USO CONCOMITANTE DI ANTICOAGULANTI ORALI E FANS

da Dr. Alberto Di Muria
Padula-L’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei, i FANS, è frequente in particolare nella popolazione anziana che però è anche più spesso affetta da fibrillazione atriale e per questo motivo necessita di terapia anticoagulante. Però l’associazione tra anticoagulanti orali ed acido acetilsalicilico od altri farmaci antinfiammatori non steroidei, i FANS) tradizionali, può determinare aumento del rischio di sanguinamento a causa di un’azione sulla funzione piastrinica e di un’azione di danneggiamento della mucosa gastrica.
Ai pazienti che usano anticoagulati con antivitamina K, come Coumadin o Sintrom, si è sempre raccomandato di evitare per quanto possibile l’uso dei FANS, specie per l’effetto di un aumento dell’INR, il tempo di protrombina che deve essere sempre valutato per l’uso di questi farmaci, e. in generale, di un incremento del rischio emorragico. Una recente analisi dei dati dello studio RE-LY, che è stato il primo a comparare l’efficacia e sicurezza del Coumadin a quelle di un nuovo anticoagulante orale, il dabigatran, ha però rilevato che che durante i 30 mesi dello studio il 7% degli oltre 18.000 pazienti arruolati aveva fatto uso di FANS almeno una volta; costoro avevano sofferto di emorragia maggiore con un rischio di 1,68 volte superiore a quello di quanti non avevano usato FANS. L’emorragia gastro-intestinale era particolarmente frequente in chi aveva assunto FANS. La comparsa di problemi emorragici era simile nei pazienti che avevano ricevuto Coumadin o dabigatran. Un risultato importante dello studio è che anche le complicanze trombotiche, ictus ed embolie periferiche, erano più frequenti in chi aveva assunto FANS.
Inoltre, secondo un altro studio, questa volta coreano, che ha incluso 92.379 pazienti di età pari o superiore a 65 anni, rispetto al solo anticoagulante orale, la terapia combinata con FANS non selettivi si associa a un rischio 5 volte superiore di complicanze gastrointestinali gravi. L’uso di un antagonista del recettore H2, tipo la ranitidina, la cimetidina o la famotidina, non sembra fornire alcuna protezione da tali complicanze, mentre l’aggiunta di un inibitore di pompa protonica ne riduce il rischio in misura paragonabile all’utilizzo di un inibitore della ciclossigenasi-2 (COX-2) in sostituzione di un FANS non selettivo.
Poiché l’assunzione di un inibitore di pompa protonica o di un inibitore selettivo della COX-2 riduce ma non elimina il rischio di complicanze gastrointestinali gravi, la conclusione a cui giungono gli autori dello studio è che nei pazienti anziani in cui l’uso concomitante di FANS e anticoagulanti orali non può essere evitato dovrebbe essere presa in considerazione una strategia preventiva combinata che associ sia la somministrazione di un inibitore di pompa protonica sia la scelta di un inibitore selettivo della COX-2.

 

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