, fu attribuita la quota di € 13.757.478 (43,15%), con sovrapprezzo di € 1.877.124, per l’apporto a valore di stima peritale delle reti gas di Battipaglia, Bellizzi e Montecorvino Pugliano (solo Pagliarone e Bivio Pratole). La quota della Holding fu definita in € 18.126.176 (56,85%) (fonte: Verbale A.U. 09/06/2017). L’operazione, a chiusura di una gara con Aquamet unica partecipante (fonte: Bilancio), fu definita conveniente perché, “oltre a migliori margini economici”, avrebbe consentito “anche un maggiore dimensionamento strategico in visione (!) delle prossime gare d’ambito” (fonte: Verbale cit.). Va bene, ma, per favore: “ci potete confermare che siano queste le finalità perseguite dall’Ente”?

In ogni caso, nel 2018, i ricavi per il ‘solo’ trasporto gas registrarono un effettivo incremento, passando da € 8,8milioni a € 10,3m. (+1,5) (fonte: Relazione, pag. 10). Purtroppo, il 15/11/2018, tutti gli atti finirono alla Procura di Forlì per presunte irregolarità nella gara (fonte: Cronache) e, alcuni giorni dopo, il 28/12/2018, forse proprio a causa di questa vicenda, di cui non si conosce l’esito, salvo errore, la Cons.Coop firmò un impegno con Italgas Spa per la cessione delle reti di Aquamet, poi ‘svuotata’ con l’atto del 30/04/2019 (fonte: Italgas). Nella Relazione al Bilancio 2019, pag. 10, la Cons.Coop annotò: “I decrementi (dell’attività) sono dovuti ai conferimenti di ramo d’azienda avvenuti con decorrenza 01/05/19, con i quali le società Aquamet e…hanno ceduto a Italgas Reti Spa le proprie concessioni”. Oggi, sul sito web di Aquamet, si legge: “la Società opera esclusivamente come holding di partecipazioni…pari al 43,15%…della misto-pubblica Salerno Energia Distribuzione SpA (cioè Reti Gas)”. Con questi eventi, sembra si siano persi tutti i vantaggi attesi, visto che i ricavi sono poi diminuiti, è stato acquisito solo un appalto a Bonea (Bn) e le reti sono passate da 20 a 18 anche a seguito della cessione alla Italgas, dopo lungo negoziato, dell’impianto di Castel S. Giorno per € 3.119.767,90 (fonte: Bilancio). Intanto, Aquamet continua a incassare, al 43,15%, gli utili prodotti ‘naturalmente’ da una attività, conto terzi, che chiede l’impegno solo di 21 dipendenti tecnici sui 47 totali.

Nell’esercizio 2021, il valore del ‘vettoriamento’ gas è stato di € 9.755.999, oltre a ricavi vari per € 3,2milioni, contro costi pari a € 6.025.164, di cui € 2.857.075 per stipendi (fonte: Relazione, pag. 13). L’utile finale, di € 2.745.703,97, detratta la quota a Riserva, è stato destinato a ‘remunerare’ il capitale per € 2.471.133,57, di cui € 1.404.839,43 alla Holding e € 1.066.294,14 a Aquamet. Già nel 2020, il dividendo di € 2.716.055,79 fu diviso tra Holding, € 1.544.077,72, e Aquamet, € 1.171.978,07, come pure quello del 2019, di € 2.512.882,80, assegnato rispettivamente per € 1.428.573,87 e € 1.084308,93. Cioè, in tre anni, sono stati ‘girati’ alla Holding circa 4,4milioni e a Aquamet € 3.322.581,14. Complimenti. Però, premesso che spetta alla proprietà decidere cosa fare dei ‘guadagni’, forse sarebbe stato più giusto trattenerli a copertura dello squilibrio strutturale presente in Bilancio. Infatti, il Margine Primo Patrimoniale è negativo per – € 13.047.322, perché il Capitale è inferiore agli Immobilizzi, il Circolante è negativo per – € 4.537.083, perché i Crediti non coprono i Debiti, tra cui quelli v/Banche, € 8.199.102, e v/Fornitori, € 1.933.099. Peraltro, per sostenere che i cittadini abbiano tratto vantaggi da tutta questa attività, si dovrebbe conoscere la destinazione degli utili assegnati alla Holding che, letti i Bilanci, sembra non li abbia tutti ‘girati’ al Comune. Salvo ogni e qualsiasi errore. Magari, se ne parlerà. Intanto, subordinatamente, e solo per inciso, appare doveroso chiedere di rivedere Bilancio, Nota Integrativa e Relazione 2021, così come le date dei documenti, perché non tutti i ‘numeri’ coincidono, salvo errore. Nonostante tutti i controlli interni.

Oggi, in presenza dei gravi sacrifici chiesti ai cittadini per risanare le finanze del Comune, sarebbe saggio recuperare i 18milioni per abbassare mensa, trasporti, asili nido e altre imposizioni e per evitare di arrivare, detto scherzosamente, ‘alla canna del gas’. Le concentrazioni in atto nel settore dell’energia potrebbero favorire il passaggio della partecipata ad uno dei colossi nazionali con la piena salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Ai cittadini deriverebbero sicuramente grandi vantaggi dall’incasso di una montagna di soldi in raffronto a quelli, purtroppo neppure noti, apportati dagli utili di un investimento che consente a Aquamet di incassarne il 43,15% in cambio di non si sa cosa. Una situazione che qualcuno potrebbe pure definire ‘anomala’. Facendo salva la buona fede di tutti.

E’ auspicabile che la dott.ssa Adinolfi, Assessora al Bilancio, possa essere d’accordo. Almeno su questo.

(P.S.: i dati esposti, tratti da siti ufficiali, sono forniti senza responsabilità o garanzia).

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 03/09/2022

 

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