PARACETAMOLO IN GRAVIDANZA

da Dr.Alberto Di Muria
Padula-Il paracetamolo è considerato generalmente un farmaco sicuro in gravidanza. Tuttavia studi recenti sembrano suggerire che il suo impiego non sia del tutto privo di rischi per il nascituro. Alle gestanti di uno studio è stato somministrato un questionario per verificare l’esposizione a paracetamolo alla 18a settimana di gestazione, alla 32a settimana di gestazione e, come controllo, al 61° mese di vita del bambino da parte della madre o del padre. Quando i bambini hanno raggiunto l’età di 7 anni, alle madri è stato chiesto di riferire eventuali problemi comportamentali. L’esposizione prenatale nel 1° o nel 2° trimestre si associava a un aumento del rischio di disturbi comportamentali e di deficit nell’attenzione o Iperattività. In caso di esposizione nel 2° trimestre è stato riscontrato anche un aumento del rischio di sintomi emotivi e di difficoltà generali.
Anche se il paracetamolo è annoverato tra i farmaci utilizzabili in gravidanza, questi risultati suggeriscono un minimo di cautela e senza dubbio ulteriori verifiche. I risultati dello studio consentono di ipotizzare un effetto specifico del farmaco in fase prenatale, in linea con quanto già riscontrato in altri studi. Ad esempio, in uno studio danese sono state arruolati due gruppi, utilizzati per identificare la diagnosi di disturbi ipercinetici e/o i farmaci utilizzati per il deficit nell’attenzione/iperattività. I bambini le cui madri erano state esposte a paracetamolo presentavano un rischio aumentato di disturbi ipercinetici, di utilizzo di farmaci per iperattività e di comportamenti riconducibili ad essa. La durata e la frequenza di utilizzo di paracetamolo sarebbero correlate a un aumento del rischio.
In un altro studio, sono stati valutati gli effetti a lungo termine dello sviluppo neurologico a seguito dell’esposizione in utero a paracetamolo. In particolare, gli autori hanno osservato in modo prospettico un’associazione potenziale tra l’esposizione prenatale a paracetamolo e sviluppo psicomotorio, con problemi nella comunicazione e sviluppo motorio, e alterazioni comportamentali nei bambini a 3 anni. L’ibuprofene è stato utilizzato come farmaco di confronto. L’esposizione prenatale a lungo termine al paracetamolo è stata associata a un aumentato rischio nel ritardo a camminare, nel ritardo dello sviluppo motorio, in alterazioni della comunicazione, in alterazioni del comportamento e in problemi di comportamento. L’ibuprofene non è stato associato a deficit nello sviluppo psicomotorio, suggerendo uno specifico effetto del paracetamolo. Tuttavia, l’ibuprofene, di solito, non è raccomandato durante la gravidanza ed è controindicato nel terzo trimestre, quindi è possibile un’esposizione media più breve rispetto al paracetamolo.

 

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